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"Il Bettolino (RE): "Qui e' tutto crollato, ma non ci arrendiamo"

Maltempo: la Regione Emilia Romagna raddoppia i fondi per l'emergenza a 5 milioni

Con il sole, finita la prima fase dell'emergenza della scorsa settimana, in Emilia Romagna (ma pure in Lombardia, in Veneto e in Campania) si contano i danni, danni che già dalle prime potrebbero essere maggiori del previsto, tanto che la Regione ha raddoppiato il primo stanziamento per far fronte alla situazione, da 2,5 a 5 milioni di euro. Questo in attesa che il Governo dichiari lo stato di calamità nazionale.

In Assemblea Legislativa, lunedì scorso, Paola Gazzolo, assessore regionale dell'Emilia-Romagna per la Protezione Civile, ha parlato di un evento eccezionale: in alcune zone della Romagna le piogge hanno superato i 100 millimetri, tanta acqua quanta ne cade di solito durante tutto l'inverno. Nella zona costiera, le raffiche di vento hanno toccato e superato anche i 100 chilometri orari.

Dove invece è nevicato, i centimetri caduti variano da zona a zona, ma si va, in montagna, dai 25 nel piacentino agli anche 70 nell'Appennino modenese. Nelle zone di pianura e pedocollinari i dati portati in Assemblea Legislativa parlano di 34 centimetri a Modena, 28 a Bologna, 43 a Reggio Emilia, 28 a Parma e 26 a Piacenza.

A quelli del meteo sono poi da aggiungere i disagi del black out, che ha investito buona parte della Regione, e se alcune zone possono dirsi fortunate per aver riavuto corrente nel giro di 24 ore, altre l'hanno riavuta anche dopo alcuni giorni, con conseguenze sugli impianti produttivi.


Scene dalla devastazione.

Come riportato nei giorni scorsi (cfr. FreshPlaza del 09/02/2015) ad essere particolarmente colpito, specie dalle piogge, è stato il ferrarese dove, spiega Roberto Vancini, tecnico della Phyto Service, società di consulenza di Ferrara, "per fortuna questa non è ancora epoca di semina, così da questo punto di vista l'emergenza non ha portato danni, almeno al momento; danni che invece si sono registrati soprattutto sugli impianti e sulle strutture, specie nel basso ferrarese, dove pure si vedono molti campi allagati e ad oggi è ancora difficile fare un bilancio. I frutteti, in questo periodo, sono in piena potatura e anche qui è difficile dire se ci siano stati o meno dei danni: sapremo se le piante sono andate in ristagno idrico o in asfissia tra un paio di mesi, in primavera. Sarà in quel momento che avremo la sentenza di quanto accaduto".


Un frutteto allagato nel ferrarese.

Se in provincia di Ferrara il danno maggiore l'ha fatto l'acqua, nel reggiano è stata la neve a fare i danni maggiori, insieme al black out: serre e capannoni crollati, impianti elettrici saltati per lo sbalzo di corrente e così via. Proprio nel reggiano, per via dell'assenza prolungata di corrente in molte aree, sindaci e provincia pensano ad una class action contro il gestore degli impianti per l'energia elettrica; un'iniziativa che potrebbe vedere tra i firmatari anche gli agricoltori. "Intendiamo aderire anche noi - fa sapere Antenore Cervi, presidente della Cia Reggio Emilia, sulle pagine della Gazzetta di Reggio - per attuare ogni possibile azione di tutela dei nostri associati e degli agricoltori, pesantemente danneggiati dalle interruzioni di corrente. La situazione è inaccettabile, perché oltre ai danni materiali dovuti essenzialmente al peso della neve che si è depositata sulle strutture agricole del nostro territorio, dobbiamo mettere in conto i costi aggiuntivi dovuti alle interruzioni nell'erogazione di energia elettrica, indispensabile per il funzionamento della maggior parte degli impianti".

In provincia di Reggio Emilia i crolli si contano a decine. A Reggiolo, per citare un caso, Big Snow ha messo in ginocchio la cooperativa sociale Il Bettolino: "In poche ore - spiegano dalla cooperativa - alcune serre di produzione della cooperativa sono completamente crollate, altre fortemente danneggiate e, insieme a loro, buona parte della nostra produzione. Sabato e domenica abbiamo cercato. con l'aiuto di tutti i nostri soci. di salvare quello che si poteva, ma le condizioni atmosferiche e l'inagibilità delle serre non ci hanno permesso di salvare tutto. In questi giorni la nostra priorità è stata quella di sistemare un po' l'ambiente per ospitare già da oggi i nostri ragazzi all'interno dei nostri laboratori e quella di ricominciare a riconsegnare la merce ai nostri clienti, pur in mezzo a mille difficoltà".


Danni alla cooperativa sociale Il Bettolino di Reggiolo (RE).

"Al Bettolino - continuano - quest'ultima catastrofe non ci voleva, ci stavano rialzando dopo un 2014 non del tutto positivo e pieno di difficoltà. Ieri il consiglio di amministrazione ha deciso di andare avanti, ha deciso che non possiamo arrenderci, perché il Bettolino è il luogo dove tanti ragazzi già sfortunati vengono a stare meglio e a loro dobbiamo dare ascolto".


Altri danni causa maltempo alla Bettolino.

Nei campi reggiani, come nel ferrarese, fortunatamente la neve è arrivata un po' prima della semina, specie quella delle cipolle. "Le cipolle primaverili commercializzate solitamente tra fine maggio e giugno - spiega Matteo Freddi, dell'omonima azienda agricola - sono state piantate in autunno, così non dovrebbero esserci amare sorprese: generalmente la neve protegge. Per la semina del prodotto estivo, invece, cioè quello che si commercializza in agosto, siamo ancora in tempo: si semina di solito a partire tra metà febbraio e marzo".

Molto però dipenderà da cosa farà il meteo nei prossimi giorni: "Se dovesse esserci un'altra perturbazione, come hanno annunciato, nel fine settimana - continua Freddi - le possibilità sono due. Se viene a piovere, allora vuol dire che le temperature si sono alzate, acqua e caldo sciolgono la neve liberando il terreno, che così può essere lavorato di nuovo e preparato in tempo per la semina. Se invece dovessero scendere altri 20/30 centimetri di neve, allora si allungherebbero i tempi".


Altri allagamenti nel ferrarese.

In attesa di vedere come evolverà la situazione, alla Coldiretti tentano una prima conta dei danni, che rischia di essere rivista al rialzo. I danni all'agricoltura, fanno sapere dall'organizzazione agricola, "ammontano già a milioni di euro. L'ondata di maltempo ha distrutto le coltivazioni in campo, divelto serre, allagato campi e aziende, fatto saltare anche mungiture e frigoriferi a causa dei black out elettrici e provocato frane e smottamenti a macchia di leopardo lungo tutto il territorio nazionale. Il brusco abbassamento delle temperature in molte zone mette a rischio le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli".

Nel modenese, in quelle stesse aree colpite nel 2012 dal terremoto "la neve - riprende Coldiretti - ha fatto crollare diversi hangar che erano stati montati come ricovero attrezzi dopo il sisma. Inoltre sono state divelte numerose serre già predisposte per il trapianto delle piantine di fragole".

"Se in Veneto gli allagamenti hanno provocato danni alle coltivazioni del pregiato radicchio di Chioggia, la bora nel polesine - continua l'organizzazione agricola - ha abbattuto le serre orticole. Ma pure si segnalano capannoni letteralmente scoperchiati e tettoie sollevate e sbattute contro i pannelli degli impianti fotovoltaici aziendali".


Il Centro Unificato della Protezione Civile a Reggio Emilia durante l'emergenza.

In Emilia e "a Ferrara - chiude Coldiretti - la situazione è più critica nei campi, a causa delle abbondanti piogge e nevicate che hanno alzato il livello di fiumi: fanno fatica a scaricare in mare a causa del vento e della marea. Nel ferrarese sono finiti sott'acqua migliaia di ettari e, se non si riuscirà a smaltire l'acqua in tempi rapidi, potrebbe diventare impossibile anche effettuare le prossime semine di orticole di pregio come pomodoro, angurie e meloni. A Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini l'ondata di maltempo ha mandato sott'acqua numerose colture di qualità, in particolare i frutteti".