Il fallimento di Agrexco e la crisi del comparto israeliano del melograno (e non solo)
Tali risultati catastrofici spingono ora i produttori di melograno a domandarsi se la crisi del loro comparto non sia solo il primo segnale di una completa debacle per il settore dell'agro-business israeliano in Europa. E' quanto perlomeno si chiede Ilan Eshel, amministratore delegato dell'associazione frutticoltori israeliani.
L'industria del melograno ha conosciuto grandi successi negli ultimi anni, trainata da una eccezionale domanda tanto sul mercato locale quanto su quello europeo. Basti pensare che le piantagioni di melograno in Israele si estendono su 2.500 ettari, di cui 1.500 hanno pienamente raggiunto il completo stadio di maturità e portano frutti, per un raccolto atteso di 4.000 tonnellate in questa stagione. Le previsioni per il medio termine indicano tuttavia un incremento produttivo fino a 6.000 ton, con l'entrata in produzione dei frutteti più giovani. Considerato un consumo interno di 1.500 ton, si comprende bene che tutto il resto della produzione andrebbe destinato all'export.
Il fallimento di Agrexco comporta ora non solo la perdita di un contractor in grado di trasportare fisicamente i prodotti all'estero, ma anche e soprattutto il venir meno di figure professionali altamente specializzate, con la conseguenza che il vuoto venutosi a creare è stato colmato da esportatori improvvisati e privi della necessaria esperienza in questo campo. Cosa che finirà per tradursi in un danno ingente per i produttori.