Il divieto di esportazione delle cipolle sembra avere un impatto sul raccolto di uva nel distretto indiano di Nashik. La sospensione delle esportazioni di cipolle verso il Bangladesh ha portato a un aumento dei dazi d'importazione sull'uva. Questo ha presumibilmente portato i commercianti a compensare le loro perdite a spese degli agricoltori, facendo crollare i prezzi dell'uva sul mercato interno e lasciando gli agricoltori in una situazione disperata.
L'economia agricola del distretto di Nashik si basa in larga misura su cipolle, canna da zucchero e frutteti, con l'uva che contribuisce in modo significativo al fatturato economico annuale. Tuttavia, i crescenti problemi di scarsità d'acqua, uniti al divieto di esportazione delle cipolle imposto a dicembre, hanno messo gli agricoltori sempre più a dura prova. Il costo aggiuntivo di un dazio di 104 rupie (1,16 euro) per 100 kg sulle merci importate dall'India, imposto dal Bangladesh, viene scaricato sugli agricoltori, con conseguente calo dei prezzi dell'uva.
Con il freddo in corso nella zona settentrionale dell'India, gli agricoltori sono costretti a vendere l'uva a prezzi ridotti. L'attuale periodo di inflazione sta aumentando il divario tra i costi di mantenimento dei vigneti e i profitti della produzione, aumentando il rischio che gli agricoltori si indebitino.
Fonte: lokmattimes.com