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"Confeuro: l'etichetta "Made in" sia anche per gli alimentari"

"Il Parlamento chiede etichette "Made in" obbligatorie per rafforzare la sicurezza dei prodotti"

Le etichette "Made in" dovrebbero essere obbligatorie per i prodotti non alimentari venduti nel mercato comunitario, secondo le norme approvate dal Parlamento che hanno come obiettivo una maggiore protezione dei consumatori attraverso il rafforzamento della sorveglianza e dei criteri di sicurezza dei prodotti. I deputati hanno inoltre chiesto pene più severe per le imprese che non rispettano le norme di sicurezza e vendono prodotti potenzialmente pericolosi.

I deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di rendere obbligatorio il marchio del paese d'origine, sostituendo così l'attuale sistema volontario, affermando che le etichette "Made in" permetterebbero di migliorare la tracciabilità delle merci e di rafforzare la tutela dei consumatori. A oggi, circa il 10% dei beni presi in esame dal sistema di allarme RAPEX dell'UE non è riconducibile al produttore.

Per i deputati, l'etichetta "Made in" dovrebbe essere obbligatoriamente utilizzata per tutti i prodotti venduti nell'UE, con alcune eccezioni come il cibo e i medicinali. Secondo la proposta approvata, i produttori UE potrebbero scegliere se mettere sull'etichetta la dicitura "Made in EU" oppure il nome del loro paese.

Il commento di Confeuro

La norma sulle etichette "Made in" per i prodotti non alimentari approvata dal Parlamento europeo – dichiara il presidente della Confeuro Rocco Tiso – è sicuramente un segnale positivo da parte delle istituzioni europee, ma deve necessariamente e al più presto essere estesa anche ai beni alimentari.

Rendere tracciabili i cibi – sottolinea Tiso – significa da una parte rendere trasparente la catena di fornitura di un prodotto, dall'altra rafforzare la tutela dei consumatori; e in particolare preservare, in una paese come L'Italia che si distingue per i tanti marchi DOP e IGP, quelle eccellenze che rappresentano il fiore all'occhiello della nostra produzione agricola.

Il governo deve mettersi in prima linea per far sentire la propria voce – conclude Tiso – e prendere una posizione forte e decisa a Bruxelles, perché l'etichettatura di origine consente la salvaguardia dei prodotti made in Italy, che rappresentano sicuramente un canale di ripresa per tutto il comparto agricolo del Belpaese, poiché sinonimo di qualità, salubrità e notorietà anche e soprattutto all'estero.
Data di pubblicazione: