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Ormai compromessa la produzione di Actinidia Chinensis nel Lazio

Batteriosi dell'Actinidia: Agrintesa mantiene alta la guardia

Lo scorso mese di aprile, si è svolto a Faenza, presso la sala riunioni Agrintesa, un incontro tecnico dedicato al nuovo problema della batteriosi sull’actinidia.

Alla serata organizzata dalla cooperativa hanno partecipato ad illustrare il problema e discutere sulle metodologie di approccio preventivo, oltre ai tecnici Agrintesa, anche il dott. Tiziano Galassi e la dott.sa Loredana Antoniacci dell’Osservatorio Regionale della Malattia delle Piante, il dirigente del settore delle Politiche Agricole e Sviluppo Rurale della prov. di Ravenna, dott. Antonio Venturi, e il neo Assessore alle Politiche agricole, ambiente e igiene pubblica, mobilità pubblica del comune di Faenza, dott. Roberto Savini.


La sala riunioni di Agrintesa.

L'illustrazione dell’argomento ha visto l’attenzione e la conseguente preoccupazione dei molti produttori presenti, soprattutto alla luce del rischio di diffusione della malattia anche nel nostro comprensorio, dopo l'improvvisa esplosione del patogeno nella regione Lazio dove oramai appare seriamente compromessa la coltura dell’actinidia, soprattutto quella della specie Actinidia Chinensis, in primis le varietà Hort 16 A e Jin Tao con l'80-90% degli impianti colpiti. Ma la vera preoccupazione è data dal crescente riscontro di sintomi anche sulla specie Actinidia Deliciosa (varietà Hayward e simili).


I relatori.

Attualmente non esiste una statistica sugli impianti di Hayward colpiti, poiché in quel territorio la coltura è diffusa presso tantissimi produttori, di cui solo una parte minoritaria è organizzata in cooperative, pertanto è difficile conoscere i dati complessivi dei catasti produttivi e l’incidenza della problematica sulla superficie totale.


La platea, con il direttore generale Gianni Amidei in prima fila.

La sintomatologia prevalente della malattia, che si manifesta attraverso la emissione di essudati rosso ruggine nel tronco, sulle branche e sui tralci, può essere confusa con eventuali danni da gelo provocati dalle gelate dei mesi di dicembre e gennaio. Ciò nonostante, ogni eventuale sintomo riscontrato nel frutteto simile a quanto descritto va assolutamente evidenziato per procedere immediatamente ad analisi di laboratorio presso il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna al fine di accertare l’eventuale presenza del patogeno.


Il caratteristico essudato di colore rosso.

Inoltre si rende necessario un prontuario di regole da mettere in campo al più presto onde evitare che la grave situazione dell’Agro pontino, si possa ripetere in altri territori.


Sintomi della malattia sull'apparato fogliare.

Nello specifico:
1) Osservare tutte le misure di prevenzione riportate nell’apposito pieghevole pubblicato sulla Rivista "AGRICOLTURA" della Reg. Emilia Romagna al n° 10 di Ottobre 2009
2) Porre la massima attenzione alla provenienza del materiale vegetativo di riproduzione. Accertarsi della provenienza delle piante, l'ambiente in cui sono state formate ed accresciute, prima della loro commercializzazione. Lo stesso anche per il materiale d'innesto.
3) Impollinazione: chi fa uso di questa buona pratica agronomica ai fini del risultato qualitativo sui frutti, è di fondamentale importanza che si accerti circa l'origine del polline, onde evitare la sua provenienza da zone infette. Si tratta in questo caso di una misura cautelativa poiché dalle analisi di laboratorio non sembra che la trasmissione del batterio possa avvenire tramite il polline.
4) E' importantissimo che ogni produttore di actinidia, supervisioni regolarmente il proprio impianto, segnando in loco eventuali piante con sintomi sospetti riconducibili a quelli della batteriosi.

Inoltre vanno informati con sollecitudine gli uffici tecnici, per avviare le eventuali procedure di accertamento.

Queste misure preventive e l’attenzione alla coltura, dote innata di molti frutticoltori, potranno permettere di continuare in tranquillità la coltivazione di questa specie così importante per l’intera economia di vasti territori.
Data di pubblicazione: