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Davide Vernocchi (Fedagri-Confcooperative) quantifica le misure anti crisi a livello europeo

Ritiri di pesche e nettarine: ci sono in ballo 30 milioni di euro

Le rappresentanze agricole tornano a bussare alla porta di Bruxelles. Ieri, come preannunciato da FreshPlaza del 21 luglio, anche i produttori e cooperatori europei aderenti al Copa-Cogeca hanno inviato una lettera al Commissario Ue dell'agricoltura, Dacian Ciolos, sollecitando un intervento immediato contro la grave crisi che ha colpito il mercato europeo della frutta estiva.



Il Segretario generale del Copa-Cogeca, Pekka Pesonen, ha ribadito come "i ricavi per le pesche e le nettarine sono crollati e i prezzi scesi del 30-50% rispetto al 2013". Elevati volumi di produzione per alcune varietà, sfavorevoli condizioni meteo e calo dei consumi in varie parti d'Europa hanno provocato una "crisi paneuropea eccezionale che è avvertita in tutti gli Stati membri produttori e, se non si interverrà, peggiorerà durante il resto della campagna di commercializzazione".

"L'adozione di ritiri eccezionali - ha continuato Pesonen - aperti a tutti i produttori, e finanziati al di fuori dei fondi operativi per un periodo di tempo limitato, dovrebbe aiutare a riequilibrare l'offerta e la domanda. Riteniamo che un piccolo contributo dalla riserva di crisi aiuterebbe il settore a riprendersi ed eviterebbe l'uscita di scena di vari produttori".

Quanto valgono i ritiri
"Il regolamento comunitario 1308/2013, la nuova Ocm Unica, prevede come strumento straordinario anti crisi il ritiro fino a un massimo del 5% della produzione. Si parla quindi di togliere dal mercato europeo 1 milione di quintali di pesche e nettarine per un valore di 25-30 milioni di euro, che dovrebbero essere stanziati al 100% dall'Ue. Il prezzo di ritiro previsto dal Regolamento è pari a 26,90 euro/quintale, vale a dire circa 27 centesimi al chilo, a fronte di costi di produzione non inferiori ai 40 centesimi. Non è la soluzione di tutti i mali, quindi, ma un piccolo segnale che potrebbe dare fiato al settore". Lo dichiara a FreshPlaza Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative, dopo l'ennesimo giorno di silenzio da Bruxelles.

"Qualcuno - continua Vernocchi - sostiene che gli agricoltori abbiano peccato di scarsa programmazione, ma dopo un inverno senza freddo, che ha fatto anticipare di 10-15 giorni le raccolte al Nord sovrapponendole a quelle del Sud Italia e della Spagna, e dopo ben 9 perturbazioni nel solo mese di luglio, cosa avrebbe potuto fare il mondo della produzione?".

C'è quindi scoramento e grandi punti interrogativi. Come se non bastasse, per effetto della crisi e del maltempo, cala anche la fiducia delle aziende agricole. E' quanto fa sapere la Coldiretti a commento dei dati dell'Istat sulla fiducia delle imprese che, negli altri settori, ha invece fatto registrare un picco massimo dall'agosto 2011.

L'umore nero degli agricoltori - prosegue la Coldiretti - è legato al maltempo dei mesi estivi che ha colpito con temporali, bombe d'acqua e grandine le coltivazioni prossime alla raccolta compromettendo spesso il lavoro di un intero anno, con effetti anche sull'occupazione stagionale. E qui si chiude il cerchio.