Anche nel 2016 continua la crescita di Apofruit. Per il futuro la parola d'ordine sara' specializzazione
Al Macfrut, nello stand Apofruit.
La sola OP Apofruit Italia, alias 4.187 produttori per 271.580 ton di ortofrutta ritirata, 12 stabilimenti e 15 centri di ritiro e stoccaggio, ha registrato per i primi 7 mesi dell'anno un fatturato di oltre 106 milioni di euro, con un più 27,1% rispetto allo stesso periodo del 2015, e 128mila ton ritirate contro le 97mila dello stesso periodo dell'anno scorso. Per Canova (la società trading per il bio) invece, al 31 luglio di quest'anno, il fatturato era di quasi 45 milioni di euro (+18,9%), per oltre 24mila tonnellate commercializzate (+31,9%). Un po' più contenuta, si fa per dire, la crescita del Mediterraneo Group, il braccio commerciale per i partner del gruppo: fatturato e volumi commercializzati crescono in entrambi i casi di poco più del 9% (+9,6% e +9,4%), arrivando rispettivamente per i primi 7 mesi dell'anno a quasi 28 milioni di euro di fatturato e poco meno di 25mila ton.
Al Macfrut, nello stand Apofruit.
Per continuare con questi ritmi, per il prossimo futuro la parola d'ordine del Gruppo sarà una sola: specializzazione, che fa rima con innovazione. Per questo il gruppo sta perseguendo tutta una serie di progetti per portare sugli scaffali e sulle tavole dei consumatori prodotti sempre più di qualità; in questo la storia in casa Apofruit delle fragole marchiate Solarelli è diventato un modello da seguire e da applicare anche alle altre referenze. Dal 2012 al 2015 infatti i volumi delle fragole così marchiate sono passate da 1.500 ton a quasi 20mila: solo l'anno scorso, rispetto all'anno precedente, c'è stata una crescita di quasi il 15%.
Quel modello lo si sta così applicando a una filiera particolarmente delicata, come delicati ne sono i prodotti, quella dei piccoli frutti. Il Gruppo ha già acquisito dalla Planasa la possibilità di utilizzare Adelita® (cfr. FreshPlaza del 23/06/2016), lampone che andrà ulteriormente a completare il paniere Solarelli, e lo farà già a partire dal prossimo 2017.
Susincocco (Fonte foto: Apofruit)
Parallelamente nei campi sperimentali sono state messe a dimora le prime selezioni di susincocco per testare produttività, adattabilità all'ambiente emiliano-romagnolo e mantenimento delle caratteristiche organolettiche di questo frutto che ha un elevato contenuto zuccherino, una forma facilmente riconoscibile e un aspetto simile a una susina. Allo stesso modo è in fase di test una nuova linea di albicocche, questa volta rosse. Se ne stanno provando diverse varietà con varie epoche di maturazione rispetto a Kioto: Monabrie (-25 giorni), Selezione 11-72, della Cot International (-20), Fuego (-15), Cheyenne (-5), Montier (stessa maturazione di Kioto).