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E le misure nazionali e comunitarie non arrivano a compensare le perdite

Crisi della frutta estiva ed embargo russo: una stagione da dimenticare

In 25 giorni è successo di tutto e di più. Dal 31 luglio, quando abbiamo pubblicato l'ultimo numero di FreshPlaza prima delle ferie estive, la crisi della frutta estiva è rimasta argomento del giorno. Nonostante un'apertura della Commissione europea, che però è giunta tardiva e con strumenti che gli operatori ritengono inefficaci.

Come se non bastasse, dal 7 agosto la Russia ha fatto scattare un embargo commerciale che tocca da vicino anche alcuni settori strategici dell'agroalimentare, come l'ortofrutta, anche dell'Unione europea e, quindi, dell'Italia.

Le misure d'emergenza a supporto dei produttori di pesche e nettarine
La misura straordinaria - un totale di 32,7 milioni di euro in tutta Europa per fronteggiare la crisi di mercato dovuta all'anomalo andamento stagionale che ne ha rallentato i consumi e accavallato i periodi di maturazione - sarà retroattiva dall'11 agosto e valida fino al 30 settembre 2014.

Secondo il regolamento comunitario, 29,7 milioni serviranno per finanziare i ritiri e 3 milioni per la promozione. La decisione – riferisce Coldiretti – prevede di aumentare dal 5 al 10% la quantità massimale di produzione delle Organizzazioni di produttori (OP) che può essere ritirata dal mercato per la distribuzione gratuita, fissandola a un prezzo di 269 euro/ton per un totale stimato di 22,1 milioni di euro di aiuti comunitari. Per i produttori che non sono membri di organizzazioni, invece, il contributo UE per i ritiri è fissato al 50% di quello delle OP, per una somma stimata di 7,6 milioni. Il regolamento prevede per le OP, finanziati al 50%, ulteriori 3 milioni di euro (di cui 1,288 per l'Italia, che risulta il principale beneficiario) per le attività di promozione finalizzate a stimolare i consumi di tali prodotti nel periodo 11 agosto - 31 dicembre 2014.

I commenti e le proposte
Rispetto a tali provvedimenti, Agrinsieme (il coordinamento di Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative agroalimentari) ha richiesto che gli interventi di ritiro non siano limitati alla sola distribuzione gratuita, che il provvedimento venga esteso anche ad altre produzioni e che, soprattutto, i tempi di attuazione siano i più rapidi possibile. Ha sollecitato inoltre una maggiore semplificazione delle procedure, al fine di dare risposte immediate ai produttori di pesche e nettarine, tra i primi e più pesantemente colpiti sia dalla crisi estiva che dalla chiusura delle importazioni in Russia.

Il coordinamento di Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha infine garantito il massimo sostegno e supporto al Ministero nelle prossime iniziative che saranno avviate a livello comunitario.

Da parte sua, la Coldiretti fa sapere che l'intervento dell'Unione europea, fortemente atteso e sollecitato dai frutticoltori italiani, arriva con ritardo e il quadro finanziario limitato rende ancora più necessario che venga gestito con attenzione nell'interesse esclusivo degli agricoltori. Occorre peraltro che l'importante lavoro svolto dal Ministero delle Politiche agricole possa individuare le necessarie sinergie con altri provvedimenti per affrontare una crisi che, commenta Coldiretti, rischia di compromettere il frutteto italiano e con esso l'economia, il lavoro e l'ambiente.

Auspicando la tempestiva applicazione delle misure comunitarie, Tiberio Rabboni, assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna, suggerisce: "Bisogna che la retroattività dei ritiri inizi da metà dello scorso luglio, che la frutta ritirata sia destinata - oltre che alle persone indigenti attraverso le associazioni no profit - anche ad altri impieghi di carattere non alimentare e che i prezzi di ritiro siano adeguati ai costi reali di produzione e trasporto". Secondo Rabboni è anche necessario che le risorse per la promozione dei consumi confluiscano in un’unica campagna nazionale e che i 32,7 milioni previsti vengano integrati sulla base delle effettive richieste di ritiro.

Secondo l'Unione nazionale Italia Ortofrutta, infine, è necessario un intervento immediato sui seguenti aspetti:
  • aumentare la retroattività del sostegno per il regolamento su pesche e nettarine;
  • ampliare la portata del regolamento, non limitandolo ai soli ritiri per la beneficenza;
  • ottenere il sostegno al 100% anche per il prodotto ritirato con destinazioni diverse dalla beneficenza;
  • prevedere la possibilità di attivare tutte le forme di intervento, senza limitarsi alla sola distribuzione gratuita.
Embargo
Relativamente alla crisi di mercato derivante dall'embargo alle merci comunitarie e di altri Paesi da parte della Russia, la Commissione ha fatto sapere tramite un comunicato stampa che sono stati stanziati 125 milioni di euro per tutti i paesi dell'Unione. I prodotti interessati sono: pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiore, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, frutti rossi, uva da tavola e kiwi, per i quali sono previsti i ritiri dal mercato soprattutto per la distribuzione gratuita in beneficenza, nonché per le operazioni di raccolta verde e mancata raccolta. Tali misure saranno retroattive dal 18 agosto.

"Per quanto riguarda il problema dell'embargo - spiega il Ministro Maurizio Martina - su alcune produzioni ortofrutticole, alla luce della comunicazione della Commissione che prevede l'attivazione di misure eccezionali di crisi a sostegno di alcuni prodotti con uno stanziamento comunitario di 125 milioni di euro, chiediamo siano implementati con ulteriori risorse. Su questo aspetto, che sarà trattato dal Consiglio straordinario dei Ministri dell'Agricoltura programmato per il prossimo 5 settembre, è emersa la necessità di ampliare in modo congruo anche la lista dei prodotti rispetto a quanto preannunciato dalla Commissione europea".

Italia Ortofrutta evidenzia peraltro alcune criticità strutturali da segnalare a Bruxelles già in quella data, quali: l'incremento della dotazione finanziaria per le attività di prevenzione e gestione delle crisi; la possibilità di riportare da un anno all'altro i fondi non utilizzati a tale scopo, al fine di avere una dotazione finanziaria adeguata per intervenire al momento della crisi; la revisione delle indennità di ritiro, per adeguarle ai reali costi di produzione; la possibilità per le OP di erogare ai produttori "complementi di prezzo e di reddito", già prevista nell'allegato IX del Regolamento 543/11. Infine, secondo l'Unione nazionale, sarebbe necessario incrementare la lista dei prodotti interessati dal regolamento sulla "crisi Russia", inserendo anche le susine.

Sempre relativamente agli aiuti che l'Europa intende destinare alle produzioni colpite dall'embargo russo, Agrinsieme ha chiesto che - rispetto a quanto annunciato dal Commissario Ciolos - venga ampliato l'elenco dei prodotti ortofrutticoli oggetto dell'intervento - ad esempio orticole, patate e cipolle - con conseguente richiesta all'Europa di aumentare significativamente il budget stanziato di 125 milioni di euro. Agrinsieme ha richiesto anche che si provveda subito a rendere esecutive le misure.