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Vigilanza e tutela internazionale al centro di un seminario a Pachino

Sinergia, cooperazione e unità di intenti, queste le chiavi di volta per una efficace azione di tutela per prodotti a marchio Dop e Igp. Tre elementi che compongono la sintesi del secondo di due appuntamenti in Sicilia, che ha portato l'AICIG a Pachino (SR) per un seminario formativo, dopo quello di Ispica (RG) dove si era parlato di comunicazione e valorizzazione dei prodotti a Indicazione Geografica-IG.

Nella patria del famoso ciliegino IGP, dunque, si è discusso de "L'evoluzione dell'attività di vigilanza nel corso degli ultimi 20 anni: esperienze e proposte di evoluzione normativa".


Da sx. Salvatore Chiaramida (dir. Consorzio Pomodoro Pachino IGP), Salvatore Lentinello (pres. Consorzio Pomodoro Pachino IGP), Rita Serafini (resp. tec. AICIG), Federico Desimoni (dir. Consorzio Aceto Balsamico Modena IGP), Leo Bertozzi (segretario AICIG).

Ha aperto i lavori Rita Serafini, responsabile tecnica AICIG, che ha introdotto le attività dell'Associazione. "Aicig - ha detto Serafini, che ha anche coordinato i lavori - mette insieme realtà ed esperienze differenti su varie tematiche. Tutelare un prodotto a marchio DOP e IGP vuol dire dare garanzie al consumatore e proteggere il produttore dalla concorrenza sleale".

A seguire la presentazione dei dati del Consorzio del Pomodoro di Pachino IGP relativi a vigilanza e tutela, a cura del presidente Salvatore Lentinello, il quale ha altresì posto l'attenzione sull'interesse e l'impegno profuso per incrementare la base sociale.

"Stiamo lavorando - ha affermato il Lentinello - per riuscire ad avvicinare i produttori scettici nei confronti del consorzio e rafforzare quel senso di unità e collaborazione per far crescere il marchio Pachino IGP. Siamo una realtà piccola, rispetto ad altri consorzi, ma per ospitare qui nella nostra sede un evento AICIG vuol dire che ci sono i presupposti per fare sempre meglio".

Il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP conta 30 soci, il 70% dei quali è composto da produttori che coltivano i prodotti a marchio per un volume di 9 milioni di kg all'anno; il restante 30% è composto da confezionatori che vendono i prodotti a marchio e li veicolano per l'80% in Italia, principalmente verso la GDO, e per il rimanente 20% all'estero, dove il mercato comunitario conta il 90% dell'export totale, mentre il rimanente 10% della produzione va in America e in altri Paesi extra UE.



Tra gli interventi, anche quello del Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP, Federico Desimoni, che ha approfondito la differenza tra attività di monitoraggio/vigilanza e tutela, illustrando alcune fattispecie principali di azione legale nella UE.

"L'Igp – ha detto, tra l'altro Desimone - è tutela sociale del territorio. In questo senso i consorzi posso fare tantissimo in termini legislativi, svolgendo funzioni pubbliche di monitoraggio attraverso la costituzione di un nucleo di vigilanza che svolge indagini approfondite, anche online, volte alla verifica di ciò che è illegittimo. L'azione di tutela finale è quella legale. Colui che va tutelato è il consumatore medio europeo che, avvicinandosi a un prodotto, rischia di essere ingannato con estrema facilità".

Sulla normativa europea, infine, l'intervento di Leo Bertozzi, segretario AICIG, il quale ha chiarito come "le azioni di tutela sono essenziali per proteggere gli interessi e le richieste dei consumatori. Grazie all'azione dei Consorzi di Tutela, partendo dalla Convenzione di Stresa del 1951 fino all'attuale regolamento Ue, che ha introdotto l'obbligo di interventi ex officio degli Stati Membri Ue per tutelare DOP e IGP, disponiamo di un quadro regolamentare di riferimento certo nell'Unione Europea".