L'obesità è una malattia cronica determinata da un eccesso di massa grassa. Il parametro più semplice, e quindi più utilizzato, per definire il grado di obesità è l'Indice di Massa Corporea (IMC) o Body Mass Index (BMI) che si ricava dal rapporto tra il peso espresso in chilogrammi e l'altezza in metri al quadrato.
L'obesità non è un problema estetico: fa ammalare e può uccidere. L'obesità è infatti associata a un aumentato rischio d'insorgenza di diverse patologie:
• metaboliche: ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito, sindrome metabolica;
• vascolari: ictus cerebrali, infarto del miocardio;
• gastrointestinali; reflusso esofageo, colelitiasi, pancreatite, epatopatia;
• respiratorie apnee, insufficienze respiratorie;
• oncologiche: maggior incidenza di tumori (utero, prostata, colon, pancreas, rene, mammella in postmenopausa) e peggioramento della prognosi;
• osteoarticolari: osteoporosi, artrosi, iperuricemia, gotta;
• psicologiche: depressione, bassa autostima, problematiche relazionali.
A parità di BMI, i soggetti che accumulano grasso nell'addome e nella parte superiore del corpo, definita obesità androide o a "mela" e tipica degli uomini, presentano rischi maggiori di sviluppare le complicanze croniche e acute dell'obesità rispetto a coloro che localizzano il tessuto adiposo principalmente sulle cosce e sui fianchi, definita obesità ginoide o a "pera" (figura b) maggiormente riscontrata nelle donne. Nell'obesità addominale, infatti il grasso si espande tra i visceri, comprimendoli e ostacolando la loro normale e corretta funzionalità.