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Pomodori: in produzione sia il Sud che il Nord. Calano i prezzi, ma i consumi tengono

Un accavallamento delle produzioni nei diversi areali italiani ha portato, negli ultimi 7/10 giorni, a un abbassamento dei prezzi di vendita all'ingrosso dei pomodori. Da un lato, infatti, nel Sud si è allungata la stagione, con aziende che oggi sono attrezzate anche per una produzione 365 giorni all'anno; dall'altro, invece, anche il Nord è entrato in piena produzione, dopo un avvio in leggero ritardo (cfr. FreshPlaza del 08/05/2015); e si registrano grandi volumi in Veneto, Lombardia e Campania.

La conseguenza è presto detta, come spiega a FreshPlaza Mario Tartari dell'azienda grossista Eurofrut operante presso il mercato di Bologna: "I prezzi sono scesi di quasi la metà; ma nonostante tutto la qualità c'è e anche i consumi sono buoni. Per i pomodori datterini – continua – i prezzi di vendita oscillano tra 1,50 e 1,70 centesimi al chilo; il Picadilly oscilla invece tra gli 80 centesimi di euro al chilo e l'euro".



"Più in sofferenza invece il pomodoro a grappolo, commercializzato tra i 50 e i 60 centesimi di euro al chilo. Ma se il grappolo proviene da una pianta più giovane (leggasi di areali entrati in produzione più tardi, ndr) ed è di qualità, se la gioca ad armi pari con il pomodoro olandese; purtroppo però di pomodori a grappolo italiani così ce n'è poco. In questi casi, il prezzo sta tra gli 80 centesimi di euro al chilo e l'euro".

"Sui mercati c'è tanto ciliegino proveniente da produzioni di fine-pianta, che tende a ingiallire, e viene commercializzato a 70/80 centesimi di euro al chilo. Come nel grappolo, però, se il ciliegino viene da piante più giovani allora si passa l'euro al chilo".

Buona anche la commercializzazione dei pomodori insalatari: "Cuore di bue, allungato e le produzioni da Battipaglia – chiude Tartari – mantengono consumi e prezzi. Quest'ultimi viaggiano tra 0,8/1, anche 1,20 euro al chilo".