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Di Rossella Gigli

"Il progetto "Geneticamente" e la questione del "controllo democratico" sulla ricerca scientifica"

E' di qualche mese fa la notizia che una cordata pubblico-privata sarebbe intenzionata a finanziare, per un importo previsto di 20 milioni di euro, la Fondazione Diritti Genetici di Mario Capanna per il lancio del progetto "Geneticamente", sul quale parte della comunità scientifica si è già espressa in modo critico. Il progetto, che si focalizzerebbe sulla ricerca in materia di biotecnologie applicate al settore agrario, presenta infatti un documento programmatico alquanto dubbio.

Innanzitutto, vi è l'esplicita esclusione a priori della ricerca sugli OGM (organismi geneticamente modificati), in quanto considerata da "Geneticamente" 1) rischiosa, 2) fallimentare e 3) non socialmente condivisa. Tutte affermazioni che non trovano, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche di cui disponiamo, degli iter di autorizzazione e della diffusione internazionale delle colture biotech, alcun sostegno, se non quello che deriva delle polemiche tra fautori e oppositori agli OGM stessi.

Tuttavia, anche trascurando questo aspetto, la preoccupazione maggiore che, a nostro avviso, scaturisce dalla lettura del documento programmatico proposto da "Geneticamente" risiede in una visione discutibile circa il "controllo democratico" sulla ricerca scientifica.

"Geneticamente" propone infatti un modello di "ricerca scientifica partecipata", definita come: "una forma di alta democrazia dei processi di conoscenza, dove i beneficiari ultimi determinano sia i processi di ricerca che l’interpretazione delle azioni che devono seguirne".

Riteniamo, come già scritto in precedenza, che quest'approccio concettuale celi un'idea malintesa di "democrazia". Se è vero infatti che la società civile ha tutti i diritti di controllare ciò che la ricerca fa, non ha invece alcun diritto (o competenza) per sostituirsi ad essa, addirittura "determinandone i processi"! Questa concezione è una deriva "demagogica", pericolosa sotto molti punti di vista.

La decisione nel merito della fattibilità e della qualità di un progetto di ricerca scientifica non può che dipendere dal giudizio di esperti qualificati, e non certo come esito di procedure di democrazia diretta. Sulla base di questi giudizi e di una graduatoria sarà poi la politica, attraverso i propri rappresentanti eletti - e dunque in forma di democrazia "mediata" dalle strutture della pubblica amministrazione - a decidere gli eventuali finanziamenti.

Tanto più, poi, in un contesto culturale nel quale alla pubblica opinione non sono stati certo forniti con imparzialità gli elementi essenziali per una comprensione completa o consapevole di una materia che è, per sua natura, estremamente specialistica, e per giunta oggetto di polemica.

Basti citare il recente caso in cui, di fronte a rapporti statistici oggettivi, che mostrano senza ombra di dubbio l'aumento a livello mondiale delle colture OGM (vedi precedente articolo), ci sia chi, come la Coldiretti, ha invece titolato sulla presunta riduzione del 3% delle superfici coltivate nella UE (vedi articolo "Come mentire con le statistiche (sugli Ogm)", apparso su Il Fatto Quotidiano).

Ancora più preoccupante deve ritenersi la circostanza che il progetto "Geneticamente" possa contare su fondi pubblici - dunque finanziati dalle tasse dei cittadini - senza alcun vaglio preliminare di valutazione meritocratica attraverso procedure trasparenti, come per esempio un bando o simili. Si tratterebbe insomma, in un contesto come quello attuale nel quale le Università pubbliche non hanno soldi nemmeno per le loro attività ordinarie di ricerca, di un'attribuzione del tutto discrezionale di risorse e per un importo non indifferente.

Ricordiamo a tal proposito che il Ministero italiano dell'Università e della Ricerca scientifica ha destinato nel 2009 al fondo PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) solo 104 milioni di euro per TUTTI i settori di ricerca, dalla matematica alla biologia, dall'economia alla letteratura. Tra l'altro, dato che le valutazioni sono ancora attese per giugno 2011 (!), è come se il Governo avesse risparmiato i soldi di un anno, se non due!

Poi, però, tra le pieghe di bilancio si trovano soldi per finanziare di tutto, come si dice, 'fuori sacco', per vie che sfuggono a qualsiasi controllo, a cominciare da quello "democratico".