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Visita all'Agricola Boni, di Affi (VR)

Ciliegie: la qualita' vuole la copertura. Annate come questa lo dimostrano

"Da marginale che era, per noi la ciliegia è diventata una coltura preminente, pur avendone solo tre ettari", spiega Ezio Boni. Insieme al cugino Silvano è titolare dell'omonima azienda agricola ad Affi, sulle prime colline di Verona (VR). Da tre generazioni l'azienda produce uva da vino, kiwi (che oggi deve fare i conti con la moria) e, appunto, ciliegie; ma è solo negli ultimi anni che è arrivata la virata su questa drupacea.


L'ingresso al ceraseto coperto.

"Nel veronese - riprende Boni - quella delle ciliegie era, e spesso è tuttora, considerata una coltura marginale, da integrare alla produzione di uva da vino, e forse questo è stato il suo dramma: la ciliegia è una coltura di pregio solo se la fai in un certo modo, altrimenti l'azienda deve indirizzarsi a qualcos'altro. Se si vogliono ciliegie di qualità non può più esistere una cerasicoltura part-time", quando per qualità il mercato chiede frutti grossi, senza difetti e buoni da mangiare.


Ezio Boni, titolare dell'omonima azienda agricola, insieme alla moglie.

Nel veronese, tra le aziende cerasicole, l'azienda Boni è un caso più unico che raro e non solo perché sul versante della commercializzazione ha deciso di puntare all-in sulla vendita diretta in azienda e sulla fornitura diretta ad alcuni supermercati della zona. Si tratta infatti di una delle pochissime aziende a possedere ciliegi coperti. Su metà degli ettari, nel 2009 è arrivata la copertura antigrandine, nel 2013 quella antipioggia.


Il ceraseto coperto con rete antigrandine e antipioggia.

Ad oggi sono coperte varietà come Sweet Early, Prime Giant, Vera, Grace Star, Kordia, Black Star e parte di Regina; restano scoperte Mora (una varietà locale, ndr), Bigarreau, la restante Regina e Sweet Heart. "Qui nel veronese - riprende il titolare dell'azienda - praticamente non si copre: non ci si crede. Ma, facendo alcuni semplici calcoli, si comprende come alcune varietà fossero impossibili da coltivare senza copertura e quest'anno ne è stato la dimostrazione: delle piante Sweet Early sotto copertura sono riuscito a raccogliere senza danni il 95% dei frutti; quelle all'inizio e alla fine dei filari, che hanno preso l'acqua, erano invece tutte da buttare".


Dettaglio della copertura.

Certo investire in coperture antipioggia e antigrandine è una voce di spesa per un'azienda agricola, "ma – rimarca Boni – un conto è vendere marmellate (la via di commercializzazione se i frutti sono danneggiati, specie dal cracking o se sono di piccola pezzatura, ndr) a 15 centesimi di euro al chilo, un conto ciliegie a 4 euro al chilo. Tanto, che i frutti siano spaccati o meno, raccogliere devi raccogliere, per via della Drosophila suzukii".


Tra i ciliegi coperti.

Chiediamo a Boni cosa serva per produrre una ciliegia di qualità in modo tale che la coltivazione sia redditizia, perché alla fine di lavoro si tratta. "Il primo - ci spiega Boni, che negli anni passati ha partecipato anche al progetto Innocer (cfr. FreshPlaza del 19/05/2014) - è ridurre i costi di raccolta, usando portinnesti nanizzanti, come Gisela6, che permettono di raccogliere a una velocità praticamente doppia perché si opera o da terra o da carro, senza scale. Poi serve investire sul sistema d'impianto".


Le ciliegie della varietà Staccato, allevate con la forma a vaso catalano.

Per la maggior parte delle piante coperte, l'azienda Boni ha puntato su un fusetto 4,5x2, arrivando, col progetto Innocer, a produrre tra i 20 e i 25 kg per piante, alias circa 22 tonnellate di ciliegie per ettaro. Per alcune varietà particolarmente vigorose si usa invece il sistema a palmetta, che permette alla luce di raggiungere anche il fusto della pianta, mentre una porzione dell'azienda è destinato a quello che Boni definisce "campetto sperimentale". Qui le ciliegie sono coltivate con un sistema a vaso catalano, un sistema a multiasse con più branche per la raccolta da terra: "Stiamo provando con la varietà Staccato, perché non è eccessivamente vigorosa e si presta bene per questa forma d'impianto. Normalmente un vaso tradizionale entra in produzione al quinto anno, qui abbiamo iniziato a raccogliere le prime ciliegie commercializzabili già al quarto. Per ora i risultati sono buoni. Questo campetto dimostra come con alcune varietà si possa usare questa forma d'allevamento con poca spesa". Data l'altezza delle piante è possibile la copertura.


Tra i ciliegi coperti.

Infine, per avere una coltura redditizia, serve "investire su una copertura antigrandine e infine su una antipioggia, se vuoi raccogliere tutti gli anni. Inoltre non si deve dare per scontate potatura, concimazione e irrigazione, con fertirrigazioni brevi ma frequenti, specie durante l'ingrossamento del frutto. Non da ultimo c'è da tenere sempre in considerazione il problema della Drosophila suzukii". Anche Boni conferma che quest'anno la presenza dell'insetto è maggiore e più preoccupante che negli anni passati.


Ciliegie prodotte sotto la copertura.
 
Rispettati i consigli di Boni si è però solo a metà dell'opera. Con i frutti sulla pianta, ammesso e non concesso che siano di qualità, ossia grossi, belli e buoni ("Quest'anno c'è stato poco sole, poco irraggiamento e tanta umidità, non è stato il massimo per la qualità"), ora tocca alla raccolta e alla commercializzazione.


La parete antigrandine che costeggia il ceraseto coperto.

"Inutile – riprende Boni - raccogliere un prodotto rosso ma acerbo per arrivare prima sul mercato o per rispondere alla richiesta di un prodotto che non hai. Se raccogli e vendi prima del tempo, il consumatore poi te la fa pagare: guadagnare un cliente è una fatica, perderne 10 è un attimo". Difatti parliamo di un consumatore che è sempre più attento mentre acquista ciliegie, forse più di quando compra altre tipologie di frutta e verdura.


La selezione delle ciliegie immediatamente prima della vendita al pubblico.

"Sempre di più - conclude il titolare - alla vendita chiedono di che varietà sono le ciliegie, per richiederle in futuro. Molti inoltre vogliono vedere l'impianto, farsi la foto coi figli, assaggiarle dalla pianta. Fa parte del gioco: il consumatore ha voglia di capire, di sapere, perché altre volte è stato truffato; vuole sapere da chi sta comprando, cosa sta comprando da un produttore e non da un commerciale e ha ragione a pretendere alcune informazioni". Questo tanto in azienda, nella vendita diretta, quanto nei punti vendita, tant'è che nei supermercati dove sono in vendita le ciliegie dell'azienda agricola Boni, su iniziativa dei punti vendita, è stata affissa la fotografia dello stesso Boni, da archiviare sotto la voce tracciabilità.