Il possibile riconoscimento del marchio di Indicazione geografica protetta per la fragola della Campania sta sollevando molto entusiasmo e forte approvazione fra tutti i produttori locali di questa referenza, i quali attendono con ansia la costituzione del consorzio di tutela, annunciata in una conferenza stampa durante Fruit Logistica.
Il comitato promotore, insieme a tutti i sostenitori del progetto Fragola Campana Igp hanno condiviso e approvato il disciplinare di produzione, che ora dovrà essere inviato al Ministero.
"Aggregazione, qualificazione, organizzazione aziendale, salubrità di prodotto ed eticità racchiudono il senso dell'Igp per la fragola campana". Queste le parole di Pietro Paolo Ciardiello, uno tra i primi sostenitori del comitato promotore.
"L'indicazione geografica per la nostra fragola - spiega Ciardiello - rappresenta per tutti una strada per aggregare l'offerta di questo prodotto, per aumentare la riconoscibilità territoriale e per elevare ancor più la qualità del nostro prodotto, già soddisfacente. Bisogna lavorare tutti insieme e credere in questo progetto, anche perché abbiamo pieno sostegno da parte dell'assessorato, del Crea e dall'Università. Si sa che il percorso sarà arduo e lungo, ma l'importante è averlo avviato. Proprio per questo abbiamo ritenuto opportuno inserire nel disciplinare di produzione della fragola campana Igp anche la fragola bio e a residuo zero".
Ad oggi, in Campania si coltivano oltre 1000 ettari di fragola. La regione infatti detiene, insieme alla Basilicata, il primato produttivo italiano: entrambe rappresentano il 50% della fragolicoltura nazionale.