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Visita alle aziende prova del progetto, con reportage fotografico

Progetto Innocer: le innovazioni in cerasicoltura

La moderna cerasicoltura specializzata rappresenta una realtà consolidata in molti Paesi europei. Diversamente da altre specie frutticole, le ciliegie sono una sicura fonte di reddito per i produttori agricoli, grazie soprattutto a un'offerta ancora inferiore alla domanda e a una remunerazione adeguata per il prodotto di qualità da parte del mercato.

La ripresa degli investimenti a ciliegio, particolarmente evidente in regioni come l'Emilia-Romagna e il Trentino Alto Adige (rispettivamente, con l'11 e il 9% delle superfici destinate a ciliegio, contro una media nazionale che non supera il 3%), è in gran parte dovuta all'applicazione delle moderne tecnologie di impianto, vale a dire: utilizzo di portinnesti nanizzanti e semi-nanizzanti verso sistemi a densità di piantagione elevate (800-1.200 alberi/ha) con alberi gestibili per lo più da terra, precocemente produttivi (già al II o III anno) e livelli di fruttificazione elevati e costanti negli anni (rese di 10-15 ton/ha).

Anche i livelli qualitativi sono decisamente migliorati rispetto al recente passato, grazie all'introduzione di nuove varietà con caratteristiche pomologiche di pregio e in linea con le attuali richieste del mercato: pezzatura elevata, consistenza della polpa, elevato tenore in zuccheri, colore ben definito.

In questo contesto si inserisce il Progetto Innocer "Innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità", finanziato dalla Regione Veneto, PSR misura 124, con l'obiettivo prioritario di sperimentare e collaudare queste nuove tecnologie nell'area di coltivazione veronese, per tradizione altamente vocata alla coltivazione del ciliegio.


Da sinistra, Ignazio Scappini, Marco Toffano (Avepa), il prof. Guglielmo Costa (Dipsa), Stefano Lugli (Dipsa), Rachele Ambroso, Antonio Ambroso, Massimo Bizzarri (Plastik spa), Enrico Mazzon (Top Plant Vivai), Michelangelo Grandi (Dipsa), Paolo Dalla Vecchia (Top Plant Vivai), Maddalena Taioli (Dipsa), Alessandro Ceccarelli (Dipsa) e Lorenzo Rocchi (Dipsa). Clicca qui per accedere all'album fotografico completo.

Oltre allo studio dei nuovi sistemi di impianto, il progetto mira all'introduzione di nuove tecniche nella fase vivaistica per migliorare la qualità delle piante destinate a tali sistemi di impianto - consentendo al contempo una riduzione del ciclo di produzione delle piante in vivaio con conseguente riduzione dei costi dei materiali vivaistici e, dunque, un risparmio nell'investimento iniziale da parte del frutticoltore - e di sistemi di difesa dalle principali avversità nei ceraseti, quali: coperture dalla pioggia, dalla grandine, dagli uccelli.

Sono 3 le azioni principali, svolte da tre aziende agricole partner e un'istituzione scientifica qualificata, il Dipartimento di Scienze agrarie dell'Università di Bologna (Dipsa). Il 16 maggio 2014, FreshPlaza è stata invitata a visitare i campi sperimentali realizzati nelle tre aziende coinvolte nel progetto.

Primo appuntamento presso l'Azienda Terranegra di Antonio Ambroso a Legnago (VR), dove si stanno studiando le nuove forme di allevamento adatte agli impianti ad alta e altissima densità e la difesa delle produzioni con sistemi a massima sicurezza, ecosostenibili e facilmente applicabili ai nuovi impianti (nelle foto sopra e sotto).


In prova, teli di copertura Oroplus Plastik e teli riflettenti Extenday sotto chioma. Clicca qui per accedere all'album fotografico completo.

La sperimentazione sta valutando un sistema di impianto a Y trasversale alla 5a foglia, realizzato su una superficie ammessa a sperimentazione di 0,75 ettari con il portinnesto Gisela 6 e Weiroot 158 e le varietà Rita, Early Bigi, Brooks e Prime Giant a una densità di 1.750 alberi/ettaro, dotato di un sistema di copertura antipioggia Oroplus Plastik sopra tunnel (test) e con teli riflettenti Extenday sotto chioma.

"Dopo un anno di prova - afferma il prof. Guglielmo Costa del Dipsa, responsabile scientifico del progetto - sembra che il telo riflettente sotto chioma permetta una maggiore intensità e uniformità di colorazione dei frutti".

Seconda tappa, l'azienda Top Plant Vivai di San Bonifacio (VR), capofila del progetto, che sta valutando la riduzione del ciclo di produzione in vivaio e il conseguente contenimento dei costi di produzione delle piante attraverso il collaudo e l'applicazione di tecniche innovative di produzione e di gestione, per un prodotto finale di qualità da destinare alla costituzione di impianti di ciliegio ad alta e altissima densità (HDP e VHDP).


Cicli brevi di produzione delle piante in vivaio: piante di 3 o 6 mesi attraverso il micro-innesto. Clicca qui per accedere all'album fotografico completo.

Tre le tesi in prova:
  • Produzione di piante di 3 o 6 mesi attraverso il micro-innesto
  • Produzione di piante innestate di 6 mesi con la tecnica dell'innesto a banco
  • Produzione di piante innestate di 3 mesi con la tecnica dell'innesto a gemma su germogli del soggetto e successiva radicazione del segmento bimembre in vaso su bancali riscaldati.
"Il microinnesto si dimostra vincente quando si vuole lanciare una nuova varietà e si ha poco materiale a disposizione, riducendo i tempi e i costi. Rispetto agli innesti a banco, inoltre, ci sono meno fallanze", spiega Stefano Lugli del Dipsa.

In una seconda fase verranno valutati tre diversi gradi di densità per studiare il comportamento delle piante.



Terzo appuntamento, all'Azienda agricola Boni Silvano ed Ezio di Affi, sempre in provincia di Verona, dove è in corso una sperimentazione finalizzata a collaudare un sistema di impianto a fusetto alla 5a foglia, realizzato con il portinnesto Gisela 6 e le varietà Regina, Kordia, Ferrovia, Black Star, Grace Star, Vera, Prime Giant, Early Star, Early Bigi, Sweet Early a una densità di 1.110 alberi/ettaro, dotato di un sistema di copertura antipioggia a reti piane e di reti antigrandine (nella foto sopra, un particolare).

Alla raccolta e con un unico stacco, verranno determinati i principali parametri qualitativi anche con l'impiego del Cherry-meter, strumento in grado di definire, attraverso un nuovo indice di maturazione, la migliore data di raccolta, e di suddividere i frutti in classi di maturazione.

Clicca qui per accedere all'album fotografico completo.
Data di pubblicazione: