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L'allarme è lanciato da Francesco Rastelli di Copap

Manca la remunerazione, filiere dell'aglio italiano a rischio

"I prezzi non coprono a sufficienza i costi di produzione, per questo gli ettari coltivati ad aglio, in Italia, continuano a diminuire". Lo afferma Francesco Rastelli, presidente della cooperativa Copap, che fa una riflessione. "L'aglio lavorato e confezionato, viene pagato mediamente 4 - 4,5 euro/kg. Per remunerare la filiera servirebbero almeno 2 euro in più al kg".

Fra l'altro, aggiunge Rastelli, "il consumo pro capite di aglio in Italia è di circa 1 kg l'anno. Per cui, a fine anno l'incidenza di questo articolo nella spesa delle famiglie è irrisorio. Va considerato che l'aglio è come una spezia: se ne consumano quantità ridotte. Infatti la confezione che va per la maggiore è la retina con tre teste di aglio. Non capisco perché i grandi player continuino a tenere bassi i prezzi, a scapito della produzione italiana e a tutto vantaggio di quella estera".

"In Europa, anche la Francia ha superato l'Italia in termini di quantità prodotte - precisa il presidente - mentre i nostri ettari continuano a diminuire. Qualcuno non si rende conto che la produzione italiana rischia davvero di scomparire".

In Italia si produce ormai meno del 50% dell'aglio che si consuma; tutto il resto è d'importazione. "Il maggior fornitore d'aglio è la Spagna, che è anche il nostro concorrente più agguerrito. A livello mondiale, è la Cina a determinare il prezzo dell'aglio, con la Spagna che si regola di conseguenza. Alcune statistiche indicano che quasi tutto l'aglio importato in Italia arriva dalla Spagna", conclude Rastelli.

Per maggiori informazioni
Copap Soc. Coop. Agricola
Via Breda 86, 29010 Monticelli d'Ongina (PC)
+39 0523 829456
info@copap.it
www.copap.it