Nel provvedimento sono quattro le direttrici di intervento previste specificamente per il sostegno dell'agroalimentare italiano nel mondo:
- Valorizzazione delle produzioni di eccellenza e tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti
- Sostegno alla penetrazione dei prodotti italiani nei diversi mercati, anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione
- Realizzazione di un segno distintivo unico per le produzioni agroalimentari al fine di favorirne la promozione all'estero e durante l'Expo 2015
- Realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell'Italian sounding.
"E' un obiettivo ambizioso – ha proseguito Martina – sul quale vogliamo lavorare concretamente, valorizzando le produzioni italiane e rendendo più facilmente riconoscibile l'origine. Da qui l'esigenza di creare un segno distintivo unico per le nostre produzioni agroalimentari e combattere il falso Made in Italy ancora più intensamente. Per migliorare la competitività, interveniamo favorendo la creazione di piattaforme logistico-distributive e accordi con le reti di distribuzione all'estero. Dobbiamo puntare decisamente sull'aggregazione, per avere i numeri necessari a giocare una partita fondamentale sui mercati".
Le ricadute per il settore ortofrutticolo
I prodotti strategici dell'ortofrutta Made in Italy che possono trarre vantaggio dall'applicazione di queste norme sono sicuramente quelli con un export "collaudato" come kiwi, pere, mele, uva da tavola, ma anche altre peculiarità del nostro territorio come le arance rosse di Sicilia, le pere Abate Fetel, gli agrumi in genere, le susine, i pomodori datterini e ciliegini, i radicchi e così via.
Le destinazioni più appetibili per la nostra ortofrutta sono Stati Uniti, Canada, Giappone ma anche i Paesi con importanti margini di crescita dei consumi come Cina, Messico, Turchia, Emirati Arabi e gli altri paesi del sud-est asiatico.
Ora il mondo ortofrutticolo attende che questa "impalcatura" porti alla concreta realizzazione del piano: chi, come e con quali risorse?