Stati Uniti alle prese con i potenziali rischi collegati agli agrofarmaci. E in Europa l'EFSA studia metodi di valutazione del rischio cumulativo
L'individuazione degli agrofarmaci da inserire in questi gruppi è un importante passo avanti nelle attività già in corso all'EFSA per realizzare la valutazione del rischio cumulativo, come previsto dal diritto europeo. Questo approccio sarà gradualmente introdotto nell'ambito del processo per la regolamentazione dell'uso dei pesticidi nell'Unione Europea.
E' stato messo a punto uno strumento informatico per effettuare valutazioni relativamente all'esposizione a più residui chimici congiuntamente. Al momento, con l'ausilio di questo strumento, si stanno eseguendo valutazioni circa l'esposizione cui sono soggetti i consumatori in uno studio pilota su gruppi di sostanze chimiche che possono compromettere la funzionalità della tiroide e del sistema nervoso. Le sostanze da analizzare sono state individuate da esperti dell'EFSA e si stanno raccogliendo dati, ad esempio, per definire gruppi di principi attivi suscettibili di influire sulle funzioni epatiche, renali, sulla vista, il sistema riproduttivo e il sistema endocrino.
I risultati di tali valutazioni saranno pubblicati entro la fine di quest'anno e verranno presi in considerazione dall'EFSA nella redazione di due relazioni scientifiche sulle valutazioni del rischio cumulativo per la tiroide e il sistema nervoso, che l'Agenzia pubblicherà nel 2017.
Attraverso studi epidemiologici retrospettivi si è scoperto che i fattori ambientali, compreso l'impiego di pesticidi, possono essere causa di autismo e malattie neurodegenerative. Ricercatori dell'Università del North Carolina (USA) hanno cercato di identificare in modo prospettico le sostanze chimiche che si trovano comunemente nell'ambiente e nel cibo e che sono collegate a disturbi neurologici.
I ricercatori spiegano: "Abbiamo trovato che il rotenone (= insetticida) è associato al rischio di malattia di Parkinson, e che alcuni fungicidi, tra cui pyraclostrobin, trifloxystrobin, famoxadone e fenamidone, producono cambiamenti trascrizionali simili a quelli osservati in campioni di cervello di persone con autismo, in età avanzata e affetti da malattie neurodegenerative come Alzheimer e la malattia di Huntington".
"Queste sostanze chimiche stimolano la produzione di radicali liberi e distruggono i microtubuli all'interno dei neuroni, il nostro studio – continuano i ricercatori - fornisce un approccio per identificare in modo prospettico sostanze chimiche presenti nell'ambiente e che possono causare disturbi neurologici".
Fonte 1: Brandon L. Pearson, Jeremy M. Simon, Eric S. McCoy, Gabriela Salazar, Giulia Fragola, Mark J. Zylka, 'Identification of chemicals that mimic transcriptional changes associated with autism, brain aging and neurodegeneration', Marzo 2016, Nature communications DOI: 10.1038/ncomms11173.
Fonte 2: www.efsa.europa.eu