La fila esterna di un frutteto di Packham a Wolseley, in Sudafrica, è stata bruciata durante un recente incendio, uno dei tanti verificatisi in questa stagione nel Capo Occidentale. "Il danno è però stato ridotto al minimo, grazie agli sforzi dei vigili del fuoco e delle associazioni regionali antincendio", afferma Christo Strydom della Wolfpack. Tutta la provincia è in stato di massima allerta per gli incendi.
La raccolta delle pere è stata eccezionalmente precoce, seguendo la stessa tendenza già osservata per le drupacee precoci.
"Avevamo finito di raccogliere le Packham, già al 14 febbraio. Solitamente, in questo periodo dell’anno, raggiungiamo il picco produttivo". Non è un raccolto record, e le scottature solari sulle pere intorno a Ceres e Wolseley faranno pagare il loro scotto. Nelle ultime settimane le temperature hanno superato i 40 °C in tutta la provincia.
"La domanda del mercato è buona. È strettamente associata all'abbondante disponibilità residua dal precedente raccolto europeo. Si tratta solo di far arrivare la frutta in buone condizioni. Puoi chiedere a qualsiasi esportatore, responsabile di un impianto di confezionamento o coltivatore: tutti ti diranno che la minaccia più grande è far transitare i prodotti in sicurezza attraverso il porto".
Limitazioni nel commercio
Gli operatori commerciali sono gravemente limitati nella loro attività dai porti gestiti dallo Stato. "Non si può fare tutto con il trasporto aereo. Questa è la frustrazione più grande che abbiamo in questo momento". Anche loro hanno inviato la frutta al porto di Gqeberha, invece che a Città del Capo. L'ironia della sorte è che la nave diretta a Rotterdam passa di nuovo da quest'ultimo. I costi dei camion verso i porti di altre province sono enormi, mentre i container vuoti non possono entrare per rifornire le scorte.
"Come qualcuno mi ha detto di recente: ogni piccolo guadagno viene spazzato via da tali costi elevati".
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Christo Strydom
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