La scienza accoglie le patate come scelta sana e sostenibile
La patata va considerata come un ortaggio
Secondo la rilevatrice di tendenze sul mercato Marjan Ippel, la patata è "la nuova carne": si adatta al modello di consumo moderno delle generazioni più giovani, come i Millennials. Non solo nel classico pasto a base di patate, verdure e carne, ma anche in piatti internazionali come il curry, lo sformato del pastore, le patate al forno ripiene di verdure e le patate Hasselback.
Ippel: "La patata merita un posto più importante nei nostri piatti e per quanto riguarda il profilo nutrizionale deve essere considerata come un ortaggio. Le patate contengono le stesse vitamine e fibre delle verdure e in tutto il mondo sono considerate come tali, tranne che nei Paesi Bassi!"
E' così anche per la nutrizionista Lisa Steltenpool, la quale sostiene un'alimentazione a base vegetale. Da una ricerca è scaturito che le persone che consumano alimenti vegetali hanno meno rischi di incorrere in patologie cardiovascolari legate a un'alimentazione scorretta, le principali cause di morte nei Paesi Bassi (e non solo). Nella sua piramide vegana, la nutrizionista ha inserito legumi e altre fonti vegetali di proteine, cereali integrali numerose porzioni di frutta, verdura e patate. Anche Steltenpool classifica la patata come ortaggio.
"Il problema climatico è nel tuo piatto"
Hans Blonk, di Blonk Consultants, ha sviluppato un programma che calcola gli effetti del cibo sul clima. Secondo i calcoli di Blonk, la produzione di bistecche di manzo genera la maggiore emissione di gas serra per kg. Le patate si classificano molto meglio su questo punto e continuano quindi a far parte di un'alimentazione ecologica e sostenibile.
Il diabete di tipo 2 può regredire con una buona alimentazione
Il professore di diabetologia Hanno Pijl ha condotto una ricerca innovativa sul trattamento del diabete di tipo 2 con uno stile di vita salutare. "Chi ha il diabete non può consumare carboidrati, che perciò devono essere limitati nell'alimentazione. Quanto tale restrizione debba essere rigorosa, dipende molto dall'individuo. In pratica, quindi, tenere conto dell'indice glicemico non è utile, perché l'aumento degli zuccheri nel sangue può essere determinato da molti fattori e ci sono comunque delle differenze individuali".
Il prof. Ben J.M. Witteman, gastroenterologo, ha studiato la sindrome del colon irritabile, la causa principale di dolori addominali. In futuro la dieta a basso contenuto di FODMAP (Oligo-, di- e monosaccaridi fermentativi e polioli) potrà venire in aiuto. Nelle patate, il contenuto di FODMAP è quasi nullo e quindi si adattano bene a questa dieta.
Fonte: NAO