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Il bilancio della campagna con un cinaricoltore campano

Carciofo romanesco, dopo un inizio brillante è stato tutto in salita

"Questa è stata una buona annata sotto il profilo produttivo, mentre sul fronte commerciale, dopo un inizio brillante, durato dal 1 al 27 dicembre, si è poi verificato un rallentamento del mercato". E' quanto afferma Angelo Maria Napoliello, imprenditore di Eboli, specializzato nella produzione di carciofi.

La raccolta del romanesco nella Piana del Sele è cominciata a inizio dicembre, e terminerà per i primi di maggio; tra qualche giorno, si partirà anche con la raccolta dei carciofini, da destinare per la maggiore ai mercati ortofrutticoli generali e in parte a qualche retailer, che ha espressamente richiesto la vaschetta da 1 chilogrammo.

Napoliello ritiene doveroso fare un passaggio sull'aspetto produttivo di questa campagna, dicendo: "Sotto il profilo produttivo non è stata per niente un'annata complicata; infatti, le condizioni climatiche hanno giovato sia alla resa sia alla qualità del prodotto, che si presenta senza alcun difetto e con una buona pezzatura. Anche se in qualche appezzamento le piante hanno sofferto la carenza idrica e le temperature elevate, non essendoci stato alcun fenomeno meteo eccezionale, il prodotto è esteticamente e internamente senza difetti. Queste condizioni si sono verificate in tutti gli areali produttivi, comportando così una buona disponibilità di carciofi sia in volumi sia in qualità da immettere sul mercato".

"A livello commerciale, invece, dopo un inizio campagna brillante, si è avuta una diminuzione di richieste. Anche se i prezzi erano nella media, il problema è stato che i consumi sono risultati lenti. E' vero pure che tutti gli areali produttivi avevano buona disponibilità di prodotto contemporaneamente, e anche all'estero c'erano carciofi altrettanto di buona qualità come quelli italiani. Quindi tutte queste condizioni hanno in qualche modo messo un freno all'andamento di mercato di questa referenza. Tant'è vero che i grossisti ortofrutticoli hanno ritirato a malapena il prodotto, mentre qualche insegna della Gdo ha spinto maggiormente il carciofo attraverso le offerte promozionali, invogliando così il consumo, e quindi ha accresciuto le richieste".

Per quanto concerne l'orientamento della distribuzione organizzata nelle richieste di carciofo, Angelo Maria Napoliello spiega: "Il prodotto sfuso in casse a circuito chiuso va per la maggiore; sicuramente qualche retail ha da sempre adottato questo sistema, mentre qualche altro negli ultimi anni sta adeguando le richieste. Allo stesso modo, per i carciofi si preferisce lo sfuso, a eccezione di qualcuno che chiede confezioni da 1 chilo. Inoltre, c'è qualche insegna che chiede solo ed esclusivamente carciofo di Paestum Igp, perché è un prodotto premium, che però intercetta una piccola fascia di consumatori di nicchia che ne apprezza la bontà ed è disposta a spendere maggiormente per acquistarlo".