Rapporto Ecomafia 2015: nella filiera agroalimentare il maggior numero di infrazioni
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E proprio nella filiera agroalimentare si riscontra il maggior numero di infrazioni: dalle attività illecite compiute in agricoltura alle truffe per ottenere finanziamenti pubblici a sostegno di alcune colture oltre che alla piaga sociale del caporalato che sfrutta la manodopera in nero, al trasporto della merce, fino alla vendita dei prodotti sui banchi dei supermercati e al business legato alla ristorazione.
Le mafie, insomma, controllano questo settore dal campo al piatto: secondo il rapporto solo nel 2014 il business si aggira intorno ai 4,3 miliardi di euro. Una vera impennata rispetto alle stime dell'anno scorso, che oscillavano sui 500 milioni di euro, tutto compreso.
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Le famiglie criminali hanno le mani sui mercati ortofrutticoli più importanti del Paese: numerose inchieste hanno smascherato la presenza di 'ndrine, camorristi e cosche all'interno dei grandi mercati di Milano, di Fondi nel basso Lazio, di Vittoria e di molte altre località in Sicilia e nelle regioni del Sud, dove i boss comandano indisturbati.
Agroalimentare: i numeri nel 2014
Nel 2014 sono state 7.942 le infrazioni penali accertate nelle varie filiere agroalimentari, a fronte di quasi 200mila controlli effettuati dalle forze dell'ordine. Un'attività che ha portato a 11.937 denunce penali e 83 arresti, oltre al sequestro di beni per un valore stimato di oltre 3,6 miliardi di euro.
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Rocco Tiso, presidente nazionale di Confeuro commenta così la presentazione del rapporto: "Il documento Ecomafia 2015 denuncia con chiarezza un forte incremento delle attività criminose nel settore agroalimentare".
"Nel Paese - continua Tiso - è ormai chiaro a tutti i cittadini come la lotta alla criminalità, alla corruzione e al malaffare siano una priorità. Ora sta al governo recepire almeno questa istanza di cambiamento e non limitarsi alle solite dichiarazioni di circostanza".