Ritiri di pesche e nettarine: ci sono in ballo 30 milioni di euro
Il Segretario generale del Copa-Cogeca, Pekka Pesonen, ha ribadito come "i ricavi per le pesche e le nettarine sono crollati e i prezzi scesi del 30-50% rispetto al 2013". Elevati volumi di produzione per alcune varietà, sfavorevoli condizioni meteo e calo dei consumi in varie parti d'Europa hanno provocato una "crisi paneuropea eccezionale che è avvertita in tutti gli Stati membri produttori e, se non si interverrà, peggiorerà durante il resto della campagna di commercializzazione".
"L'adozione di ritiri eccezionali - ha continuato Pesonen - aperti a tutti i produttori, e finanziati al di fuori dei fondi operativi per un periodo di tempo limitato, dovrebbe aiutare a riequilibrare l'offerta e la domanda. Riteniamo che un piccolo contributo dalla riserva di crisi aiuterebbe il settore a riprendersi ed eviterebbe l'uscita di scena di vari produttori".
Quanto valgono i ritiri
"Il regolamento comunitario 1308/2013, la nuova Ocm Unica, prevede come strumento straordinario anti crisi il ritiro fino a un massimo del 5% della produzione. Si parla quindi di togliere dal mercato europeo 1 milione di quintali di pesche e nettarine per un valore di 25-30 milioni di euro, che dovrebbero essere stanziati al 100% dall'Ue. Il prezzo di ritiro previsto dal Regolamento è pari a 26,90 euro/quintale, vale a dire circa 27 centesimi al chilo, a fronte di costi di produzione non inferiori ai 40 centesimi. Non è la soluzione di tutti i mali, quindi, ma un piccolo segnale che potrebbe dare fiato al settore". Lo dichiara a FreshPlaza Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative, dopo l'ennesimo giorno di silenzio da Bruxelles.
"Qualcuno - continua Vernocchi - sostiene che gli agricoltori abbiano peccato di scarsa programmazione, ma dopo un inverno senza freddo, che ha fatto anticipare di 10-15 giorni le raccolte al Nord sovrapponendole a quelle del Sud Italia e della Spagna, e dopo ben 9 perturbazioni nel solo mese di luglio, cosa avrebbe potuto fare il mondo della produzione?".
C'è quindi scoramento e grandi punti interrogativi. Come se non bastasse, per effetto della crisi e del maltempo, cala anche la fiducia delle aziende agricole. E' quanto fa sapere la Coldiretti a commento dei dati dell'Istat sulla fiducia delle imprese che, negli altri settori, ha invece fatto registrare un picco massimo dall'agosto 2011.
L'umore nero degli agricoltori - prosegue la Coldiretti - è legato al maltempo dei mesi estivi che ha colpito con temporali, bombe d'acqua e grandine le coltivazioni prossime alla raccolta compromettendo spesso il lavoro di un intero anno, con effetti anche sull'occupazione stagionale. E qui si chiude il cerchio.