Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Le aziende produttrici di pomodori secchi si interrogano sul Collegato agricolo

Nonostante il mondo cooperativo valuti positivamente il varo del "Collegato agricolo" (Legge 154 del 28 luglio 2016), che si attendeva da tempo, ma che non era ancora giunto a concretizzazione (cfr. FreshPlaza del 30/08/2016), dal settore produttivo emerge ancora molta perplessità per quanto riguarda le specifiche disposizioni in materia di prodotti derivanti dalla trasformazione del pomodoro.

La posizione dell'azienda agricola Agriblea di Agosta Giorgio & C., specializzata in prodotti biologici essiccati - in particolare nella produzione di pomodori secchi e pomodorini ciliegino secchi - è di assoluto rispetto della normativa; l'azienda sta tuttavia valutando la legge con i propri tecnici e i propri legali. "Vero è però che in Italia si presta poca attenzione al territorio, agli usi e alle consuetudini locali, alle tradizioni regionali che hanno fatto del Made in Italy il nostro fiore all'occhiello. Come vera è la velleità dei politici nazionali di industrializzare qualsiasi settore, a scapito dei prodotti tradizionali agricoli. Sarebbe importante, al riguardo, conoscere la posizione delle organizzazioni dei produttori agricoli, quali Coldiretti, Cia e Confagricoltura".

"Da una prima lettura della legge - proseguono dall'azienda i Ispica (RG) - negli articoli riguardanti la trasformazione del pomodoro non è fatta menzione alcuna riguardo i prodotti agroalimentari tradizionali. Difatti, in base alle normative nazionali in vigore e anche al Reg. CE 2074/2005, è consentita alle imprese la produzione dei PAT-Prodotti agroalimentari tradizionali con possibilità di deroghe in materia igienico sanitaria, in modo da consentire di mantenere i caratteri organolettici che ne hanno distinto e consolidato nel tempo (per almeno 25 anni) la reputazione presso il pubblico e che la rigida applicazione dei protocolli igienico-sanitari snaturerebbe".



Pertanto, Agriblea, stando a questa prima lettura, ritiene di poter tranquillamente procedere con la propria produzione di "Ciappa", pomodori essiccati al sole, in quanto, trattasi di PAT, riconosciuto annualmente nell'elenco predisposto dalla Regione Siciliana e inviato al Ministero delle Politiche Agricole per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. L'azienda siciliana, già autorizzata dalle competenti autorità sanitarie locali, continuerà a vigilare e, nel caso, a migliorare taluni aspetti che dovessero essere previsti dalle prossime normative sanitarie nel processo di produzione dei propri pomodori.

Ma, come si può ben immaginare, il problema riguarda anche altre aree del meridione, quali Calabria, Puglia, Basilicata, Campania dove vi è questa consuetudine, riconosciuta dalle rispettive regioni con nomi diversi.

FreshPlaza ha interpellato anche Cosimo Lippolis dell'Azienda Agricola Lippolis di Polignano a Mare (BA), il quale concorda con l'impresa siciliana e specifica che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio; questa legge, infatti, per alcune realtà risulta adeguata, per altre non lo è affatto. "Per aziende come la nostra - che curano il prodotto quasi come fosse un figlio - la legge rappresenta un ostacolo. Pur rispettando tutte le normative vigenti, e quindi utilizzando i nuovi metodi di essiccazione, non siamo d'accordo: il sapore del pomodoro essiccato al sole non è sicuramente lo stesso di quello del prodotto ottenuto negli essiccatoi industriali! Le ricette antiche che si tramandano di generazione in generazione vengono messe decisamente in secondo piano e non considerate".

Detto questo, l'azienda Lippolis non utilizza più da anni l'essiccazione al sole. "Prima di essere varate e attuate, il settore era già a conoscenza delle leggi in discussione. Il che ci ha consentito di adeguarci tecnicamente".



La definizione contenuta nel Collegato agricolo
Per chi desiderasse approfondire questo specifico aspetto della legge, riportiamo qui di seguito la definizione dei pomodori disidratati, come contenuta nell'Art. 24: "prodotti ottenuti per eliminazione dell'acqua di costituzione, fino al raggiungimento di valori di umidità residua che ne consentano la stabilità anche in contenitori non ermeticamente chiusi".

A loro volta questi vengono distinti in:
1) pomodori in fiocchi o fiocchi di pomodoro - prodotto ottenuto da pomodori, tagliati in vario modo e parzialmente privati dei semi, essiccati mediante eliminazione dell'acqua di costituzione con mezzi fisici fino ad un residuo secco in stufa non inferiore al 93%;
2) polvere di pomodoro: prodotto ottenuto da concentrato di pomodoro, essiccato mediante eliminazione dell'acqua di costituzione con mezzi fisici fino ad un residuo secco in stufa non inferiore al 96%, oppure dalla macinazione di fiocco di pomodoro.

Per pomodori semi-dry o semi-secchi, la Legge indica i prodotti ottenuti per eliminazione parziale dell'acqua di costituzione con uso esclusivo di tunnel ad aria calda senza aggiunta di zuccheri.