I broccoli italiani si fanno largo sulle tavole britanniche
E così Il Times annuncia una campagna che l'associazione Brassica Growers lancia per il ritorno alla verdura di identità nazionale. La Brassica oleracea botrytis, il cavolfiore appunto, lancia dunque la sfida al "superfood" broccoli.
Non è solo un attaccamento alle tradizioni che accende così gli spiriti britannici: la produzione di cavolfiore è crollata del 35% e molti agricoltori stanno pensando di abbandonarne la coltivazione. Le statistiche del governo rivelano che lo scorso anno sono stati dedicati solo 9.503 ettari di terra alla coltivazione del cavolfiore, una consistente diminuzione se paragonati ai 13.382 ettari di dieci anni prima.
La lotta vegetale si tinge, dunque, di toni nazionalisti: preferendo i broccoli, le coltivazioni britanniche ne perdono a favore di una verdura importata, che costa di più e fa guadagnare di meno all'economia del paese. "Vogliamo un revival del cavolfiore - dice al Times il presidente della Brassica Growers Association, Phillip Effingham - è triste vedere il suo declino causato dal successo dei broccoli. Vogliamo riportare il cavolfiore al posto che gli spetta di diritto: le nostre tavole. Stiamo dimenticando le basi della nostra alimentazione, il suo valore nutrizionale, la sua appartenenza alla cultura britannica e la sua versatilità".
"Non è con il protezionismo che si difendono le proprie produzioni ma con la qualità e la competitività delle tecniche produttive. Il mercato è questo", è quanto ha affermato in risposta all'iniziativa dei produttori inglesi il responsabile economico di Confagricoltura, Francesco Postorino.