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Tutti i benefici del pistacchio, alleato del cuore

Diversi studi scientifici dimostrano che mangiare frutta secca, compresi i pistacchi, può aiutare a mantenere il cuore sano, contribuendo alla prevenzione delle malattie cardiovascolari grazie alla giusta combinazione di fibre, antiossidanti, grassi sani e fitosteroli. Secondo alcune ricerche promosse da APG, includere in una dieta bilanciata quantità controllate di pistacchi può aiutare a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e i trigliceridi nel sangue, a migliorare i parametri legati a stati infiammatori, e contribuire a mantenere i vasi sanguigni in salute.

I pistacchi sono benefici per il loro alto contenuto di grassi insaturi e monoinsaturi che possono contribuire, in un'alimentazione variata, a mantenere un livello normale di colesterolo nel sangue, soprattutto se li sostituiamo in buona parte al consumo dei grassi saturi. Alcuni studi sul consumo di pistacchi e malattie cardiache hanno evidenziato una buona riduzione dei livelli di colesterolo e di pressione grazie all'alto contenuto di fitosteroli contenuto nei gustosi frutti verdi. I fitosteroli diminuiscono l'assorbimento intestinale del colesterolo durante la digestione e possono ridurre la quantità del colesterolo prodotta dal corpo.

Inoltre i pistacchi forniscono un buon apporto di tiamina o vitamina B1, responsabile della normale funzionalità cardiaca e soprattutto di acido folico, che contribuisce al normale metabolismo dell'omocisteina. Uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori cinesi del Pla General Hospital di Pechino, guidati da Xiaoyong Sai, ha indagato se troppa omocisteina e troppi grassi nel sangue, in associazione, potessero avere un effetto sinergico e aumentare il rischio di ictus. Secondo i risultati delle loro analisi retrospettive, pubblicate dalla rivista Neural Regeneration Reserach, chi ha elevati livelli di omocisteina e di lipidi (cioè colesterolo e trigliceridi) nel sangue, a parità di altri fattori di rischio, ha un 40 per cento in più di probabilità di andare incontro a problemi cardiovascolari e ictus rispetto a chi ha questi valori normali.
Data di pubblicazione: