"Cia: torna la campagna "Piantiamola!" delle nostre Donne in Campo"
Il suolo, i semi, le piante, rappresentano il primo anello della catena alimentare e sono il simbolo della sostenibilità ambientale. Difenderli e curarli è il compito di tutti, a partire dalle agricoltrici che ogni giorno contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare tutelando la biodiversità. Quindi non solo mimose, che comunque toccheranno domani il picco di vendita con 12 milioni di "mazzetti" (ovvero l'85% degli acquisti annui), ma anche rampicanti e piante aromatiche, pomodori e insalata. Perché "imparare a prendersi cura di una pianta, della vita vegetale - osserva la presidente nazionale di Donne in Campo Cia, Mara Longhin - è il miglior modo per combattere la violenza che si esprime a tutti i livelli, prima di tutto verso le donne".
D'altra parte, l'associazione coglie l'occasione dell'8 marzo anche per ricordare che il lavoro è una risorsa per le donne, una potente arma antiviolenza: "Lavorare e fare impresa - ricorda Longhin - significa avere quell'autonomia economica, quella capacità decisionale che ci rende forti e ci sottrae a molte violenze. E in questo senso, proprio l'agricoltura è uno dei settori con il più alto livello di femminilizzazione".
Oggi in Italia le aziende agricole con a capo una donna sono quasi 500 mila, cioè oltre il 30% del totale, mentre le lavoratrici rappresentano quasi il 40% della forza lavoro complessiva del comparto.
"Le donne sono un caso di resilienza e di resistenza nei territori rurali. Penso alle agricoltrici delle zone terremotate, delle aree colpite dall'eccezionale ondata di maltempo, che restano sul territorio e lottano per ripartire - conclude la presidente nazionale di Donne in Campo -. Dedichiamo a loro questa Festa e il nostro impegno con la Cia a sostegno della ricostruzione".