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Per il 2015 chiesta una modifica al disciplinare

Ciliegia di Vignola: sulle nuove varieta' IGP, la palla passa a Bruxelles

A Vignola e negli altri 27 Comuni tra Modena e Bologna che formano il comprensorio della ciliegia, la stagione 2014 appena conclusa sarà ricordata come una delle più produttive. Praticamente raddoppiato il dato dell'anno scorso; lo stesso dicasi per il prodotto IGP "Ciliegia di Vignola"; il marchio di Indicazione Geografica Protetta, però, è ancora usato solo da un produttore su due: si spera così in Bruxelles per introdurre nel disciplinare nuove varietà.



In tutto il comprensorio sono state prodotte quest'anno 6.000 tonnellate di ciliegie, e di buona qualità, grazie a un meteo pressoché perfetto. Si tratta di un bel balzo in avanti rispetto all'anno scorso, quando il volume prodotto fu solo di 2.600 tonnellate.

Purtroppo, a fronte di un'abbondante produzione e di una stagione che non ha spinto il consumo di frutta estiva, a risentirne sono stati i prezzi di mercato: "In media – spiega Andrea Bernardi, presidente del Consorzio di Tutela della Ciliegia Igp di Vignola – non sono stati particolarmente remunerativi per i coltivatori. Sui prezzi è stata una stagione difficile: eravamo partiti bene, poi i produttori si sono dovuti accontentare di ritorni non del tutto soddisfacenti."

Da questo punto di vista nemmeno l'IGP ha aiutato più di tanto. Il marchio "Ciliegia di Vignola" ha avuto, continua Bernardi, "blandissimo riconoscimento in termini di prezzo, meno del 10%." "Certo però – spiega a sua volta Luca Gozzoli, assessore all'Agricoltura della Provincia di Modena - ha dato maggiore visibilità, più identità, e altri benefici come la tracciabilità, la difesa da eventuali contraffazioni e mistificazioni."


Da sinistra a destra: Luca Gozzoli, assessore provinciale all'Agricoltura, Andrea Bernardi e Valter Monari, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio di Tutela della Ciliegia Igp di Vignola

Ma l'IGP stenta a decollare
L'anno scorso (vedi notizia su FreshPlaza dell'11/07/2013), alla sua prima stagione, il marchio di Indicazione Geografica Protetta non era stato propriamente un successo, anzi. Nel 2013, la compresenza sul mercato di un doppio prodotto, quello a marchio IGP appunto e le "Tentatrici", alias le ciliegie di Vignola e dintorni non marchiate, aveva portato a una sorta di cannibalizzazione interna. Alla fine, risultavano essere state marchiate IGP 1.250 tonnellate, il 48% del totale, e avevano aderito al consorzio 496 produttori (più 14 centri di confezionamento) sui circa 1.000 papabili.

Quest'anno, i problemi di confezionamento dell'IGP sono stati risolti introducendo copertine forate e fascette per i cestini; eppure il numero degli aderenti non è cresciuto più di tanto (464 produttori semplici, 48 produttori e 14 centri di confezionamento), mentre sono stati marchiati solo 2.500 tonnellate, il 42% del totale. Per Valter Monari, direttore del Consorzio, quest'ultimo dato "non deve ingannare, perché l'aumento di produzione è stato maggiore per le varietà non comprese nel disciplinare", ma le cose sono destinate a cambiare, o almeno questa è la speranza di Consorzio e Provincia.

Un nuovo disciplinare
Il tema era emerso con forza già 12 mesi fa, una volta archiviata la prima stagione: il disciplinare IGP "Ciliegia di Vignola" esclude 14 varietà perché considerate troppo giovani, nonostante siano da tempo coltivate nella zona e nonostante soprattutto rappresentino il 50% della produzione totale. Perciò quest'anno si è cercato di correre ai riparo chiedendo una modifica al disciplinare, che si spera possa arrivare entro la fine dell'anno.



"Grazie al lavoro di squadra – riprende Bernardi - portato avanti dall'assessore Gozzoli, dal direttore Monari e dal Senatore Stefano Vaccari (modenese, ndr) siamo riusciti a presentare al Ministero per le Politiche Agricole il testo per le modifiche al disciplinare." Il 25 maggio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e nel mese a disposizione in cui è possibile fare osservazioni nessuno si è fatto avanti, facendo scattare la fase 2: il 26 giugno, così com'è arrivata al Ministero, la bozza di modifica è stata spedita a Bruxelles, non senza una certa fretta.

"Speriamo – continua Monari, direttore del Consorzio – di avere il via libera entro la fine dell'anno per poter essere pronti già con la prossima stagione: l'Unione Europea ha 6 mesi di tempo per risponderci, ma se dovessero emergere delle osservazioni, si slitterebbe di altri 3 mesi. I tempi sono stretti perché dobbiamo avvisare tutti i produttori delle novità, raggiungere anche chi è fuori dal Consorzio, mentre l'ente certificatore deve fare i suoi sopralluoghi."

Se l'ok non dovesse arrivare al primo colpo, dice Monari, "sarebbe un danno enorme. In tanti hanno atteso ad iscriversi all'IGP sperando fossero ammesse nuove varietà".

"Perché insistiamo tanto? – si chiede l'assessore Gozzoli – Perché il nuovo disciplinare permetterà ai 500 e più associati al Consorzio, e a quelli che ancora non lo sono, di essere tutelati e di uscire dall'anonimato. Si potrebbe arrivare, ed è questo l'intento, a marchiare ben il 60-70% dell'intera produzione."


La ciliegia Igp è salita anche sul tram di Milano. Nella foto, la campagna pubblicitaria della modenese Tris - Agenzia di Comunicazione

Nel testo presentato si chiede che sia possibile marchiare come IGP anche le seguenti 14 varietà: Early Bigi, Bigarreu Burlat, New Star, Celeste, Primeginat, Carmen, Grace Star, Santina, Vera, Cristallina, Black Star, Canada Giant, Regina, Staccato. Nel contempo, si chiede l'inserimento di nuove forme di allevamento, l'aumento della densità a 2.000 piante per ettaro e il superamento della definizione rigida dei formati, sostituendola con un range che vada dai 250 grammi a 6 chili.



Ma se già queste sarebbero importanti novità, la vera rivoluzione cui il Consorzio aspira si annida in un'altra richiesta di modifica. "Siccome il mondo delle varietà – riprende Monari - è in continua evoluzione, sia al Ministero sia in Europa si stanno rendendo conto che le continue modifiche ai disciplinari di produzione non sono più una strada percorribile. Con la nostra proposta di modifica abbiamo chiesto che in futuro possa essere il Consorzio stesso a scegliere, di anno in anno, quali siano le varietà ammesse al disciplinare", bypassando così Ministero ed UE. "Sarà poi l'ente certificatore, AgroQualità, in veste di ente terzo, a verificare poi se queste varietà sono o meno idonee", conclude il direttore del Consorzio di Tutela.

Un moscerino insidioso
Ma torniamo ai dati: 6.000 ton prodotte, una cifra ottenuta contando gli imballaggi IGP e non distribuiti ai produttori. Il numero però non tiene nel conto quel 10% (si stima) della produzione che è rimasto sugli alberi o che è stato danneggiato dalla Drosophila suzukii, il temutissimo moscerino orientale che da qualche anno ha fatto la sua comparsa anche in Italia.

Questo moscerino "ce lo aspettavamo in numeri massicci – riprende Bernardi - a causa di un inverno particolarmente caldo: eravamo preoccupati, anche perché per combatterlo esistono ben pochi prodotti e siamo penalizzati rispetto ai concorrenti esteri, come la Spagna, che hanno ottenuto per tempo una deroga all'uso del dimetoato, l'unica sostanza in grado di tener testa a questo parassita."

"A marzo – continua - avevamo incontrato l'assessore regionale Tiberio Rabboni perché chiedesse al Ministero per la Politiche Agricole una deroga anche per noi; deroga che è arrivata intorno al 19-20 di maggio, permettendoci almeno di impiegare questo prodotto per le varietà tardive. Il risultato? Chi ha sottovalutato la Drosophila ha avuto dei problemi. Il parassita ha manifestato tutta la sua pericolosità e se non emergerà un prodotto capace di sconfiggerlo ci darà del filo da torcere anche in futuro."

Per maggiori informazioni:
Consorzio di Tutela della Ciliegia Igp di Vignola
Via dell'Agricoltura, 1
c/o Mercato Ortofrutticolo – Vignola (MO)
Tel e fax: 059/773645
Email: consorziodellaciliegia@tin.it