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Intervista a Giancarlo Polizzi, Dipartimento di Agricoltura e Ambiente, Università di Catania

Avocado: aumento delle malattie, investire solo in aree idonee

In Italia, come nel resto del mondo, cresce sempre più l'interesse per il consumo di avocado, sull'onda di una percezione che si ha di questo prodotto come di un superfood. L'avocado si presta infatti a innumerevoli preparazioni in cucina, per cui i consumi pro-capite aumentano vertiginosamente ogni anno; il prezzo di vendita ha già superato di ben 4-5 volte quello degli agrumi. Ne parla in un'intervista Giancarlo Polizzi, docente presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università di Catania.

Il prof. Giancarlo Polizzi

"I crescenti consumi di avocado hanno determinato il proliferare di nuovi impianti ovunque - spiega Polizzi - soprattutto nelle regioni e nelle aree caratterizzate da inverni miti e temperature minime che raramente scendono al di sotto di 0°C! Come spesso accade nel settore agricolo, lo sviluppo della coltivazione dell'avocado stenta a fondarsi su solide conoscenze tecniche, che dovrebbero invece essere alla base di una seria programmazione degli investimenti".

L'errata narrazione sui cambiamenti climatici
L'emulazione, l'aspirazione agli ipotetici guadagni e la crescente domanda del prodotto stanno invogliando gli agricoltori a investire sulla coltura dell'avocado, anche in aree non idonee. Spesso i nuovi impianti e gli investimenti vengono consigliati da chi ha scarsa competenza tecnica o solo interessi di natura commerciale.

"La disinformazione più comune - afferma il docente universitario - è quella secondo cui il cambiamento climatico favorirebbe lo sviluppo delle colture tropicali (avocado, mango, frutto della passione, ecc.). Niente di più falso. L'aumento di eventi estremi, seppure in presenza di un riscaldamento globale, è estremamente dannoso per ragioni che variano molto in base al tipo di coltura tropicale. Relativamente all'avocado in Sicilia, ad esempio, nelle aree considerate più collaudate e idonee alla sua coltivazione (costa orientale tra Acireale e Fiumefreddo e non oltre i 250-300 metri sul livello del mare) per il clima mite, il terreno vulcanico ben drenante e l'ottima qualità delle acque di irrigazione, la produzione media annua di un impianto a maturità (10-12 anni) si attesta, in base a dati storici, intorno a 10-12 ton/ha, contro le 30-40 ton/ha degli agrumi".

"Le rese economiche attese per ettaro possono, per svariate ragioni, risultare fortemente compromesse - spiega Polizzi - e ridursi anche alle 3-6 ton/ha. Ciò, ovviamente, rende l'investimento antieconomico, nonostante l'elevato prezzo unitario di vendita. Tra le cause della riduzione delle rese per ettaro vi sono le malattie biotiche e abiotiche, che hanno un ruolo di primo piano. Per il momento tralasciamo alcune delle più comuni problematiche causate da patogeni tellurici (ad esempio Phytophthora cinnamomi e Rosellinia necatrix), ben più gravi in altri Paesi, che non in Italia. Tuttavia, recentissime ricerche condotte dal Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università di Catania hanno consentito di accertare numerose specie fungine! Si tratta di Botryosphaeria dothidea, Lasiodiplodia citricola, Macrophomina phaseolina, Neofusicoccum spp., tutte appartenenti alla famiglia delle Botryosphaeriaceae che possono determinare morie delle giovani piante e gravi danni in impianti adulti, a causa dei cancri rameali e del disseccamento dei rametti e delle infiorescenze. Gli stessi agenti fungini sono anche in grado di causare marciumi sui frutti. Cancri rameali e moria di piante adulte possono essere determinati anche dalla nuova specie fungina Neocosmospora perseae, descritta nel 2018 dal mio gruppo di ricerca".


Sopra: disseccamento di una intera branca causato da Botryosphaeriaceae e sezione trasversale di un ramo infetto.

"Su giovani piante abbiamo descritto nel 2022 un'altra nuova specie fungina: Neopestalotiopsis siciliana - rivela l'esperto - che, unitamente alla specie N. rosae, è in grado di causare moria delle giovani piante. Spesso molti di questi agenti fungini possono insediarsi nelle piantine in vivaio durante l'esecuzione dell'innesto, così come accertato su molte partite di piante provenienti dall'estero, che sono morte poco dopo il trapianto o anche dopo 1-2 anni. Nell'ambito del progetto "Avocado biologico siciliano: superfood per la valorizzazione delle aree ionico-tirreniche, acronimo "Superavocado" finanziato dalla Regione Siciliana PSR Sicilia 2014-2020 Sottomisura 16.2, stiamo conducendo delle promettenti ed ecosostenibili ricerche per il contenimento di questi agenti patogeni, mediante formulati commerciali contenenti microrganismi antagonisti. Tra i diversi obiettivi del progetto, uno è quello di individuare i migliori formulati per la protezione delle ferite".

Necrosi in corrispondenza del punto di innesto

"Anche numerosi fattori abiotici come il gelo, il vento o le ondate di calore - aggiunge Polizzi - sono responsabili di forti contrazioni delle rese per ettaro. Relativamente al vento, l'impiego di reti protettive o di barriere frangivento non sempre consente una adeguata resa produttiva. Il cambiamento climatico sta facendo registrare negli ultimi anni, come accennato, un incremento degli eventi estremi (cicloni mediterranei, gelate, grandinate, siccità e ondate di calore) e la coltura dell'avocado, rispetto a quella degli agrumi, è molto più sensibile a tutti gli eventi estremi.

Danni da gelo su giovane pianta

Le temperature registrate nell'estate del 2023, che hanno raggiunto i 51°C, hanno totalmente azzerato la produzione in alcune aree e, addirittura, in alcuni impianti hanno compromesso la vitalità delle piante. Gli stress abiotici possono inoltre rendere le piante più suscettibili ad alcune malattie fungine, così come è stato accertato per le Botryosphaeriaceae".

Danni da insolazione ed eccesso di calore su giovani piante

Questi aspetti fitosanitari debbono essere tenuti in debita considerazione negli investimenti futuri, in quanto sarà necessario prevedere impianti che possano avere effetti mitiganti sul microclima della coltura, con un aggravio notevole dei costi di impianto. La qualità dell'avocado prodotto in Italia è, comunque, eccellente e di gran lunga superiore alla produzione estera.

"Il prodotto coltivato in Italia deve considerarsi totalmente ecosostenibile e sicuro per i consumatori, in quanto - conferma il docente - a differenza di quanto accade in altri Paesi extraeuropei, non necessita di interventi con insetticidi e il contenimento delle infezioni fungine può essere effettuato esclusivamente mediante l'uso di formulati autorizzati in regime biologico. Pertanto, alla luce delle superiori considerazioni, è auspicabile una crescita razionale del comparto produttivo in aree pedoclimatiche idonee, al fine garantire rese economicamente accettabili e la longevità dell'impianto".

Bibliografia per approfondire:
Aiello D., Bregant C., Carlucci A., Guarnaccia V., Gusella G., Linaldeddu B.T., Mugnai L., Raimondo M.L., Polizzi G. (2023). Current status of Botryosphaeriaceae species in Italy: Impacts on agricultural crops and forest ecosystems. Phytopathologia Mediterranea 62 (3): 381-412. Fiorenza A., Gusella G., Vecchio L., Aiello D., Polizzi G. (2023). Diversity of Botryosphaeriaceae species associated with canker and dieback of avocado (Persea americana) in Italy. Phytopathologia Mediterranea 62 (1): 47-63. Fiorenza A., Gusella G., Aiello D., Polizzi G., Voglmayr H. (2022). Neopestalotiopsis siciliana sp. nov. and N. rosae causing stem lesion and dieback on avocado plants in Italy. Journal of Fungi 8 (6): 562.
Fiorenza A., Aiello D., Leonardi G.R., Continella A., Polizzi G. (2021). First report of Rosellinia necatrix causing white root rot on avocado in Italy. Plant Disease 105 (10): 3294.

Per maggiori informazioni:
Prof. Giancarlo Polizzi
gpolizzi@unict.it