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Ortofrutta e consumatori: bisogna tornare ai fondamentali oppure serve qualcosa di piu'?

L'intervista di FreshPlaza a Rosario Trefiletti, apparsa ieri (vedi articolo) ha suscitato alcune riflessioni. Da una parte, infatti, uno dei massimi rappresentanti dei consumatori italiani ci riferisce di famiglie che, dovendo fare i conti con budget domestici sempre più risicati, hanno sacrificato gli acquisti di frutta e verdura oppure hanno scelto canali più tradizionali rispetto alle catene della Gdo. Ci parla di un consumatore che è (ancora) raggiungibile attraverso i classici programmi TV che non mediante campagne di marketing di altro genere e ci rivela anche un certo fastidio nei confronti dell'imballaggio in ortofrutta.

Insomma, il quadro che emerge è quello di un consumo "ai minimi termini" tanto in numeri effettivi (e basti leggere gli ultimi dati sugli acquisti domestici di beni alimentari) quanto in grado di consapevolezza circa la struttura e l'evoluzione dell'offerta ortofrutticola.

Ci si domanda dunque se non sia il caso, prima di procedere oltre, di tornare ai fondamentali, (ri)aprendo un dialogo con un consumatore che sembra distante anni luce da quella che è la proposta di un settore altamente professionalizzato e specializzato come quello dell'ortofrutta. Non è che stiamo guardando troppo avanti, mentre il consumatore è rimasto praticamente al palo? Come lo recuperiamo, in tal caso? Su che cosa impostiamo una comunicazione efficace?

Penso ci voglia di più...
In relazione alla suddetta intervista, ci ha espresso il proprio parere anche il direttore di Bestack, Claudio Dall'Agata, scrivendoci: "Ho letto con interesse l'intervento di Trefiletti sulle colonne di oggi della vostra newsletter, su come valorizzare maggiormente frutta e verdura. Tanti i punti toccati, tutti condivisibili. Dall'influenza della TV nei consumi al recupero delle tradizioni, dalla trattoria oltre ai ristoranti stellati alle opportunità delle tante trasmissioni TV sull'alimentazione, dagli ortaggi dimenticati al sovrapack, fino a temi molto alti come disoccupazione giovanile e oppressione economica delle utenze alle famiglie italiane".



"Se l'obiettivo è la ricerca di stimoli e sostegno per il settore ortofrutticolo - prosegue Dall'Agata - ben venga, ma nonostante questo penso ci voglia di più. Proprio perché Trefiletti è un personaggio televisivo, riferimento di tanti talk show per rappresentare le esigenze dei consumatori, può diventare un eccezionale veicolo di informazione a difesa e promozione. Li chiamano opinion leader, personaggi come Trefiletti perché hanno la capacità, oltre che di rappresentarla, di interpretare il sentiment dell'opinione pubblica e per questo hanno un forte potere di condizionamento sui consumatori stessi e su tutti coloro che ai consumatori si rivolgono, GDO in testa".

Il ragionamento del direttore di Bestack è quindi il seguente: "Per questo è importante che personaggi di questo calibro siano correttamente informati e conoscano nel dettaglio le problematiche di un mondo che intendono proteggere. Diversamente, è forte il rischio di limitarsi ai luoghi comuni e a fare di tutta l'erba un fascio. Chi ben conosce questo settore sa che per rivitalizzarlo non ci sono risposte univoche ma tante piccole iniziative in grado di soddisfare nicchie di consumatori sempre più microscopiche e numerose; pertanto il punto è individuare come costruire l'offerta migliore in relazione al canale, come renderla omogenea e fruibile in relazione alle esigenze".



L'esempio del packaging
"Mi spiego prendendo ad esempio il tema del packaging, nelle sue diverse declinazioni, che ben conosco oltre che starmi ovviamente a cuore. Nelle vendite dirette, a Km zero, attraverso i GAS o quant'altro in cui il consumatore si avvicina alla produzione, l'offerta punta sulla stagionalità, sulla freschezza, sulla territorialità, sulla conoscenza puntuale del luogo di produzione oltre che di chi è il produttore e, più in generale, sullo story telling del prodotto stesso. In questo caso, l'imballaggio o sacchetto che sia serve solo per portare il prodotto a casa, niente di più. Si tratta di un consumatore che ha tempo voglia e passione per dedicarsi alla ricerca dei cibi".



"Diverso è il consumatore che di tempo ne ha poco e cerca un'offerta incentrata sul servizio in grado di semplificare la fruizione del prodotto stesso. In questo caso il ruolo del packaging è fondamentale in termini di protezione, igiene, trasporto, salvaguardia della shelf-life, riduzione degli sprechi in quanto evita che un prodotto acquistato, in una supply chain molto più articolata e complessa, si rovini e venga buttato. Ridurre gli sprechi infatti significa da un lato orientare la produzione verso modalità più sostenibili, ma al contempo anche fare in modo che il cibo che viene acquistato mantenga nel tempo le sue caratteristiche migliori".



"Gli imballaggi servono a questo e non sono utilizzati dove non serve, sarebbero solo costi in più oltre al fatto che i produttori di imballaggio si sono strutturati per recuperarli e riciclarli dopo il loro uso, con risultati tra l'altro straordinari. Ricordo che il recupero e riciclo di imballaggi in cartone ondulato in Italia raggiunge quasi il 90%, record tra tutte le tipologie di imballaggio e primo assoluto in Europa".


"Proprio per tutto questo penso che ci voglia di più, quando si parla ai consumatori dei nostri temi; ma forse prima dovremmo pensare a parlare di più a coloro che sui consumatori hanno influenza, come Trefiletti".