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Baby Plum: un convegno Syngenta ad Almeria ne traccia le tendenze di mercato

Nell'ambito della due giorni organizzata ad Almeria, in Spagna (vedi articolo correlato), il 23 gennaio Syngenta ha previsto un convegno internazionale dal titolo "Tendenze e innovazione nel mercato dei pomodorini snack" che ha permesso il confronto tra i diversi attori della filiera per condividere le conoscenze e dare le direzioni future per questa categoria.



L’apertura dei lavori è stata affidata a Philippe Chatin (nella foto sopra), head of vegetables Europe, Africa and Middle East (EAME) di Syngenta, il quale ha presentato i principali trend del pomodorino Baby Plum, un segmento giovane e dinamico che in 20 anni ha realizzato una crescita impressionante, tanto da rappresentare un terzo del volume di pomodoro consumato nel mercato inglese e tedesco e destinato, nei prossimi 5 anni, a costituire il 30-40% del mercato totale di questo ortaggio.

Si tratta di un tipico prodotto da esportazione: coltivati in Spagna, Italia, Marocco e Francia, i datterini sono apprezzati in Gran Bretagna, Germania, Olanda ma i consumi sono in crescita esponenziale nei principali paesi produttori.



Francisco Egea (nella foto sopra con Mark Titterington, head of corporate affairs EAME Syngenta, che ha moderato il convegno), professore dell'Università di Almeria, ha affrontato il tema della sostenibilità delle produzioni ricordando la necessità di una visione olistica dell'agroecosistema, l'importanza delle risorse genetiche per aumentare le resistenze, la produttività e lo sviluppo di nuove varietà e come l'innovazione tecnologica guardi a un uso efficiente delle risorse naturali.

Al momento dell'acquisto, l'aspetto emozionale è predominante, ha spiegato Egea, e viene premiata l’attenzione all'ambiente, la salvaguardia della biodiversità, la responsabilità sociale. Per questo la comunicazione al consumatore è fondamentale, affinché comprenda il significato e il valore del prodotto sostenibile che sta acquistando.



Di gestione e valorizzazione delle colture ha parlato Peter Stradiot (nella foto sopra), fondatore di InnoGreen, una rete di esperti che offre servizi di consulenza per la coltivazione in tutto il mondo.

Stradiot ha citato le tipiche problematiche nella coltivazione dei Baby Plum e suggerito alcune raccomandazioni pratiche utili a incrementare le rese, come ad esempio: pagare per la qualità delle piante; tenere pulita la copertura delle serre perché un 1% di luce corrisponde alla stessa percentuale di produzione; conoscere i benefici e non solo il costo di ogni intervento; riciclare l'acqua: la sostenibilità corrisponde a possibilità di vendita; il delta di EC (conducibilità elettrica) e pH può fare la differenza; pianificare e misurare le piante permette di prevenire le scelte colturali di due settimane.



Francisco J. Rodriguez Nogueròn (nella foto sopra con Titterington), head of vegetables Iberia di Syngenta, ha iniziato la sua presentazione ricordando l'importanza della coltivazione di pomodori per la Spagna: rappresentano oltre il 20% della produzione di ortaggi (22,3%) e del valore delle esportazioni (25,8%).

La produzione di pomodori in Spagna sfrutta le tecnologie più recenti per assicurare reddito e differenziazione; il 10% della superficie totale è destinata a nuove varietà di pomodori, l'80% a coltivazione integrata e il 70% è innestata.


Lo slogan di Syngenta "Produrre di più con meno": ottimizzazione delle risorse per ottenere maggior produttività, in un'ottica di sostenibilità e senza dimenticare le esigenze dell’agricoltore.

In questo contesto, Syngenta offre soluzioni integrate per soddisfare le richieste del mercato ad un costo di produzione accettabile. Nel dinamico e competitivo comparto dei Baby Plum questo si traduce nel riconoscere le esigenze del mercato e anticipare le tendenze.



Molto interessante la presentazione di Elena Ozeristkaya (nella foto sopra) di Fresh Insight, esperta conoscitrice del comportamento dei consumatori. Dopo aver descritto i mega-trend che caratterizzeranno il futuro del consumo alimentare, ha infatti parlato delle mercato dei pomodori datterini e della "Generazione Y", quella che nel 2020 rappresenterà il 34% della popolazione.

Giovani molto informati, attenti alla salute ma predisposti alla novità e alla ricerca della convenienza, i nativi digitali sono abituali frequentatori di internet e in grado di influenzare l'opinione altrui. Pressati dalla mancanza di tempo, mangiano qualsiasi cosa e ovunque, convinti che tutti i cibi siano adatti per tutte le occasioni.

I trend attuali che contraddistinguono il consumo di pomodori sono: esperienza sensoriale, benefici per la salute, sostenibilità e convenienza. Solo il 10% dei pomodori cherry è utilizzato nel piatto; gli inglesi, ad esempio, ne sono grandissimi consumatori come snack al pomeriggio e alla sera. E le abitudini in fatto di snack nei paesi europei sono molto più simili di quanto accada con i pasti: lo spuntino più sano è rappresentato dalle verdure e, in particolare, da Baby Plum di tutte le forme e sfumature di colore!

Un altro aspetto evidenziato da Ozeristkaya legato al consumo dei datterini, non solo per lo sviluppo del fenomeno del pendolarismo, riguarda il packaging accattivante e il messaggio che su esso può essere apposto.
 


Esigenze della distribuzione e posizionamento dei pomodori Baby Plum le tematiche trattate da Rafael Martinez Pellicer (nella foto sopra), consulente del gruppo Agri-Souss, che ha subito sottolineato le differenze tra i diversi consumatori europei. Se ad esempio il 57,8% dei tedeschi acquista pomodori nei supermercati discount, il 60,7% dei consumatori spagnoli acquista nei punti vendita tradizionali e soltanto il 7,1% nei discount.

Dentro al cervello di un buyer di ortofrutta (vedi slide sottostante) convivono diversi ragionamenti, ha spiegato Martinez Pellicer: la logica di mercato (che tiene in considerazione sicurezza alimentare, responsabilità sociale d'impresa, mercati extra-UE, il biologico che resta una nicchia); un criterio commerciale (protocolli di coltivazione, sicurezza alimentare intesa non solo come limiti massimi di residui, incontrare la domanda, nuove tecnologie di cooling e confezionamento); una mente economica (pressione finanziaria, buyer che dilatano i termini di pagamento, l'aumento dei costi della logistica e dei trasporti, offerta commerciale) e, infine, l'esigenza di una comunicazione proattiva.



Altre informazioni utili fornite da Martinez Pellicer per comprendere il mercato dei Baby Plum: tra i comparti più innovativi, nell'alimentazione europea, ci sono i cibi da utilizzare come snack. L'Europa occidentale è diventata un mosaico di formati di vendita al dettaglio che necessitano di diverse strategie. Così l'Olanda è dominata dai supermercati (83%), in Germania il 47% dei punti vendita è rappresentato dai discount mentre in Francia c'è prevalenza di ipermercati (47%).



Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la presentazione di due casi aziendali illustrati da René van Paasen (Greenco) e David Del Pino (Granada La Palma sca) i quali hanno raccontato le loro esperienze nella commercializzazione di Baby Plum e gli obiettivi futuri.



In particolare, Van Paasen (nella foto sopra) ha citato il fortunato brand Tommies - i pomodori cherry destinati ai bambini contraddistinti dal volto di un clown sulla confezione - ricordando come, per mantenere il marchio forte, serva confrontarsi con i produttori e lavorare insieme.



Dopo aver sottolineato come oggi stia scomparendo il mercato medio (vedi slide sottostante) a favore di prodotti masstige (mass+prestige, di massa e di qualità), David Del Pino (nella foto sopra) ha invece ricordato come il mercato dei pomodori datterini sia favorevole alle aziende di grandi dimensioni, capaci di introdurre innovazione e differenziare un prodotto commodity, sempre con l'obiettivo finale di incrementare le vendite.



Daniel Rickett (nella foto sotto), trait project lead di Syngenta, ha descritto i diversi parametri che determinano il sapore e la qualità dei frutti - come gusto, aroma e consistenza - e il ruolo dei QTL (tratti quantitativi di DNA) nelle linee commerciali per aumentare i livelli di composti volatili.



Ad esempio, il sapore di Angelle, ha aggiunto Rickett, è attribuibile a composti volatili che non sono presenti in altre varietà oggi disponibili sul mercato, mentre la varietà TT80154 contiene un rapporto fruttosio/glucosio sbilanciato a favore del fruttosio.

Le conclusioni sono spettate ad André Goig (nella foto sotto), regional director EAME di Syngenta, che ha voluto sottolineare come, grazie alle sue partnership, Syngenta acceleri lo sviluppo di offerta integrata offrendo valore a clienti e stakeholder. Un chiaro riferimento a Sinergie, la soluzione di produzione integrata sviluppata da Syngenta per sostenere la competitività delle produzioni orticole e soddisfare la crescente richiesta di prodotti salubri, sicuri e conformi ai criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientale.



Sinergie combina genetica d'avanguardia, protezione delle colture, insetti ausiliari e servizi ad alto valore aggiunto al fine di massimizzare l'efficienza dei processi produttivi, incrementando le rese, razionalizzando i costi e preservando le risorse naturali per sostenere la qualità e la competitività delle produzioni.