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A cura di Rossella Gigli

Le mele transgeniche e cisgeniche nella percezione del pubblico europeo: i dati 2010 di Eurobarometro

Risale al febbraio 2010 l'ultima inchiesta dell'osservatorio Eurobarometro in materia di Scienze Biologiche e Biotecnologie, basata su campioni rappresentativi di 32 paesi europei.

Dal rapporto scaturisce una maggiore attenzione degli Europei nei confronti dell'impatto che le biotecnologie potrebbero avere in futuro su ambiente, medicina e alimentazione. La sfiducia che aveva caratterizzato gli anni '90 - dovuta in parte all'impressione che i regolamenti in materia non fossero abbastanza stringenti - non sembra più una prospettiva dominante.

Nel 2010 è emersa la consapevolezza che le biotecnologie vadano prese in seria considerazione, magari favorendo soluzioni connotate da minori implicazioni e problematiche etiche e morali; il pubblico europeo ha mostrato comunque di voler essere coinvolto nei processi decisionali in materia.

Il caso delle mele cisgeniche
Sebbene l'opposizione agli OGM (organismi geneticamente modificati) sia ancora molto radicata in Europa e anzi si sia accentuata nell'arco degli ultimi 15 anni, anche sull'onda di intense campagne di comunicazione a sfavore di tali prodotti, il quadro muta nel confronto tra organismi transgenici e organismi cisgenici.

Eurobarometro ha preso in esame il caso delle mele, la cui produzione commerciale implica il frequente impiego di agrofarmaci - anche fino a 20 o 25 trattamenti l'anno in alcune aree - al fine di prevenire fitopatie di carattere batterico o fungino.

Tale pratica comporta tanto costi elevati, quanto potenziali rischi per la salute pubblica. Che gli Europei siano - spesso esageratamente - preoccupati per la presenza di residui chimici in frutta e ortaggi, è emerso da una precedente inchiesta Eurobarometro-EFSA (l'agenzia europea per la sicurezza alimentare), condotta nel 2008.

Da allora in poi, con l'introduzione di specifici limiti massimi di residui ammessi per legge (MRL's - Maximum Residue Levels), anche l'industria melicola ha cominciato a volgere lo sguardo a metodi alternativi per la protezione delle coltivazioni dalle fitopatie più comuni.

Recenti ricerche hanno mostrato ad esempio che la mela selvatica, molto simile geneticamente alle mele attualmente in commercio, ha tratti che la rendono resistente a determinate fitopatie e che essi, mediante ibridazione, potrebbero essere trasferiti anche alle mele comuni. Il processo classico di ibridazione è tuttavia molto lungo, mentre la biotecnologia cisgenica potrebbe estrapolare dalla mela selvatica, per introdurli successivamente nel DNA delle mele comuni, solo quei tratti genetici che interessano ai fini della resistenza. La cisgenetica - una sorta di "pollice verde" altamente sofisticato dal punto di vista tecnologico - si è dimostrata efficace anche per lo sviluppo di nuovi ceppi di patate resistenti alla Peronospora.

Differentemente, la tecnica transgenica incorpora nel ricevente sequenze di DNA prese in prestito da altre specie o da ceppi batterici che risultano tassonomicamente diversi dal patrimonio genetico del ricevente stesso, come nel caso del mais BT, il quale incorpora il gene di un batterio (Bacillus Thuringiensis), che lo rende resistente ad alcuni insetti grazie alla secrezione di una tossina contro i parassiti.

Come risponderebbe invece il pubblico alla via della manipolazione genetica tutta interna ad una stessa specie (cisgenesi), al fine di migliorarne le caratteristiche?

Il sondaggio
La cisgenesi è stata introdotta nell'inchiesta di Eurobarometro mediante la seguente descrizione:

"Alcuni ricercatori europei ritengono vi siano due nuove strade per ridurre l'uso di agrofarmaci chimici nella coltivazione delle mele, riducendo di conseguenza al minimo il rischio di eventuali residui. La prima strada è quella di introdurre artificialmente una resistenza genetica contro muffe e ticchiolatura nelle mele, prelevandola da altre specie, come batteri o animali. La seconda strada è quella di introdurre artificialmente nelle mele un gene che già esiste naturalmente nelle mele selvatiche e che renderebbe anche quelle comuni resistenti alle fitopatie".

Ai rispondenti è stato poi chiesto in che misura fossero o meno d'accordo con la seguente serie di affermazioni:

1. E' un'idea promettente (metodo transgenico) / potrà essere utile (cisgenesi)
2. Consumare mele prodotte utilizzando il metodo transgenico sarà senza rischi di sicurezza alimentare / Consumare mele prodotte utilizzando la cisgenesi sarà rischioso
3. Avrà effetti negativi sull'ambiente
4. E' fondamentalmente innaturale
5. Mi fa sentire a disagio
6. Dovrebbe essere incoraggiato

Queste affermazioni hanno reso possibile, in prima battuta, mettere a confronto transgenesi e cisgenesi nella produzione di mele, per comprendere se le modificazioni effettuate all'interno di una stessa specie possano essere considerate più accettabili dal pubblico che non le modificazioni inter-specifiche.

Inoltre, l'inchiesta ha cercato di mettere in confronto la percezione del pubblico verso le mele transgeniche e la percezione verso i cibi OGM; in linea di principio non dovrebbe esserci alcuna differenza di giudizio, considerando la natura identica del processo biotecnologico sottostante. Una notevole differenza è invece emersa, come vedremo tra breve.

Nella UE-27, la maggioranza del pubblico è a favore delle mele cisgeniche
Come mostrato dalla figura qui sotto, esiste un contrasto nella percezione delle mele cisgeniche in confronto a quelle transgeniche. Nella UE-27, ben il 55% del campione si è dichiarato favorevole alla cisgenesi, con una percentuale di ben 22 punti percentuali superiore ai sostenitori del metodo transgenico.

Per tutti gli indicatori presi in esame, le mele cisgeniche sono state giudicate in modo più positivo di quelle transgeniche, in quanto appaiono più naturali, comparabili alle mele ottenute per normale ibridazione, meno problematiche per l'ambiente, maggiormente sicure sotto il profilo alimentare e più promettenti/utili.


Clicca qui per un ingrandimento della tabella.

Anche esaminando i dati per singolo paese europeo, in tutte le nazioni le mele cisgeniche hanno ricevuto un supporto maggiore rispetto a quelle transgeniche; in 24 paesi, la maggioranza assoluta di coloro che hanno espresso un'opinione al riguardo si è detta a favore delle mele cisgeniche.

Percezione comparata tra OGM e mele transgeniche: una sorpresa!
Degni di nota risultano infine i risultati del confronto tra alimenti OGM e mele transgeniche, i quali entrambi erano stati descritti dall'inchiesta di Eurobarometro come risultanti da un processo di modificazione genetica molto simile.

Per quanto riguarda la UE-27, il sostegno agli OGM è pari al 27% di coloro che hanno espresso un parere, mentre lo stesso dato sale al 37% nel caso delle mele transgeniche. Che da chiedersi: cosa ha favorito un tale salto del 10% nei pareri favorevoli?

La tabella qui sotto mostra le percezioni contrastanti in materia di sicurezza alimentare, impatto ambientale e "naturalità" di cibo OGM, mele transgeniche e mele cisgeniche (dati relativi alla UE-27)

Legenda: Safe/not risky (Sicuri/non rischiosi) - Not harmful for the environment (Non dannosi per l'ambiente) - Unnatural (Innaturali) - Support (Sono a favore). Nota 11: Il criterio della "sicurezza" è stato estrapolato da diverse domande per ogni tipologia di prodotto; per il cibo OGM, attraverso il consenso all'affermazione che "E' sicuro per la tua salute e per quella della tua famiglia"; per le mele transgeniche approvando che "Mangiare mele così prodotte sarà senza rischio"; per le mele cisgeniche, disapprovando l'affermazione che "Mangiare mele così prodotte sarà rischioso".

Mentre tanto il cibo OGM quanto le mele transgeniche vengono percepite come "innaturali" da tre rispondenti su quattro (rispettivamente dal 76 e dal 78% del campione), la percezione di sicurezza aumenta con riguardo alle seconde, che vengono considerate meno rischiose (dal 37% del campione, contro il 27% per gli OGM) e meno dannose per l'ambiente (55% del campione, contro il 30% per gli OGM).

Ciò si spiega solo se colleghiamo il dato al preambolo che descriveva la tecnica transgenica applicata alle mele come una possibile soluzione per "ridurre l'uso di agrofarmaci chimici nella coltivazione delle mele, riducendo di conseguenza al minimo il rischio di eventuali residui."; tale definizione potrebbe aver suggerito un beneficio delle mele transgeniche per l'ambiente e per la sicurezza alimentare.

E' stato già da tempo suggerito che il vero "tallone d'Achille" per la diffusione degli OGM in Europa sia da collegarsi proprio alla percezione da parte del pubblico di un'assenza di benefici derivanti dall'introduzione di simili prodotti o, peggio ancora, alla convinzione che essi possano mettere a repentaglio l'integrità della natura (vedi articolo correlato).

La cisgenesi potrebbe essere vista dunque come un esempio ipotetico della cosiddetta "seconda generazione" di colture OGM; in questo caso, infatti, i benefici risultano evidenti al consumatore e l'accettazione di questi prodotti è superiore del doppio rispetto a quella ottenuta dai prodotti transgenici.