Sud Italia: andamento commerciale negativo all’orizzonte per pesche e nettarine
Sicuramente la stagione 2013 va annoverata fra le poche positive degli ultimi 5 anni e quindi il gap con i prezzi realizzati a giugno 2014 appare abbastanza penalizzante. In effetti, nel contesto di una sensibile riduzione dei consumi, di un andamento climatico sfavorevole e di una forte pressione delle produzioni di Spagna e Grecia, i prezzi ottenuti possono essere giudicati congrui nel rispetto di un legittimo margine per il produttore.
Si registra purtroppo un grave calo di richiesta da parte del mercato nazionale ed estero, con particolare riguardo al mercato tedesco. I Paesi dell'Est appaiono abbastanza apatici e l'importazione da parte della Russia risente gli effetti della svalutazione del rublo e della crisi politica con l'Ucraina.
Di conseguenza, le quotazioni ottenute per le forniture della 26ma settimana hanno toccato quasi i minimi storici e i quantitativi ordinati sono molto bassi. Questi due elementi di criticità impongono una ponderata riflessione e considerazione su quello che potrebbe essere un ulteriore aggravamento delle condizioni di mercato.
Il quadro della situazione si presenta alquanto articolato. L'Emilia-Romagna entra nel vivo della raccolta nella 27ma settimana (quella attuale, NdR), mentre il Piemonte entrerà in piena raccolta verso la fine della 28ma. Le produzioni peschicole di queste due Regioni si sommeranno a quelle del Sud Italia.
Per gli addetti ai lavori, ogni commento è superfluo. Non occorre la sfera di cristallo per fare una previsione scontata circa la debacle delle quotazioni.
Il sovrapporsi delle produzioni e quindi dell'offerta di tutte le Regioni - non tralasciando quelle di Spagna, Grecia e anche Turchia - produrranno gravi anomalie. In questo contesto di grave calo dei consumi, la produzione anche di per sé non eccedentaria, trasborderà gravemente dai parametri potenziali di un consumo ridotto e importanti quantità (si calcola un 25% del frutto pendente) non troveranno sbocco.
"Le conclusioni sono ovvie e pertanto ci sentiamo di allertare l'attenzione degli altri operatori, ma soprattutto quella delle Organizzazioni nazionali di categoria, perché mettano in conto una probabile grave crisi di mercato - dichiara un operatore del settore - La gravità della crisi non potrà essere affrontata con risorse delle AOP/OP, bensì con quelle previste dalla UE per gli interventi di mercato".