Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
La relazione di Dario Bressanini al 22mo Forum di Medicina Vegetale

I rischi della cattiva informazione nello sviluppo e nell'adozione di tecnologie innovative

In occasione del 22mo Forum di Medicina Vegetale, svoltosi a Bari lo scorso 14 dicembre 2010 (vedi articolo), Dario Bressanini, ricercatore di Scienze chimiche dell’Università dell’Insubria (Como) e autore di libri come "OGM tra leggende e realtà" e "Pane e bugie", ha presentato una relazione dal titolo: "Etica della verità scientifica e comunicazione", la quale offre parecchi spunti di riflessione, sia per chi fa ricerca sia per il cittadino-consumatore, ma anche per chi è incaricato di trasferire in modo corretto le informazioni.

Non si tratta solo di discutere pro o contro gli alimenti biologici o quelli convenzionali, gli organismi geneticamente modificati o i residui di agrofarmaci; è questione di riconoscere ed evitare i rischi di una cattiva informazione o, ancora meglio, superare i pregiudizi e i falsi miti che spesso accompagnano un modo sbagliato di comunicare.

Dario Bressanini sottolinea l’importanza di documentarsi seriamente sugli argomenti trattati e di fare riferimento – quando possibile - direttamente alle fonti originali. Perché, sempre secondo Bressanini, nessuna tecnologia può essere utilizzata con efficacia, se non viene prima accettata socialmente.

Sugli OGM, in particolare, occorre far progredire un dibattito che, in Italia, è stato troppo spesso represso da posizioni ideologiche e opinioni soggettive/emotive.

Naturale vs. artificiale?
Bressanini ha preso le mosse del suo ragionamento da un conflitto che ci si presenta quotidianamente, in medicina (con lo sviluppo dell’erboristeria e dell’omeopatia), nel personal care (cosmetica naturale), in agricoltura (agrofarmaci, OGM contro biologico e biodinamico) e, ovviamente, nell’alimentazione (cucina molecolare, additivi): la contrapposizione tra "chimica" da una parte e "natura" dall'altra, tra ciò che è "artificiale" e ciò che è "naturale".

Ma esiste una differenza intrinseca tra naturale e sintetico? Secondo Bressanini no, in quanto innanzitutto non è vero che "naturale" sia sinonimo di "innocuo" o "sano": basti pensare agli esempi del basilico, che nelle prime fasi di accrescimento contiene metileeugenolo, un sospetto cancerogeno per l’uomo, o del caffè, che contiene ben 21 sostanze cancerogene o sospette tali.

D'altro canto, esistono anche sostanze "naturali da laboratorio", come il fruttosio, che non viene per niente estratto dalla frutta, o la vitamina C, che non viene estratta dagli agrumi.

Il Lato Oscuro: emotività e OGM
In materia di OGM (Organismi geneticamente modificati), le semplificazioni antiscientifiche alle quali anche troppi intellettuali hanno contribuito, hanno fatto leva sull'emotività del pubblico, diffondendo paura, ansia e odio su una tematica che andava invece affrontata con razionalità.

Vere e proprie leggende metropolitane si sono susseguite negli anni!, Bressanini ha citato una serie di notizie false che sono girate sui media italiani e che sono state mistificate da varie organizzazioni, come la fragola-pesce (mai esistita!), il pomodoro antigelo o la sterilità delle sementi OGM. Tutte colossali fandonie, che però hanno contribuito a creare disinformazione in materia. Ormai, come li definisce l’Osservatorio di Pavia, gli OGM sono diventati gli Organismi Giornalisticamente Modificati.

Ulteriore confusione deriva da affermazioni generiche, come quella secondo cui gli OGM eliminerebbero la fame nel mondo. Bressanini ha tenuto a chiarire che non sono ancora stati sviluppati OGM destinati ad aumentare la produzione di cibo; d'altro canto, molte agenzie internazionali come FAO, ONU e Banca Mondiale ben riportano come l’unico OGM per ora diffuso nei paesi in via di sviluppo, il cotone BT, sia stato utile per combattere la povertà. Usato ormai da oltre nove milioni di agricoltori, soprattutto in India e in Cina, il cotone BT ha infatti ridotto le perdite di raccolto, ha aumentato i profitti dei contadini e ha fortemente limitato l’uso di pesticidi.

Un altro mito che continua a persistere è quello secondo il quale gli OGM servano solo alle grandi coltivazioni intensive e non alle piccole produzioni di qualità. Gli OGM possono invece arricchire la biodiversità, riportando in auge specie vegetali che non si potrebbero più coltivare per via di virosi, attacchi di insetti e altro. A tal proposito, Bressanini ha riportato l’esempio della papaya delle Hawaii che, aggredita dal virus PRSV (Papaya RingSpot Virus), è stata "salvata" dalle biotecnologie, grazie ad una tecnica simile a una vaccinazione permanente.

La domanda provocatoria che Dario Bressanini si pone è la seguente: che senso ha permettere la vendita della papaya che contiene direttamente il virus e impedire invece la vendita della papaya contenente la proteina che immunizza contro lo stesso virus?

OGM e ricerca pubblica
D’altra parte, la ricerca incalza: non solo quella condotta privatamente dalle multinazionali, ma anche quella pubblica, che è altrettanto attiva. Si calcola che entro il 2015 la metà degli OGM approvati discenderà da filoni di ricerca pubblica (Asia, America). La susina OGM contro il virus Sharka, sviluppata dal Ministero dell’Agricoltura americano USDA, è già stata approvata, anche se il virus Sharka è un problema che riguarda molto più da vicino l’Europa, che non gli Usa.

In Italia, invece, la ricerca è praticamente bloccata dal 2001, con la contraddizione evidente che si chiede più ricerca pubblica in questi campi, ma poi di fatto la si blocca, favorendo quelle stesse multinazionali che sono oggetto di critica, quasi volessero impadronirsi del controllo sulla produzione mondiale di cibo. La contraddizione risulta ancora più evidente quando si pensi che, se è vietato coltivare OGM, è però perfettamente legale importarli e utilizzarli.

Agrofarmaci e consumatori: due poli che si respingono
L’agricoltura moderna fa largo uso di sostanze chimiche per proteggere le colture da infestanti e parassiti. Queste sostanze, gli agrofarmaci (erroneamente chiamati pesticidi), comprendono gli erbicidi, gli insetticidi, i fungicidi ma per i consumatori rappresentano una categoria indistinta. Sono tutte sostanze strettamente regolamentate, con rigidi tempi di carenza, eppure i limiti di residui consentiti sono visti dal consumatore sempre come un pericolo e generano perciò una risposta on/off.

Si pensi ad esempio al nostro comportamento di fronte a termini come: additivi, conservanti, farmaci (antibiotici), pesticidi, ecc. Paradossalmente, se si abbassano le soglie, il consumatore non è più tranquillo. Un sondaggio di Eurobarometro del 2008 riporta che il 28% dei cittadini europei è "molto preoccupato" per i residui di pesticidi nella verdura, nella frutta e nei cereali. Il 42% si dichiara "abbastanza preoccupato". In Italia queste percentuali salgono addirittura al 37% e al 49%, rispettivamente. Ed è la percezione del rischio a determinare il nostro comportamento.

Il consumatore di cibi biologici, per esempio, non si aspetta di trovare residui di fitofarmaci di sintesi e ritiene pertanto che questi alimenti siano più sicuri. Tuttavia, in biologico sono ammessi gli agrofarmaci "naturali", come Rotenone, Piretrine, Spinosad, composti di rame, zolfo, olio minerale, i quali, afferma Bressanini, non sono necessariamente meno dannosi per l’ambiente.

Per quanto riguarda l'impatto delle colture OGM sull'impiego di pesticidi in agricoltura, sembra di essere di fronte ad una statistica alla Trilussa, ha osservato Bressanini. Infatti, mentre per le multinazionali gli OGM hanno contribuito ad una riduzione nell'impiego di agrofarmaci, per gli attivisti come Greenpeace la correlazione è invece in aumento.

Sarebbe invece necessario fare dei distinguo: l'uso di insetticidi su mais e cotone transgenico è diminuito; anche l'uso di erbicidi è diminuito per ettaro, pur se è aumentato in totale, in quanto le coltivazioni sono più estese (ad es. soia OGM in Argentina). Come pure bisognerebbe saper distinguere tra colture Roundup Ready (geneticamente modificate tramite tecniche di ingegneria genetica per resistere al Gliphosate) e colture Clearfield, cioè non OGM, ma certo geneticamente modificate (per mutazione).

Attenti al Monossido di diidrogeno!
In conclusione, Dario Bressanini ha fornito un chiaro esempio di come l'informazione scientifica possa essere manipolata facendo leva sull'alterazione dei dati e sull'emotività.

Lo sapevate che il Monossido di diidrogeno (DHMO) è una sostanza altamente pericolosa? Si tratta di un solvente industriale, che si trova nelle cellule tumorali di pazienti terminali, è il componente principale delle piogge acide, contribuisce all’erosione del suolo e dei paesaggi naturali, penetra nelle falde acquifere.

Non solo, il Monossido di diidrogeno viene usato nella produzione di energia nucleare, nelle sofisticazioni alimentari (vini e prosciutti), contribuisce all’effetto serra e ogni anno causa migliaia di morti!

Omettendo alcune cose, evitando di contestualizzarne altre, si provoca ansia e preoccupazione in chi non sa – in questo caso - che il DHMO è solamente la comunissima acqua! (H2O - molecola composta da due atomi di idrogeno + uno di ossigeno).

Tutte le affermazioni suddette sono certamente vere (l’acqua contribuisce all’effetto serra, è un solvente industriale, la usano nelle centrali nucleari, ecc.) ma sono strutturate in modo da catalizzare l’emotività del lettore, aumentando la percezione di un rischio per la sua salute, quando è di acqua fresca che stiamo parlando!