"Si tratta di un contratto combattuto e che arriva dopo un confronto serrato con le organizzazioni datoriali – sottolineano le OO.SS. – ma alla fine soddisfacente per i lavoratori. C'è un incremento del 2% del salario sia per gli operai a tempo determinato che per quelli a tempo indeterminato ed è stata prevista la valorizzazione del welfare contrattuale e aziendale oltre all'estensione dei permessi straordinari per chi contrae o ha contratto unioni civili".
Un contratto integrativo che va, quindi, nella direzione delle nuove esigenze dei lavoratori e che prevede anche un aumento dell'indennità "utensili" passata da un euro a 1,50 euro al giorno – spiegano Sabina Barresi, Antonino Massimino e Nino Marino, esponenti delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uil Uila – Ma l'aspetto più importante è il compito assegnato all'Eban, l'Ente bilaterale dell'agricoltura e infatti sarà proprio questo ente a svolgere il ruolo di controllo e tutela del lavoro sul territorio".
Ma cosa è l'Eban?
L'Ente Bilaterale Agricolo Nazionale (EBAN) è costituito dalle Organizzazioni nazionali dei datori di lavoro agricolo (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) e dalle Organizzazioni nazionali dei lavoratori agricoli (Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil) firmatarie del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti.
Esso svolge importanti funzioni a sostegno delle imprese e dei lavoratori del settore primario e rappresenta una sede di confronto permanente tra le Parti sociali agricole sui temi dell'occupazione, delle relazioni sindacali e della contrattazione collettiva.
Le politiche del lavoro in agricoltura sono, quando esitate positivamente e nell'alveo della legalità, foriere di sviluppo ed emancipazione dei lavoratori, intesi come individui e parte integrante della società. Ad ogni lavoratore retribuito regolarmente corrisponde il benessere di una famiglia, magari con figli che hanno il diritto non solo alla sopravvivenza ma anche di godere a piene mani dal benessere dei nostri tempi, a partire da una scolarizzazione che deve poter arrivare ai massimi livelli d'istruzione.
L'idea di lavoro deve coniugarsi armonicamente alla coltivazione delle inclinazioni umane e alla qualità della vita.
Attenzione particolare, nell'accordo, è stata posta nel percorso formativo anche dei lavoratori stranieri. Sono stati inseriti i permessi per i corsi di addestramento, professionali, di recupero scolastico e per i corsi di italiano. Il contratto integrativo sarà valido sino a tutto il 2019 e interessa circa 16mila lavoratori in tutta la provincia di Messina. E' un accordo che arriva a ridosso di una crisi economica non indifferente, che ha frenato le aziende virtuose. Con l'integrativo provinciale si vuole valorizzare il lavoro e le professionalità in un settore trainante nonostante le condizioni di grave crisi e difficoltà legate al mercato per le aziende che subiscono concorrenza sleale.