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Una grande impresa? Si basa su un team affiatato di persone che collaborano tra loro in maniera organizzata

Per creare un'impresa non bastano idee imprenditoriali innovative, tecnologie e capitali; è necessario un team affiatato di persone che collaborano tra loro in maniera organizzata. All'interno di un gruppo, infatti la capacità di fare gioco di squadra è il fattore più importante da ricercare a qualsiasi livello: non solo tra i membri dello staff, ma anche tra i capi delle diverse unità di una stessa azienda.



Team Working: come far funzionare una squadra
Amy Edmondson, professore di Harvard, ha stilato alcune "norme" per rendere più efficace il lavoro di squadra. Quattro i principali step da seguire:
  1. la creazione di regole base ben precise - poche e chiare direttive necessarie per fissare dei limiti ed evitare la disorganizzazione;
  2. la partecipazione attiva ai progetti portati avanti - chi dirige il gruppo deve assicurarsi che al suo internonon ci siano voci che si sentono più di altre e collaboratori che restano in disparte;
  3. la condivisione - è indispensabile tra un dirigente e il suo gruppo di lavoro per garantire il successo di un progetto;
  4. motivare i collaboratori al meglio - per una reale produzione, è necessario che il leader sappia farlo, senza per questo nascondere o sottovalutare i rischi di un'impresa, ma diffondendo ottimismo e spirito di iniziativa.

Team leader

Motivare la squadra, far accettare i cambiamenti, guidare i singoli componenti affinché l'obiettivo sia conseguito entro i termini stabiliti e soprattutto rappresentare un modello positivo per loro: sono solo alcuni dei compiti di un team leader.

Chi ricopre questo ruolo deve tuttavia fare attenzione a non incappare in alcuni errori, molto comuni. Mai soffermarsi sul futuro a scapito del presente: pensare all'obiettivo finale, a volte, può far distogliere l'attenzione dalle priorità del momento e, soprattutto, far calare la soglia di attenzione nei confronti dei membri della stessa squadra facendoli sentire poco valorizzati. Cercare di esprimere in modo chiaro e conciso le aspettative e gli obiettivi da raggiungere: illustrare i concetti fondamentali senza troppe parafrasi aiuta a tenere unito il gruppo, evitando che i componenti amministrino male il loro tempo. Non bisogna "affondare" il morale della propria squadra: soprattutto se si verificano inconvenienti o se è necessario affrontare cambiamenti che possono destabilizzare il gruppo. Questo atteggiamento potrebbe avere conseguenze negative. Ascoltare gli altri: essere il responsabile del gruppo e prendere le decisioni, non esula dal dover sempre chiedere alle persone qual è la loro opinione.

In un suo articolo Alan Hall, imprenditore statunitense e collaboratore della rivista Forbes, ha elencato le frasi che un dirigente non dovrebbe mai dire se non vuole scendere nella classifica della buona gestione del personale. Tra queste: "Non voglio sentire lamentele" o "Ti pago, quindi devi fare quello che dico io".



Membri della squadra

Essere un dipendente di successo è simile a gestire da soli una proprietà a basso rischio e con pochi clienti. Innanzitutto bisogna ascoltare cosa è richiesto, poi imparare e cercare di farlo.

Nello svolgimento del proprio lavoro è necessario: guardare all'azienda come se si fosse clienti; ricordarsi che nulla è dovuto (dare il meglio di sé, talvolta dimenticando di guardare la propria job-description e l'orologio, da solo non serve a spalancare le porte ma aiuta); risolvere i problemi e non causarli; aver sempre in mente che il ricavo è tutto (lo scopo primo di ogni azienda è infatti il profitto; per conseguirlo occorre tenere presente che il cliente appartiene all'impresa e non al collaboratore e, allo stesso modo, una qualsiasi attività deve essere incentrata alla realizzazione di un utile).

Il sito Business Insider ha chiesto consiglio al career coach Ryan Kahn e alla sua collega Lynn Taylor per stilare 26 frasi da cancellare all'istante dal vocabolario lavorativo. Tra le espressioni che un dipendente non dovrebbe mai utilizzare con il proprio capo ci sono: "Non posso", "Non fa parte del mio lavoro", "Me ne vado".

Elaborazione FreshPlaza su diverse fonti.