Il nichel è una sostanza presente ovunque: aria, acqua e suolo. Si trova in particolare nell'aria, ma viene assorbito in grandi quantità dal suolo sia perché la crosta terrestre è composta da metalli pesanti, sia perché veicolato attraverso l'acqua piovana, le tubature e l'irrigazione. Nell'organismo umano, il nichel arriva per inalazione di polveri, per contatto con oggetti metallici o per ingestione di cibi che lo contengono.
Il fabbisogno giornaliero stimato è di circa 0,05 mg/kg di peso corporeo, ma in Italia si stima un'assunzione giornaliera di 0,3-0,4 mg/kg, pari a quasi 9 volte.
L'EFSA, nel nuovo documento di aggiornamento della valutazione del rischio per la presenza del nichel negli alimenti e nelle acque potabili del 2020 ha stabilito la TDI (Tolerable Daily Intake) pari a 0,013 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo, quale dose giornaliera valutata sicura per assunzione a lungo termine.
L'obiettivo del progetto, di cui fanno parte 4 aziende agricole della Valdaso in provincia di Fermo; insieme all'Università Politecnica della Marche attraverso il referente scientifico docente Franco Capocasa, e consulenti esperti nel settore della nutrizione delle piante, ha lo scopo di valutare e produrre fragole e pomodoro contenenti una quantità di nichel al di sotto della soglia di quantificazione analitica classificabile e dunque successivamente certificabile come "Nichel free" e cioè prodotti agricoli nei quali il contenuto di nichel è pari o inferiore a 0,01 mg/kg.
La sperimentazione riguarda il metodo di coltivazione di fragole e pomodoro in fuori suolo su differenti substrati, perlite in comparazione con substrato di cocco/perlite e torba, al fine di verificare l'eventuale differente quantità di nichel riscontrabile nei frutti in relazione alla tipologia di substrato utilizzato. Inoltre, verranno testate diverse tipologie di materiale vivaistico per fragola (piante Tray e Frigo conservate) e pomodoro per capire se l'origine della pianta può influire sulla presenza di nichel nei frutti.
Successivamente, attraverso diverse tipologie di concimazioni e continue analisi analitiche sui frutti, si andranno ad identificare tutte le fonti di contaminazione da nichel, potenziali e/o effettivamente presenti nell'arco del progetto, che ha una durata di 36 mesi.
Le fonti contaminanti individuate (substrato, acque, mezzi e metodi di difesa, gestione della fertilità) si andranno a sostituire nel tempo così da avere, a fine progetto, un documento tecnico utilizzabile da altre aziende agricole del territorio per controllare i parametri che consentono di garantire in maniera continuativa l'ottenimento di un prodotto con contenuti in Nichel al di sotto dei limiti di quantificazione analitica (0,01 mg/kg).
Tali scelte dovranno essere supportate da evidenze documentate quali analisi, schede tecniche, studi scientifici, ricerche ed altro, per suolo, acque, fertilizzanti e fitofarmaci, che ne dimostrino l'adeguatezza e che saranno tutte valutate dal progetto.
Il progetto, finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale Marche 2014/2022 misura 16,1 azione 2 "Innovazione" è iniziato nel 2023.