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Il quadro del settore ortofrutticolo nazionale e internazionale nell'Assemblea annuale ANEIOA



Si è svolta in data 16 maggio 2008, nella pittoresca cornice di una delle perle del Mediterraneo - la città di Taormina in Sicilia - la 59ma Assemblea annuale dell'Associazione nazionale degli esportatori e importatori ortofrutticoli e agrumari ANEIOA.

Dopo oltre 50 anni di storia, ANEIOA ha deciso di cambiare pelle e si appresta a voltare pagina. Il rinnovamento passerà attraverso il cambiamento del nome, del logo e dello Statuto, cui verranno apportate delle modifiche finalizzate a coinvolgere maggiormente le aziende associate e a rendere più forte e snella l'organizzazione.

Ad oggi, l'Associazione riunisce oltre 300 imprese, per un volume di affari di 4,5 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi riguardanti l'export (45% del valore totale dell'export). I quantitativi prodotti dalle imprese associate ammontano a 5 milioni di tonnellate, di cui 1,7 milioni indirizzate all'esportazione.

Il quadro generale
Il Presidente Luigi Peviani (nella foto qui accanto)ha presentato una relazione nella quale sono stati toccati tutti iprincipali aspetti che hanno caratterizzato il settore ortofrutticolonazionale e internazionale, sia dal punto di vista delle nuovenormative europee, sia da quello strettamente commerciale.

Lo scenario di riferimento dell'industria ortofrutticola e non è, come ha sottolineato Peviani, profondamente mutato. In soli dieci anni, tre macro-fenomeni hanno infatti avuto un profondo impatto sul quadro economico e sociale europeo: globalizzazione, introduzione dell'euro e allargamento dell'Unione Europea a 27 paesi.

Gli scambi agricoli mondiali dovranno inoltre affrontare a breve la spinosa questione della liberalizzazione in sede di negoziati WTO (Doha Round), che porrà alle imprese del settore nuove sfide, derivanti dalla riduzione dei sussidi all'agricoltura e dall'abbattimento dei dazi all'importazione. Il Mediterraneo sarà a sua volta coinvolto nella creazione di un'area di libero scambio, a partire dal 2010.

Sulle dinamiche internazionali pesano poi situazioni epocali quali la crisi mondiale dei prezzi dei generi alimentari e in particolare di alcune materie prime agricole; una lievitazione dei prezzi non solo dovuta alla siccità, ma anche all'aumento del greggio, alla conversione di parte della produzione agricola in biocarburanti e ai relativi sussidi a questo tipo di produzione.

Per quanto riguarda l'Unione Europea, oltre all'introduzione dellanuova OCM ortofrutta, la Commissione ha recentemente proposto unasemplificazione radicale, che porterebbe da 36 a 10 il numero deiprodotti soggetti a specifici standard di commercializzazione (vedi anche articolo correlato).Su questo punto, Peviani ha ricordato l'opposizione da parte deimaggiori paesi produttori, compresa l'Italia, sostenitori delmantenimento di standard di qualità elevati per il maggior numero diprodotti.

"Non possiamo dimenticare tuttavia - sottolineaPeviani - che in realtà gli standard sono fissati dal mercato e daiconsumatori e che nessuno oggi sarebbe in grado di confrontarsi con lamoderna distribuzione senza il rispetto delle regole sulla qualità.Pertanto, se il sistema di semplificazione proposto dalla Commissionesignifica minori costi e soprattutto minore burocrazia, noi siamodisponibili a questo tipo di sacrificio e saremo portatori di ulterioriproposte di semplificazione".

L'ortofrutta italiana nel 2007
Luigi Peviani ha presentato i brillanti risultati ottenuti dal settore ortofrutticolo italiano nel 2007, un anno che si è chiuso con un saldo di oltre un miliardo di euro (vedi grafico 1) e una sostanziale ripresa dei prezzi: "Tali risultati non devono però illudere - sottolinea Peviani - in quanto sono frutto di una congiuntura favorevole, caratterizzata da una diminuzione dell'offerta sia italiana sia estera, dovuta ad una minore produzione."



Tra i problemi di fondo che il settore ortofrutticolo nazionale si trova ad affrontare, c'è infatti il nodo dei consumi. Pur avendo tenuto rispetto al 2006, i consumi di frutta e verdura in Italia sono molto lontani dalle medie degli anni passati, essendo diminuiti del 14% in quantità rispetto al 2000. "Questo è un campanello d'allarme - dichiara Peviani - perché la crisi economica e finanziaria degli ultimi mesi, che ha colpito in particolare i paesi occidentali, con molta probabilità farà sentire ulteriori effetti negativi".

L'esportazione verso i Paesi Terzi
Dall'analisi dei dati di esportazione verso i Paesi Terzi, l'Italia sta confermando, sulla scia del buon risultato del 2007, il trend di crescita anche nei primi mesi dell'anno in corso. Secondo l'Istat, nei primi due mesi del 2008, i flussi di esportazione dall'Italia diretti fuori dall'Unione Europea sono cresciuti del 20%.

Tra i segnali positivi che si stagliano all'orizzonte per diversificare le esportazioni italiane verso i Paesi Terzi, Peviani elenca: l'apertura del Giappone alle arance italiane, l'accordo bilaterale con la Cina per consentire l'ingresso del nostro kiwi (cui si aggiungeranno ulteriori prodotti "sensibili") e la ripresa del negoziato con il Messico per le mele.



Lo scenario nazionale
In Italia, secondo Luigi Peviani, spesso i media hanno criminalizzato ingiustamente la filiera ortofrutticola come un esempio di speculazione sui prezzi. "Noi invece abbiamo sempre sostenuto - dichiara Peviani - che per la peculiarità dei prodotti ortofrutticoli e per la frammentarietà dell'offerta, nessun operatore è nella possibilità di dettare le regole del mercato".

Prendendo ad esempio i dati ufficiali Istat per il periodo tra il 2002 e il 2007, quando l'effetto Euro aveva già provocato le sue conseguenze negative, per i prodotti di prima necessità risultano i seguenti aumenti: pane +15,3%; pasta +12,9%; latte +8,8%; frutta fresca +5,4%; ortaggi e legumi freschi +1,6%. "Tali dati - sottolinea Peviani - che sono pubblici e di facile consultazione, dimostrano in modo lampante che gli attacchi subiti dal settore sono privi di fondamento".

Quel che occorre ottimizzare, sottolinea Peviani, è la gestione dei costi energetici e l'ottimizzazione dei processi: "Apprendiamo ad esempio che solo l’11% dell’energia correlata ai consumi alimentari è imputabile ai trasporti, mentre il 17,5% è da imputare alla fase di produzione, il 30% alla lavorazione ed il 40% alla preparazione dei cibi. Ci si dimentica della ricerca, dell’innovazione, di migliorare l’organizzazione commerciale, logistica e della promozione".

"Si cerca di erigere barricate - ha concluso Peviani - ignorando l’importante ruolo di calmiere del mercato svolto dalle imprese di importazione; la salvaguardia del consumatore ed il suo diritto a pagare un giusto prezzo non può prescindere da una offerta variegata che permetta di scegliere in ogni momento dell’anno il prodotto ortofrutticolo migliore al prezzo più equo. Questa è la nostra concezione di mercato libero".


Il nuovo Consiglio Direttivo, eletto nell'occasione dell'Assemblea, a cui si aggiungeranno i Coordinatori delle Commissioni tecniche. Da sinistra a destra Sebastiano Cosentino, Walther Piraccini, Giuseppe Campisi, Salvatore Secondulfo, Baldassarre D'Avino, Vittorio Grotta, Patrizio Neri, Luigi Peviani (Presidente), Michelangelo Rivoira, Luigi Carpentiere, Stefano Pezzo, Alessandro Pernigo, Michele Privitera, Riccardo Calcagni, Rosario Fichera. Tra gli altri eletti non presenti Antonio Orsero e Franco Pignataro. (Foto realizzata da FreshPlaza Italia) Clicca qui per un ingrandimento della foto