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Italia: il punto sul cancro batterico dell'actinidia (prima parte)

Il Dipartimento di Protezione delle Piante (DIPROP) dell'Università della Tuscia (Viterbo) sta conducendo differenti ricerche nell’ambito del Progetto triennale (2009-2011) "Cancro batterico dell’actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae): messa a punto di strategie di difesa", finanziato da varie regioni italiane, tra cui Lazio ed Emilia-Romagna (Assessorato Agricoltura).

Di seguito, in virtù della proficua collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale della Regione Lazio, si riportano alcuni dei risultati ad oggi ottenuti; altri, saranno pubblicati nel Dossier Actinidia nella Rivista di Frutticoltura di questo mese, ed altri ancora saranno presentati dal Dr. Balestra (Univ. Tuscia), la prossima settimana (Faenza, 12-17 Settembre, Faenza), in occasione del 7th International Symposium on Kiwifruit.

Dal 2008 ad oggi, la diffusione di P. s. pv. actinidiae (PSA) e l’incidenza del cancro batterico, nel loro insieme, possono essere considerati alla stregua di una vera e propria epidemia che sta interessando la maggior parte degli areali italiani dove la coltivazione e la produzione dell’actinidia rappresentano un valore agroalimentare di eccellenza.

Censimento della diffusione attuale della batteriosi
Su scala nazionale, la situazione più estesa è in atto nel Lazio, dove si sta procedendo tutt’ora al censimento di tutte le aziende colpite da questa batteriosi dal 2008 al 2010 e dove finora sono stati registrati complessivamente 666 casi tra le province di Latina, Roma e Viterbo.

Al di fuori del Lazio, ad oggi, sono stati registrati 1 caso in Veneto (provincia di Treviso), 6 segnalazioni in Emilia-Romagna (5 nella provincia di Ravenna ed 1 nella provincia di Forlì-Cesena) ed oltre 60 casi in Piemonte (4 nell’area comprendente le province di Biella e Vercelli e la restante parte in provincia di Cuneo). Non sono state attualmente segnalate alterazioni/danni da PSA in Friuli-Venezia Giulia e Lombardia.

Recentemente (maggio 2010), un rinvenimento di PSA è stato registrato in Calabria (provincia di Reggio Calabria). In associazione alla diffusione del cancro batterico in Italia, per completezza d’informazione, va registrata nella primavera 2010, per la prima volta, la presenza di P. s. pv. actinidiae anche in Portogallo, in alcuni impianti costituiti con piante di actinidia provenienti dall’Italia.


Copiosa produzione di essudato contenente cellule batteriche di PSA emessa da piante di actinidia in Portogallo (Provincia del Douro).

La biologia del batterio durante le stagioni
La stagione autunnale, con l'elevata umidità relativa e le temperature miti, in associazione alle nuove e numerose vie d’ingresso per il patogeno, determinate dalle fasi di raccolta dei frutti e dalla caduta delle foglie e dall'elevata attività stomatica e lenticellare, rappresentano una condizione durante la quale PSA può insediarsi agevolmente e quindi sopravvivere all’interno dell’ospite.

In questa fase, in assenza di una opportuna protezione fitosanitaria del frutteto e di una mancata eliminazione delle porzioni vegetali sintomatiche, possono verificarsi sia infezioni primarie (fasi della raccolta frutti e della caduta foglie), sia re-infezioni secondarie (su piante precedentemente colpite dal patogeno e già capitozzate).

In inverno, poi, qualora il patogeno, per differenti cause, sia presente nel frutteto, le operazioni di potatura, se non effettuate con le dovute precauzioni (es. disinfezione degli strumenti di taglio), possono diffondere il batterio. facilitandone la penetrazione/colonizzazione all’interno degli organi legnosi e, quindi, innescando il ciclo infettivo alla ripresa vegetativa.

Tralci, rami, branche (di diametro maggiore o uguale a 2 cm) se non disinfettati ed adeguatamente sigillati, rappresentano la principale via d’infezione utilizzata da PSA in questo momento stagionale. Unitamente, gelate, grandinate e violenti temporali in questa stagione costituiscono fattori di rischio elevato per ulteriori infezioni/re-infezioni.

In primavera-inizio estate, le temperature e l'umidità relativa sono ottimali per la moltiplicazione di PSA. Pertanto, in questa fase fenologica le piante, se non opportunamente protette, rappresentano un substrato ideale per la sopravvivenza e la moltiplicazione di P. s. pv. actinidiae sulle porzioni aeree. In questi mesi, in concomitanza del prorompente rigoglio vegetativo, il patogeno è in grado di penetrare nell’ospite attraverso aperture naturali, quali lenticelle, stomi, ferite naturali conseguenti l’emissione dei nuovi germogli/foglie, o accidentali (vento) e/o mediante violenti eventi meteorici (gelate tardive, grandinate, violenti temporali).

In particolare, durante questo periodo stagionale, PSA sulle foglie sembrerebbe prediligere una sopravvivenza sulla loro pagina inferiore dove, con una maggiore percentuale di umidità relativa riesce a moltiplicarsi, diffondersi e penetrare nelle foglie, riuscendo a muoversi poi attraverso le nervature fino al picciolo e quindi al tralcio.


Essudati, caratterizzati da differenti colorazioni, campionati da piante di actinidia affette da cancro batterico; in quasi tutti gli essudati ad oggi analizzati in Italia è stata rilevata la presenza di cellule batteriche di Pseudomonas syringae pv. actinidiae.

Gli essudati che fuoriescono dai cancri di piante affette da cancro batterico possono presentare differenti tonalità cromatiche (dal bianco opaco al rosso intenso); indipendentemente dal colore, all’interno degli essudati campionati in Italia sono state quasi sempre rinvenute cellule di PSA e, quando il patogeno veniva isolato, sulle stesse piante erano al contempo sempre presenti uno o più degli altri sintomi caratteristici della fitopatia (avvizzimento di rami, necrosi brunastre circondate da un alone clorotico sulle foglie, dilatazione delle lenticelle, imbrunimenti dei boccioli/fiori, avvizzimento dei frutti).


Evidenti sintomi fogliari di cancro batterico dell’actinidia.

Durante i mesi estivi più caldi (luglio, agosto) e con una ridotta percentuale di umidità relativa, PSA riduce notevolmente la propria attività biologica. Il patogeno sopravvive con difficoltà sulle foglie, prediligendo siti protetti come cancri o porzioni aeree e radicali infette; inoltre, in estate, esso viene isolato all’interno di nuovi organi vegetativi (giovani tralci/foglie) di piante precedentemente infettate e quindi capitozzate, indipendentemente dalla presenza o meno sugli stessi di sintomi esterni evidenti.

In questo periodo è più raro rinvenire nuove essudazioni, ma quando queste si manifestano sono veicolo di nuove infezioni. Anche durante l’estate le grandinate ed i violenti temporali costituiscono fattori di notevole rischio in grado di concorrere attivamente alla diffusione di PSA da piante infette a piante sane, e quindi a infezioni e re-infezioni.

Nella seconda parte, in onda domani, vedremo le indicazioni della ricerca per quanto attiene il controllo e il contenimento del cancro batterico in Italia.
Data di pubblicazione: