Reti anti-insetto: efficacia e soluzioni per l'apertura delle testate
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La giornata è stata organizzata dal Consorzio fitosanitario di Modena, in collaborazione con il Crpv e con Orogel. La prima tappa è stata l'azienda agricola Fraulini a Campogalliano. Qui l'agricoltore ha chiuso le testate del suo pereto (di William Rossa e Abate) con reti anti insetto, sfruttando sulla copertura quella anti grandine già esistente.
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"L'agricoltore aveva il problema di aprire e chiudere ogni volta le reti - ha detto Caruso - scendendo dal trattore. Allora ha predisposto due barre ricurve nella parte anteriore, così da poter entrare nei filari senza scendere. Un metodo artigianale, da mettere a punto, ma efficace".
Le barre applicate dall'agricoltore
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Il limite di queste reti è che, non essendo chiuse nella parte bassa, con il vento si alzano e possono far entrare qualche insetto. La protezione anti insetto in questa azienda è costituita dalle reti anti grandine con l'aggiunta della chiusura nelle testate. Queste protezioni hanno ridotto drasticamente anche i danni da uccelli come ghiandaie e gazze, molto sentito da queste parti. Sono utili anche contro la carpocapsa.
"Occorre chiudere dopo la fioritura - ha raccomandato Caruso - in modo da bloccare gli insetti svernanti. Nel 2016 il danno da cimice su pero in questa azienda aveva raggiunto il 30-40%, mentre quest'anno al momento è trascurabile.
Effetto delle punture di cimice
La seconda parte della visita si è svolta presso l'azienda di Franca Pastorelli, anche questa situata in zona Campogalliano. Qui la cimice si è presentata tre anni fa e la soluzione adottata è stata quella di chiudere le testate con reti anti insetto, aggiungendole a quelle già esistenti in copertura contro la grandine.
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La cimice asiatica sul filare testimone
Per l'apertura delle testate è stato allestito un sistema a corda che permette di sollevare la rete in 5 filari alla volta. Poi la corda si fissa, il trattore entra e a quel punto si riabbassa la rete. "La cosa migliore e più comoda - ha detto Franca - sarebbe avere un corridoio in testata in modo da entrare una volta sola e poi operare dentro, al chiuso. Ma questo è fattibile per impianti da progettare ex novo. Nel mio caso, non ci sarebbe abbastanza spazio".
"La cimice preferisce varietà rigogliose - ha aggiunto Caruso - perché va a cercare l'ombra. Quindi portinnesti che danno molta vigoria rendono più sensibile l'impianto all'attacco dell'insetto. In generale suggeriamo di usare le reti, ma effettuando continui monitoraggi, integrare con trattamenti chimici e monitorare le zone rifugio limitrofe come canali, boschetti, siepi. In genere si trovano più cimici nelle varietà infogliate e nelle parti alte della pianta".
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Nell'azienda Pastorelli, un filare di William è stato lasciato non protetto. Impressionante l'attuale risultato: neppure un frutto si salva dalle deformazioni. Spesso gli insetti si aggrappano alle reti, esternamente, e quindi occorre monitorare ed eseguire trattamenti mirati per abbatterne la popolazione.
L'iniziativa è stata realizzata nell'ambito del programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. Focus area 4B, progetto: "Tecniche di monitoraggio e strategie innovative per il controllo della cimice asiatica".