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Reti o assicurazione? Contro le avversita' ecco i pro e i contro

Le grandinate degli scorsi giorni (cfr FreshPlaza del 18/04/2017) hanno portato di nuovo alla ribalta una diatriba sempre attuale: contro le avversità in frutticoltura è meglio una difesa attiva (reti e sistemi agronomici) o passiva (assicurazioni)?



Non è una questione di poco conto. In ballo ci sono centinaia di milioni di euro (forse anche di più) ogni anno, non va dimenticato. Ma quali sono gli aspetti positivi e negativi fra le due scelte? Con una premessa: secondo Albano Agabiti, presidente di Asnacodi (l'associazione nazionale dei consorzi di difesa) le due opzioni si devono integrare.



Un agricoltore romagnolo, con una ventina di ettari di frutteto, punta molto di più sulle reti e sostiene che "la politica dovrebbe dare maggiori contributi alla protezione attiva, piuttosto che drenare risorse che alla fine vanno alle compagnie assicurative".


Reti antigrandine, pioggia e insetto su ciliegio (fonte Consorzio Agrario Adriatico)

"Chi fa frutticoltura specializzata - spiega l'agricoltore - non può permettersi di perdere un anno di raccolto, specie se ha clienti propri che si affidano a lui. Certo, tutta la politica ha volto la propria attenzione alle strutture cooperative le quali, se anche manca il prodotto di un numero di produttori, in un modo o nell'altro la frutta la rimediano. Però le reti ormai proteggono da più avversità".


Danno da grandine su cipolla (Cesena, 17 aprile 2017)

Negli ultimi tempi sono stati realizzati impianti a protezione, ad esempio per i ciliegi, non solo dalla grandine, ma anche da pioggia e insetti (cfr FreshPlaza del 26/01/2017). Questi permettono quindi una difesa molto ampia anche sul fronte insetti. In tal modo si vanno a diminuire i trattamenti antiparassitari.


Danno da grandine su spinacio (Cesena, 17 aprile 2017)

"Nel giro di un paio d'anni - prosegue l'agricoltore - dovrei realizzare 4 ettari di pescheto interamente protetto da reti antigrandine, ma anche contro gli afidi che sono i principali vettori di Sharka. Il fatto è che all'ettaro l'impianto di protezione ha costi molto elevati. La politica, quindi i vari PSR regionali, dovrebbero favorire gli agricoltori che vogliono usare questi sistemi. Benissimo finanziare la polizze assicurative, anche se poi i soldi non arrivano mai, ma meglio ancora finanziare la protezione attiva con reti. In tal modo si crea anche un indotto positivo lungo tutta la filiera, sia a valle, sia a monte dell'agricoltore".


Danno da grandine su albicocco (Cesena, 17 aprile 2017)

"Ad esempio - prosegue - se io compro reti, pali, tiranti, creo lavoro per le aziende produttrici, gli eventuali tecnici dei Consorzi, le aziende di trasporto. In seconda battuta, se proteggo la frutta dalla grandine o pioggia eccessiva o insetti, mantengo le ore di lavoro in campo per gli operai e/o nel magazzino della frutta. Quindi con le reti creo un beneficio economico e sociale per me e tutta la filiera. Con le assicurazioni, io copro i costi di produzione, e poi guadagnano le assicurazioni, ma la filiera si impoverisce".



L'agricoltore spiega che lui ha assicurato 100mila euro di produzione di pesche ma "la stima della PLV viene fatta su medie della Camera di Commercio su valori di grandi strutture. Nel mio caso sarebbe almeno tre volte in più. Quindi spendo 11mila euro per assicurare 100mila euro di valore, in pratica i miei costi di produzione. Un'assicurazione pari all'11% mi pare un'enormità. E' come se un'assicurazione auto che copre 6 milioni di massimale costasse all'automobilista 600mila euro l'anno. Insomma, non scherziamo".



Albano Agabiti
ritiene che lo strumento assicurativo "deve essere previsto in ogni azienda, nella misura che varia da azienda ad azienda, da territorio a territorio. Non esiste una polizza uguale per tutti. Dove il rischio di calamità è molto elevato, suggeriamo sempre di integrare le polizze a sistemi con le reti, o viceversa. I contributi europei vanno ad abbattere in maniera importante il costo delle polizze. Dopo alcuni problemi burocratici, proprio venerdì scorso si è sbloccata un'altra trance di contributi. Auspichiamo, nel giro di pochi mesi, di mettere in linea tutto il sistema e che tutti gli agricoltori abbiamo quello che spetta loro. Come Asnacodi continueremo a fare pressioni agli enti preposti".