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Una quinta edizione memorabile per l'International Melon Days 2009



Giunto alla sua quinta edizione, l'International Melon Days 2009 si è svolto quest'anno in Italia (Parma, 15-17 luglio). L'evento, che ha coinvolto più di cento operatori di primo piano da 4 continenti, è stato organizzato congiuntamente da De Ruiter Seeds, Seminis e Poloni (ISG), compagnie sementiere oggi facenti parte del medesimo Gruppo Monsanto. Clicca qui per un elenco completo dei partecipanti (in formato .pdf).

Quasi 300 varietà in campo!
Imponente la presentazione delle selezioni varietali di melone già introdotte in commercio o ancora in fase di sperimentazione. Mediante una visita ai campi prova estesi su 1,5 ettari in località Mirandola (MO), i partecipanti all'International Melon Days 2009 hanno potuto passare in rassegna, guidati da tecnici esperti delle tre compagnie sementiere, ben 288 diverse cultivars!

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I campi prova a Mirandola (MO). (Foto: FreshPlaza Italia).

Come spiega Alois van Vliet, manager Seminis per Europa Occidentale, Medio Oriente e Africa: "Mettere insieme quasi trecento tipologie di melone non è cosa di tutti i giorni! In questo l'edizione 2009 di Melon Days costituisce una novità assoluta. Tuttavia, la tecnologia e l'innovazione, da sole, non cambiano il mercato. Serve il dialogo e il confronto con tutti gli attori della filiera, dal produttore al distributore, per mirare la ricerca varietale alle soluzioni più adeguate per creare valore aggiunto".

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Alois Van Vliet, manager Seminis per Europa Occidentale, Medio Oriente e Africa. (Foto: FreshPlaza Italia).

Dal primo settembre, l'intero portafoglio meloni delle tre aziende sementiere passerà sotto il controllo di Seminis, in linea con il piano di specializzazione settoriale impostato da Monsanto per le sue aziende controllate.

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(Foto: FreshPlaza Italia).

Il melone sotto i riflettori, tra genetica e mercato
International Melon Days ha offerto ai partecipanti un'occasione di approfondimento ad alto livello, grazie ad una conferenza presso l'Hotel Parma & Congressi. Illuminanti interventi sono stati proposti dal Prof. Andrew Fearne del centro di ricerca sulla filiera dell'Università del Kent, da Jean-Claude Pech della scuola superiore di agronomia (ENSAT) di Tolosa e da Luciano Trentini, direttore del CSO - Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara.


La platea del convegno. (Foto: FreshPlaza Italia).

Il Prof. Fearne ha posto l'accento sulle abitudini di acquisto al dettaglio per il melone sul mercato britannico. Il relatore ha mostrato, attraverso una scomposizione dei dati macro sulle vendite di meloni presso la catena Tesco, che la variabile prezzo non è l'unico fattore in gioco nelle scelte d'acquisto. Molto numerose sono infatti le componenti, spesso non sufficientemente analizzate, che orientano e influenzano i consumatori: dai fattori culturali, a quelli socio-economici, a quelli geografici.


Prof. Andrew Fearne. (Foto: FreshPlaza Italia).

Interessante è anche analizzare cos'altro entra più frequentemente nel carrello della spesa di coloro che acquistano meloni: un risultato sorprendente è la notevole frequenza di alimenti "kosher" (cioè rispettosi delle norme alimentari ebraiche), oltre ad ananas e mango, nella sporta degli acquirenti di meloni in Gran Bretagna.

In generale, comunque, la penetrazione commerciale del melone tra le famiglie britanniche è molto più bassa che in Italia (il 28% contro l'80%), cosa che potrebbe discendere da fattori climatici, ma che potrebbe anche indicare un interessante margine di sviluppo. Clicca qui per scaricare la relazione completa di Andrew Fearne (in formato .pdf).

Da parte sua, Jaen-Claude Pech ha fornito ai partecipanti un'illustrazione molto dettagliata sugli aspetti fisiologici e genetici che fanno di ogni singola varietà di melone un esemplare con propri tratti distintivi di aroma, colore, consistenza, durata e risposta ai trattamenti post-raccolta.


Jaen-Claude Pech. (Foto: FreshPlaza Italia).

In linea di massima, esiste una relazione direttamente proporzionale tra la quantità di etilene prodotto da un frutto di melone e l'aroma, inteso come articolato insieme di centinaia di composti volatili, alcuni dei quali in grado di costituire la "nota" più rilevante dell'aroma stesso. Esperimenti di manipolazione genetica volti ad annullare la produzione di etilene hanno infatti prodotto come risultato meloni completamente privi di aroma.

Purtroppo, la presenza di etilene è a sua volta inversamente proporzionale alla compattezza della polpa del melone, e dunque alla sua conservabilità e durata sia su pianta sia dopo la raccolta (shelf-life). La sfida dei genetisti è dunque quella di trovare il giusto compromesso tra un melone in grado di rispondere alle esigenze della catena produttiva da una parte (maggiore resa, migliore tenuta anche dopo lo stacco dalla pianta) e al palato del consumatore dall'altra. Clicca qui per scaricare la relazione completa di Jaen-Claude Pech (in formato .pdf).

In conclusione, Luciano Trentini ha presentato alcune tabelle statistiche sull'andamento generale dei consumi frutticoli in Italia e su quello del melone in particolare, in confronto ad altre tipologie di frutta estiva. Oggi il melone è presente sul mercato italiano dodici mesi l'anno, con particolare accelerazione dei consumi nei mesi estivi.


Luciano Trentini. (Foto: FreshPlaza Italia).

La produzione interna, cui sono dedicati oltre 26.000 ettari di superficie (media 2003-2008) è destinata in larga parte al consumo domestico, mentre l'export rappresenta soltanto il 2-3%. Le importazioni provengono invece sostanzialmente da paesi UE, anche se con un'incidenza percentuale in calo (dal 73% del periodo 2000-2004 al 68%): si stanno infatti affacciando sul mercato interno i meloni del Nord Africa, nuovi protagonisti in questo segmento merceologico.

I consumi di melone in Italia appaiono in crescita, con un'elevata penetrazione (80% delle famiglie italiane li acquista) e acquisti al dettaglio maggiori al Sud e nelle Isole. "Il vero grosso problema del 2009 - spiega però Luciano Trentini - è il crollo dei prezzi. E' giunta l'ora di interrogarci su nuove strategie per il futuro, analizzando i fattori che potrebbero rilanciare la redditività del settore. Penso ad esempio alla costituzione di varietà "club", al lancio di meloni "funzionali" (ossia potenziati nelle loro proprietà nutrizionali), alla selezione di cultivars a minore fabbisogno di chimica o allo sviluppo delle preparazioni di frutta di quarta gamma. Una riflessione è d'obbligo se si vuole attrarre il consumatore anche sulla base di elementi di valore e non solo di prezzo". Clicca qui per scaricare la relazione completa di Luciano Trentini (in formato .pdf).

Due casi aziendali
L'edizione 2009 di International Melon Days ha visto anche la visita organizzata a due magazzini per la lavorazione e il confezionamento di meloni: quello di OPO Bellaguarda (nel mantovano) e quello di Agricola Don Camillo (a Brescello - RE).