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Brio: quando la ristorazione collettiva incontra il biologico

"Attraverso le produzioni biologiche si può riqualificare un'offerta troppo appiattita sul prezzo, tenendo conto che un pasto bio ha un costo solo leggermente superiore a quello convenzionale, in quanto la materia prima incide marginalmente sul prezzo finale, a patto che si evitino primizie e prodotti fuori stagione". Ne è convinto Andrea Bertoldi, direttore generale di BRIO, realtà di primo piano, in Italia e all'estero, nella produzione e commercializzazione di prodotti alimentari bio con un fatturato vicino ai 56 milioni di euro, di cui il il 26% ottenuto nel canale della ristorazione collettiva.

Intervenendo al convegno "Il bio nel piatto" organizzato all'Expo di Milano da Fedagri-Confcooperative, il direttore generale della società di Campagnola di Zevio (VR) ha sottolineato il ruolo della ristorazione collettiva nella promozione di un'alimentazione più sana per milioni di persone che ogni giorno mangiano fuori casa: migliorando il livello di salute della popolazione, si riduce la spesa sanitaria.

"L'accesso alla ristorazione collettiva – ha dichiarato Bertoldi – riveste una grande importanza per le aziende di produzione, in quanto la fornitura di alimenti biologici, spesso affiancata anche da iniziative di educazione alimentare e ambientale, consente di raggiungere un target molto ampio, composto dai bambini e dai ragazzi che frequentano le scuole e le relative mense, ma anche dalle loro famiglie, formate da genitori e nonni".

Ogni giorno BRIO rifornisce poco meno di 650 plessi, distribuiti in 12 regioni (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania).

E, anche in tempi di crisi, gli Italiani mostrano di apprezzare i prodotti bio, sempre più diffusi sia sulle tavole domestiche che nella ristorazione collettiva, come testimonia il sensibile aumento (+43%) delle mense scolastiche con menu biologici, passate negli ultimi 10 anni da 839 a 1.249 (dati Biobank) con un fatturato complessivo stimato in 315 milioni di euro per il 2014 (dati Assobio). Le regioni che contano il maggior numero di mense bio nel nostro Paese sono la Lombardia (224), il Veneto (192) e l'Emilia Romagna (172).

"Il trend risulta quindi senza dubbio positivo – ha concluso Bertoldi – ma si può fare ancora molto per aumentare ulteriormente l'utilizzo di prodotti bio nelle mense scolastiche, e in generale nella ristorazione collettiva, seguendo l'esempio di regioni virtuose come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che hanno recepito le indicazioni ministeriali attraverso apposite leggi regionali per l'educazione alimentare. Tutto ciò per migliorare il livello di salute dei consumatori, ma anche per tutelare l'ambiente attraverso la diffusione di tecniche agricole a basso impatto che favoriscono lo sviluppo rurale ecosostenibile".
Data di pubblicazione: