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Se chi fuma e' scemo, allora lo e' anche chi non mangia frutta e verdura

Diverte e fa riflettere la pubblicità progresso del Ministero italiano della Salute (andata in onda per alcuni mesi) per contrastare il fumo quale fonte di patologie gravi. Senza mezzi termini, Nino Frassica apostrofa come scemo un giovane fumatore. Scemo è infatti chi danneggia la propria salute consapevolmente e, al contempo, aggrava la situazione della spesa sanitaria collettiva.



Se l'intento è quello educativo, allora ben venga ampliare il ragionamento anche ad altri aspetti collegati a uno stile di vita sano. Perché, per esempio, non definire con altrettanta riprovazione quanti non consumano un sufficiente quantitativo di frutta e verdura ogni giorno?

L'andamento della spesa sanitaria, non solo in Italia ma anche all'estero, è notoriamente insostenibile. Tant'è che si cominciano a tagliare le risorse, a scapito della prevenzione nonché della garanzia e dell'efficienza dei servizi.

Se infatti diminuisce il disavanzo sanitario nazionale, passando da 1,744 miliardi di euro del 2013 agli 864 milioni del 2014, l'equilibrio è ancora fragile perché questo risultato è stato raggiunto bloccando o riducendo volumi e prezzi dei fattori produttivi e contenendo i consumi sanitari, contenimento che difficilmente potrà essere mantenuto. Già così, una buona fetta di cittadini è costretta a ricorrere alle proprie tasche per assicurarsi visite ed esami.

Secondo il rapporto 2015 di Osservasalute, nella patria della Dieta mediterranea, intanto, continuano a crescere i numeri del sovrappeso e dell'obesità. Nel periodo 2001-2014 le persone in sovrappeso sono passate dal 33,9 al 36,2 per cento, gli obesi dall'8,5 al 10,2 per cento. Questo vuol dire che – tra sovrappeso e obesità – nel 2014 ben il 46,4 per cento della popolazione non manteneva il suo peso forma. Quasi la metà.

Del resto Osservasalute, che registra anche i comportamenti alimentari, rivela che siamo ben lontani dalle 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, e le percentuali scendono (dal 2005 al 2014 passa dal 5,3 al 4,9 % della popolazione).

Bene dunque sarebbe studiare degli incentivi adeguati perché il consumo di frutta e verdura venga premiato presso le famiglie italiane. Le idee in tal senso possono essere molteplici; la sostanza è però una sola: così come si dà una medaglia al merito dei cittadini che si distinguono per azioni eccezionali, altrettanto coloro che prevengono prima di curare mediante la scelta di un'alimentazione corretta andrebbero premiati per il notevole risparmio che garantiranno al servizio sanitario nazionale.

L'Oms-Organizzazione mondiale della sanità ha rilevato come ben l'80% dei casi di malattie cardiache, ictus e diabete, si possa prevenire incidendo sui comportamenti attraverso una combinazione di informazione/sensibilizzazione pubblica, leva fiscale e sistema coordinato di incentivi/disincentivi. Bene, in tale ottica, l'iniziativa statunitense che suggerisce di ridurre gli zuccheri aggiunti nella dieta dei bambini (vedi precedente notizia).

Bisognerebbe però arrivare al cambio degli stili di vita per consapevolezza, affinché la nostra speranza per il futuro non si riduca al dover ingannare le nostre papille gustative per farci mangiare più verdura (cfr. notizia correlata)