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Dieta crudista, vegetariana, paleolitica o senza glutine?

I cosiddetti "crudisti" sostengono che non dovremmo mangiare cibi cotti; alcuni gruppi di attivisti vegetariani sono convinti che la "dieta naturale dell'uomo" sia quella erbivora; la dieta paleolitica prevede invece di consumare molta carne e verdure; quella senza glutine "dichiara guerra" ai cereali, in quanto non avrebbero mai dovuto rientrare nell'alimentazione umana. Ma chi ha ragione?

Dieta paleolitica
L'idea della Paleo Diet, dieta paleolitica, è venuta a Loren Cordain, professore della Colorado State University e studioso dell'alimentazione umana preistorica. Secondo lui, se l'uomo per milioni di anni si è cibato solo di carne, frutta, verdura e bacche, non si sarebbe evoluto per assimilare gli altri alimenti. Quindi non c'è alcuna ragione per cui si debba mangiare altro.

Gli alimenti ammessi dal professor Cordain sono quelli che l'uomo poteva reperire tramite la caccia, la pesca e la raccolta dei frutti della Terra, ossia: carne, pesce e crostacei, meglio se selvatici, e poi verdure, radici, frutta, noci e bacche. Da evitare tutto il resto: farina, zucchero, pane, dolci e alcoolici sono i primi da eliminare dalla lista della spesa. Al bando anche insaccati, latticini e caffè. Da preferire, poi, solo cibi freschi e non lavorati.

La teoria della "dieta delle caverne" è a dir poco suggestiva e promette di far ritrovare alla popolazione la salute perduta. Dai test di laboratorio emerge che la dieta paleolitica riduce il rischio di patologie cardiovascolari, di alterazioni della pressione del sangue e contrasta i fenomeni infiammatori. Inoltre, aiuta a dimagrire e riduce le imperfezioni della pelle.

Tuttavia, alcuni esperti sostengono che non sia sana. Questo perché esclude alimenti fondamentali come legumi e cereali, che invece sono alla base delle diete dei popoli più longevi del mondo. Nel suo recente libro "Paleofantasy", anche la biologa evoluzionista Marlene Zuk affronta i fraintendimenti circa l'evoluzione, documentando il perché seguire oggi la dieta paleolitica sarebbe sbagliato, oltre che impossibile, visto che né l'uomo, né i cibi sono gli stessi di quel tempo.

Dieta crudista o "Raw food"
Il crudismo si divide tra coloro che sostengono lo stile vegan, vegetariano o addirittura onnivoro. Il crudista vegetariano fa uso di latte, uova, e miele, l'onnivoro aggiunge carne e pesce crudi. La dieta crudista vegan prevede l'uso di frutta, verdura, noci, semi e germogli coltivati in maniera biologica.

Nel crudismo i cibi non sono sottoposti a calore superiore ai 42 °C: alla cottura vengono infatti imputate la distruzione vitaminica, enzimatica, degli auxoni e la coagulazione proteica. L'utilizzo del fuoco in cucina inibisce la percezione della sazietà, induce un'eccessiva palatabilità e conferisce ai cibi una consistenza "morbida", rendendoli poco naturali; al posto della cottura, i cibi vengono tagliati, affettati, frullati, centrifugati, marinati o disidratati.


I benefici che derivano da una alimentazione crudista sono enormi, ma il percorso di avvicinamento a questo tipo di dieta deve essere lento e graduale, per evitare di incorrere in effetti disintossicanti troppo forti e sgradevoli, che spesso spaventano le persone e fanno credere loro di non essere sulla strada giusta.

Secondo recenti studi, l'alimentazione crudista serve ad eliminare sostanze come le amine, le tossine e i PAH, che sono ritenute sostanze cancerogene o comunque non assimilabili e quindi di scarto. Tra i lati positivi anche la riduzione dell'ipertensione, dell'obesità e delle malattie cardiache, una minore incidenza del cancro e delle allergie. Amenorrea e problemi di debolezza dentaria tra i contro di questa dieta.

Dieta vegetariana
La dieta vegetariana ha radici antichissime e le motivazioni che spingono una persona ad adottarla possono essere numerose (religiose, etiche, economiche, ecologiche, salutiste, ecc).

Se nell'ambito delle culture occidentali, l'etica vegana e vegetariana possono ancora apparire come idealistiche, in molte zone dell'Asia sono invece l'espressione di una forma di rifiuto della violenza che trova le sue radici nella Cina delle dinastie imperiali e nell'India dei Maurya. In pratica non mangiare carne è un modo per esercitare con disciplina il proprio potere sugli animali.

In Europa, nell'antichità, forse i pitagorici avevano adottato una dieta priva di carne, ma il cristianesimo non invitava ad astenersi dal mangiare animali. Convinti che la carne fosse essenziale per mantenersi in salute, gli europei che si recavano in India rimanevano stupiti nel trovare una civiltà raffinatissima con un'etica di nonviolenza nei confronti degli animali.

Nell'ambito del vegetarianismo è possibile distinguere modelli alimentari alquanto diversi. Fra questi: i latto-ovo-vegetariani, che includono nel loro cibo i prodotti lattiero-caseari; i latto-vegetariani che, a differenza dei precedenti, si astengono anche dalle uova; i vegetalisti (o vegan o vegani o veganiani), che escludono ogni prodotto di origine animale incluso il miele. A questi ultimi appartiene il ristrettissimo novero dei cosiddetti fruttisti, fautori di una alimentazione esclusivamente frugivora, ritenuta assolutamente improponibile da tutti i nutrizionisti e i medici.

Dieta senza glutine o "Gluten free"
Il glutine non è una proteina fondamentale nella nostra alimentazione. Eliminarlo non crea quindi squilibri nutrizionali. Essendo presente in moltissimi cereali, notoriamente ricchi di fibre, è casomai questo l'aspetto da compensare: ecco quindi la necessità di mangiare legumi, frutta e verdura.

Il presidente del Comitato consultivo per la salute dei celiaci in Regno Unito è incline a concordare con l'affermazione che l'organismo umano non sia "progettato" per mangiare glutine. Questo sarebbe il motivo per cui la celiachia, l'allergia e l'intolleranza al glutine sarebbero in aumento.

Molte persone però, spinte da false credenze o convinte di essere intolleranti, scelgono di alimentarsi escludendo i cibi che contengono glutine ma, in questo modo, mettono a serio rischio la propria salute. In media, è solo 1% della popolazione a soffrire di intolleranza al glutine.

Il pericolo, come specificato dal prof. Peter Gibson, primario di gastroenterologia presso l'australiana Alfred and Monash University, è che le persone sviluppino problemi mentali, assorbano troppi zuccheri – con tutti i gravi problemi che possono derivarne – e, alla fine, spendano anche un sacco di soldi per niente.

Elaborazione FreshPlaza su diverse fonti.