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La Russia proroga l'embargo fino alla fine del 2018

E' già costato quasi un miliardo di euro al Made in Italy agroalimentare l'embargo deciso dalla Russia come risposta alle sanzioni decise dall'Occidente per la guerra in Ucraina. E' quanto afferma con preoccupazione la Coldiretti in riferimento al decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin e pubblicato dal governo che proroga l'embargo su prodotti agricoli, lattiero-caseari, carne e altri alimenti fino al 31 dicembre 2018.

L'agroalimentare è l'unico settore a essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia per la prima volta con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e poi sempre prorogato, che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin a una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe.

Un blocco che è costato caro all'agroalimentare nazionale anche perché al divieto di accesso a questi prodotti si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

La decisione russa - come avrebbe dichiarato il premier Medvedev - sarebbe arrivata un giorno dopo l'allungamento delle sanzioni Ue di ulteriori 6 mesi (cfr. FreshPlaza del 26/06/2017).


Il premier russo Dmitry Medvedev.

Prorogate anche le misure per i produttori
La Commissione europea ha annunciato che, a partire dal primo luglio, le misure eccezionali già in atto a favore dei produttori di frutti deperibili colpiti dall'embargo sulle importazioni imposto dalle autorità russe saranno prorogate per un altro anno, fino alla fine di giugno 2018.

Il regime copre un quantitativo massimo di 165.835 tonnellate di frutta, suddivisa in quattro categorie di specie: mele e pere; prugne; agrumi; pesche e pesche noci. La misura riguarda 12 Stati membri, a cui verranno applicati volumi di ritiro differenziati per garantire che il sostegno finanziario arrivi ai produttori che più ne hanno bisogno.

Per l'Italia sono stati assegnati i seguenti quantitativi:
  • mele e pere - 4.505 tonnellate
  • prugne - 3.910 tonnellate
  • arance, clementine, mandarini e limoni - 850 tonnellate
  • pesche e nettarine - 2.380 tonnellate.
Fonte: AGF.nl / ilpuntocoldiretti.it
Data di pubblicazione: