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Scelta dei portainnesti, gestione agronomica e ricerca

Agrumicoltura e fluttuazioni climatiche

A causa delle fluttuazioni climatiche, l'agricoltura è esposta, direttamente e indirettamente, a stress abiotici e biotici che incidono sulla quantità e la qualità della produzione. Gli effetti sono ancora più negativi per le piante arboree, specie se sempreverdi come gli agrumi. I danni da siccità sulla produzione di quest'anno sono sotto gli occhi di tutti e ripercussioni negative potrebbero aversi anche nel prossimo ciclo produttivo. A parlarne in un'intervista sono due scienziati di fama internazionale: Antonino Catara e Grazia Licciardello.


Antonino Catara e Grazia Licciardello

"L'aumento della temperatura e le ondate di calore, la siccità e la scarsità d'acqua, l'abbassamento della temperatura e le gelate, le piogge intense e l'umidità relativa elevata - dice Antonino Catara, già Ordinario di Virologia vegetale e di Patologia vegetale presso l'Università di Catania e, attualmente, consulente scientifico di Agrobiotech - influenzano la regolazione biochimica, fisiologica e molecolare delle piante, con impatto sulla fioritura, sull'allegagione e sulla qualità dei frutti. Oltre al miglioramento genetico mirato ad accrescere caratteri di tolleranza a singoli stress, occorre mettere in atto pratiche agronomiche funzionali. Una strategia basata sulla scelta di varietà e portinnesti adeguati, in combinazione con pratiche di gestione integrata, a fianco di ammendanti e biofertilizzanti, e di altri sostituti degli input chimici, è prioritaria implementare metodi che migliorino la sostanza organica del terreno, il sequestro del carbonio, lo stoccaggio dell'acqua, l'impiego dei nutrienti e dell'acqua di irrigazione. Non bisogna però trascurare che i cambiamenti climatici esercitano ripercussioni su alcuni patogeni che sono presenti nei 26 Paesi agrumicoli che si affacciano sul Mediterraneo, o lo sono in alcuni altri. L'evoluzione delle condizioni climatiche, difficilmente contrastabile, aumenterà il rischio di insediamento e la diffusione di altri agenti di malattie e dei relativi insetti vettori".

Mappa allerta siccità Ue

"In tale prospettiva, un ruolo di primo piano assume la scelta del portainnesto – prosegue lo scienziato - dal momento che non può trascurarsi il fatto che l'impiego poco informato di alcuni di essi ha creato vari problemi, tuttora non chiariti. Da qui la nostalgia per il portainnesto l'arancio amaro, apprezzato in molti paesi agrumicoli per la sua adattabilità ai terreni umidi e argillosi, per la resistenza alla salinità, al pH elevato e al calcare, la tolleranza ad alcune specie di Phytophthora, al Blight e, in qualche misura, all'HLB. In Florida, ad esempio, risulta ancora fra i dieci portainnesti più utilizzati e alcuni tratti genomici sono utilizzati nella ricerca di portainnesti tolleranti all'HLB".
"Un fattore limitante – aggiunge Grazia Licciardello, ricercatrice del CREA di Acireale – è la suscettibilità ad alcuni isolati del virus della Tristezza (CTV). Problema ormai arginato dal punto di vista biologico attraverso l'identificazione di isolati avirulenti del virus "geneticamente omologhi" ai ceppi aggressivi, capaci di prevenirne le infezioni nelle piante infette (cfr. FP del 19/10/2023), come avviene per proteggere il pomodoro dal virus del mosaico del pepino. La sperimentazione in campo è in corso e i risultati sono molto promettenti e potranno trovare applicazione in molti Paesi, come del resto avviene da anni in Brasile, Sudafrica e Australia per altri isolati del CTV".