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In vigore dal 2018

Proposto nuovo regolamento CE per favorire il mercato dei concimi organici

Il regolamento sui concimi in vigore assicura, dal 2003, la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica. Questi processi consumano notevoli quantità di energia e producono alti livelli di CO2.

I prodotti fertilizzanti innovativi ottenuti a partire da materiali organici non rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento in vigore. Il loro accesso al mercato unico è soggetto pertanto al riconoscimento reciproco tra gli Stati membri ed è spesso ostacolato da norme nazionali divergenti. Il regolamento in vigore non è inoltre in grado di rispondere alle sfide ambientali rappresentate dalla contaminazione del suolo, delle acque e degli alimenti provocata dai concimi.

Per queste ragioni, lo scorso marzo 2016, la Commissione UE ha proposto un nuovo regolamento finalizzato ad agevolare in maniera significativa l'accesso al mercato unico comunitario per i concimi organici e ricavati dai rifiuti, instaurando pari condizioni di concorrenza con i tradizionali concimi inorganici. Uno degli obiettivi del nuovo regolamento è creare nuove opportunità di mercato per le imprese innovative, riducendo nel contempo la quantità di rifiuti prodotti, il consumo energetico e i danni ambientali.

Le aziende di fertilizzanti forniscono con i loro prodotti circa 12 milioni di aziende agricole dell'UE per concimare circa 175 milioni di ettari di terreni agricoli e impiegano circa 130.000 persone. Altri posti di lavoro sono però creati indirettamente nella fornitura e distribuzione di quei fertilizzanti (circa il 50%) presenti sul mercato ma che sono esclusi dal campo di applicazione sia dell'attuale regolamento sui concimi sia del marchio CE che garantisce il loro accesso al mercato unico. Questo è in particolare il caso di fertilizzanti organici.

Fino al 80% dei lavoratori sono impiegati nella produzione di fertilizzanti organici in circa 16.000 siti di produzione (PMI o aziende agrarie) in tutta l'UE. Secondo le stime, circa 120.000 posti di lavoro potrebbero essere creati grazie al riciclo dei rifiuti organici per la produzione di concimi organici. Estendendo quindi il nuovo regolamento a tutte le tipologie di concimi, le PMI e gli agricoltori che producono prodotti fertilizzanti organici saranno in grado di accedere al mercato unico e cogliere nuove opportunità.

Il regolamento proposto stabilisce una serie di norme comuni per la conversione dei rifiuti organici in materie prime che possano essere impiegate per fabbricare prodotti fertilizzanti. Attualmente solo il 5% dei rifiuti organici viene riciclato. Si calcola che, se si riciclassero maggiori quantitativi di rifiuti organici, questi potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi inorganici.

Uno dei principali costituenti dei concimi è la fosforite, individuata dalla Commissione come una delle materie prime critiche. Per i concimi fosfatici, l'UE importa attualmente circa 6 milioni di tonnellate di fosfati l'anno (oltre il 90% dei concimi fosfatici impiegati nell'UE è importato, principalmente da Marocco, Tunisia e Russia); fino al 30% di questo quantitativo totale potrebbe invece essere sostituito da prodotti dell'estrazione da fanghi di depurazione, da rifiuti biodegradabili, da farine di carne e ossa o da letame.

Inoltre, il nuovo regolamento definisce prescrizioni in materia di etichettatura, sicurezza e qualità che tutti i prodotti fertilizzanti dovranno rispettare per poter essere commercializzati liberamente in tutto il territorio dell'UE. I produttori dovranno dimostrare che i loro prodotti soddisfano tali prescrizioni, unitamente ai valori limite per i contaminanti organici e microbici e le impurità fisiche, prima di apporre il marchio CE.

Le nuove norme si applicheranno a tutti i tipi di concimi per garantire i massimi livelli di protezione del suolo. Il regolamento introduce limiti rigorosi per il tenore di cadmio nei concimi fosfatici. I limiti saranno rafforzati e passeranno da 60 mg/kg a 40 mg/kg dopo tre anni e a 20 mg/kg dopo dodici anni, riducendo così i rischi per la salute umana e l'ambiente.

La proposta del nuovo regolamento è stata trasmessa per la procedura di adozione al Parlamento europeo e al Consiglio. Una volta adottato, sarà direttamente applicabile senza necessità di recepimento nel diritto nazionale, dopo un periodo transitorio che consentirà alle imprese e alle autorità pubbliche di prepararsi alle nuove norme. La nuova proposta abroga quindi il regolamento (CE) n. 2003/2003 a decorrere dal 1 gennaio 2018 e modifica i regolamenti (CE) n. 1069/2009 e (CE) n. 1107/2009.

Rielaborazione FreshPlaza da ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/1/2016/IT/1-2016-157-IT-F1-1.PDF