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Il punto Unapa sulla produzione europea e italiana di patate

Le raccolte nei 5 paesi dell'area NEPG – Francia, Germania, Olanda, Belgio e Gran Bretagna – subiranno una forte riduzione rispetto alla campagna 2017. Tale situazione è stata determinata dalle condizioni climatiche particolarmente gravose e inusuali che hanno afflitto quei Paesi. Infatti, le alte temperature registrate durante il periodo estivo si sono combinate all'assenza di precipitazioni piovose, generando un clima siccitoso. Tale situazione ha determinato rendimenti inferiori del 20/30% rispetto alla media quinquennale.

Tale calo risulta ancora più incidente nelle zone dove non è stato possibile irrigare o farlo solo parzialmente, a causa delle restrizioni imposte delle amministrazioni locali. Pur stimando che il 50% delle superfici coltivate nei Paesi NEPG siano soggette a irrigazione diurna e notturna, si rileva che in quelle non irrigate vi sia un ulteriore calo di produttività tra il 15 e il 25% rispetto alle medie quinquennali. Nello specifico, in Francia nelle parcelle irrigate si producono mediamente 13 ton/ha in più rispetto a quelle non irrigate.


Calibri molto piccoli per le patate da industria scavate in Francia. Foto: Domenico Citterio

Nella campagna 2018 abbiamo assistito a un aumento di ca. il 6% degli investimenti effettuati e delle superfici coltivate. Le superfici coltivate sono aumentate principalmente in Francia (3,6%), mentre nel resto dei Paesi NEPG tale incremento è stato più modesto (ca. 1%). Tali investimenti hanno riguardato principalmente il prodotto destinato alla trasformazione industriale.

Tuttavia le minori rese determineranno un sensibile calo nell'offerta (15 – 20%) del prodotto proveniente dai Paesi NEPG. Da segnalare, a tal proposito, come in Francia, che rappresenta il principale Paese d'importazione per l'Italia, le prime quotazioni delle patate destinate al mercato del fresco si aggirino su 0,28 – 0,30 €/kg franco partenza. Tale prodotto risulta di buona qualità, con lavabilità 7 – 7,5.

Per quanto concerne invece il prodotto da industria, vi è una forte preoccupazione di non riuscire a soddisfare i volumi già contrattualizzati, a causa delle circostanze menzionate. In Gran Bretagna, in considerazione di una riduzione del 3% delle superfici coltivate, si teme che non vi sarà prodotto sufficiente per onorare gli impegni presi. E' evidente che il prezzo del prodotto libero subirà degli aumenti nei prossimi mesi, quando si esauriranno gli stock già impegnati.

In Italia, la situazione si presenta generalmente buona. Le condizioni atmosferiche hanno causato un ritardo (tra i 15 e i 30 giorni) nelle semine in Emilia–Romagna, Lazio ed Abruzzo e per tale ragione la raccolta non è ancora terminata. In relazione alla precedente campagna, tuttavia, si registrano rese inferiori, dovute a scarti superiori rispetto alla media nazionale.

Il prodotto italiano viene attualmente venduto a 0,27 – 0,30 €/kg ovvero a un prezzo maggiore rispetto al 2017. E' prevedibile che tali quotazioni resteranno stabili, anche se è ragionevole immaginare un leggero incremento nei mesi a venire in considerazione dei costi di stoccaggio sostenuti.
Data di pubblicazione: