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A rischio le semine primaverili, mentre la Regione punta allo stato d'emergenza nazionale

Big Snow si è abbattuto sull'Emilia Romagna: campi allagati o sommersi dalla neve, capannoni crollati e black out

Tra giovedì 5 e venerdì 6 febbraio 2015, "Big Snow" si è presentato puntuale in Emilia Romagna e difficilmente verrà dimenticato. Tra neve e piogge torrenziali, i danni dopo il suo passaggio sono ingenti.

L'area maggiormente colpita è stata la Romagna, per via delle piogge e del mare ingrossato. Il mare è entrato in molti Comuni sul litorale nelle provincie di Rimini, Ravenna e Ferrara. Cesenatico era rimasta isolata e, sempre lungo la costa, sono state evacuate 19 persone.

Danni anche nell'entroterra, dove si sono registrati allagamenti diffusi lungo il reticolo idraulico minore e il reticolo di bonifica a causa della difficoltà di scolo a mare e della scarsa ricettività d'acqua dei corsi d'acqua principali: questo si è tradotto in allagamenti in molte parti della Romagna, specialmente nel ferrarese.


Frutteti e campi allagati a Jolanda di Savoia, Ferrara (Fonte CIA Ferrara).

In Emilia invece l'emergenza è stata causata dalla neve, mentre in tutte le parti della Regione si sono registrati lunghi black out e crolli di capannoni, tensostrutture e attività produttive. Il danno è ingente, tanto che a pochi giorni dall'ora X, la Regione ha stanziato 2,5 milioni di euro per far fronte alle emergenze prioritarie e sarà avanzata la richiesta dello stato d'emergenza nazionale.

"Le risorse saranno destinate ai territori colpiti da maltempo e mareggiate sulla base del quadro che i presidenti delle province ci presenteranno", spiega Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna. "La priorità - ha ripreso - è far fronte alle emergenze. Stiamo monitorando la situazione in tutta la regione, soprattutto per verificare i danni a seguito delle nevicate dei giorni scorsi. Appena terminata la ricognizione sul territorio, che avverrà in tempi molto stretti, avremo modo di procedere anche alla richiesta di riconoscimento dello stato d'emergenza per le calamità naturali e per i relativi aiuti statali".


Campi allagati alla cooperativa CSM di Ostellato, nel ferrarese (Fonte CIA Ferrara).

Intanto si contano i danni, che specie in agricoltura si annunciano ingenti, tanto che le semine primaverili sono a rischio in più zone.

L'ondata di maltempo calata sulla regione, spiega il presidente della Cia Emilia Romagna, Antonio Dosi, "sta causando grossi problemi in particolare agli agricoltori che vedono le loro attività e i loro terreni subire i danni più importanti. Si tratta di situazioni critiche legate alla nevicata abbondante e al peso specifico della neve bagnata sulle strutture (capannoni, serre e stalle) nella parte emiliana e alle piogge abbondantissime, quasi a carattere alluvionale, nella parte romagnola della regione che stanno sommergendo gran parte dei terreni agricoli mettendo a rischio molte colture arboree. I seminati autunnali sono in sofferenza e le semine primaverili sono a rischio. Si tratta di effetti difficilmente controllabili, ma sicuramente prevedibili e nel futuro mitigabili con corrette scelte riguardo la gestione del suolo e le politiche urbanistiche".


La situazione a Jolanda di Savoia, provincia di Ferrara (Fonte CIA Ferrara).

"Non è davvero possibile – afferma Stefano Calderoni, presidente provinciale della Cia di Ferrara, una delle provincie più colpite dal maltempo – che un'ondata di pioggia, per quanto intensa, provochi immediatamente uno stato di emergenza. Non può essere ulteriormente demandata la messa in sicurezza delle campagne e delle zone maggiormente a rischio di dissesto idrogeologico".

Secondo l’associazione ferrarese, non sono sufficienti gli stanziamenti degli ultimi anni per le opere di sicurezza idraulica. "Il Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara – continua Calderoni – ha quantificato in 40 milioni di euro l'ammontare degli investimenti necessari per mettere in sicurezza il territorio ferrarese ed evitare le situazioni di emergenza provocate da bombe d'acqua o precipitazioni intense. Per l'intera Regione, il valore del dissesto idrogeologico supera la soglia del miliardo di euro ed è evidente che, per risolvere la situazione, occorre pianificare investimenti ingenti e tempestivi".


La situazione a Ferrara del reticolo idrologico minore (Fonte CIA Ferrara).

Agrinsieme Romagna chiede che si attivi lo stato di calamità, con tutti i benefici annessi e connessi. "E' troppo presto per fare una valutazione pur approssimativa dei danni che le aziende agricole hanno subito - commenta Paolo Pasquali, il coordinatore di Agrinsieme Romagna - ma quanto sta avvenendo ci conferma che quelli che fino a qualche anno fa erano eventi meteorici eccezionali, oggi non lo sono più. Serve che gli enti preposti preposti al controllo e alla tutela del territorio romagnolo, così eterogeneo, realizzino tutte quelle opere indispensabili alla sopravvivenza delle nostre aziende, perché notoriamente il valore dei costi sostenuti per ripristinare i danni provocati dagli eventi calamitosi, è diverse volte maggiore di quello degli investimenti per la prevenzione".