Legambiente chiede maggiore attenzione sul fenomeno del multiresiduo
Il quadro però, secondo Legambiente, non è rassicurante perché dai dati emerge che il 42% dei campioni analizzati risulta contaminato da uno (18,8%) o più (22,4%) sostanze chimiche. Il multiresiduo (presenza concomitante di più residui chimici in uno stesso campione alimentare), è salito di cinque punti percentuale dal 2012 al 2014, passando dal 17,1% al 22,4%.
Secondo l'Eurostat, l'Italia è il primo consumatore europeo di fitofarmaci e molecole chimiche per l'agricoltura.
"La normativa vigente – ha dichiarato la direttrice di Legambiente Rossella Muroni – ha portato nel tempo a controlli più stringenti sull'uso corretto dei pesticidi in agricoltura; tuttavia i piani di controllo dei residui di fitosanitari negli alimenti, predisposti a livello europeo e nazionale, non dedicano la giusta attenzione al fenomeno del multiresiduo e delle sue possibili ripercussioni sulla salute dei consumatori. La normativa infatti, continua a considerare sempre un solo principio attivo, fissandone i limiti come se fosse l'unico a contaminare un prodotto. Come abbiamo visto però, i residui possono essere anche più di dieci e dunque è fondamentale che l'Efsa si attivi per valutare e definire i rischi connessi ai potenziali effetti sinergici sulla salute dei consumatori e degli operatori e quelli sull'ambiente".